ANATOCISMO: SENTENZE A RAFFICA PUNISCONO L’ARROGANZA DELLE BANCHE

in Comunicati stampa
ANATOCISMO: SENTENZE A RAFFICA PUNISCONO L’ARROGANZA DELLE BANCHE A RESTITUIRE GLI INTERESSI ILLECITI TRIMESTRALMENTE CAPITALIZZATI. L’ULTIMA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TRANI DEL 9 DICEMBRE 2004, CONDANNA LA BANCA SAN PAOLO IMI,CHE AVEVA EMESSO UN DECRETO INGIUNTIVO PER UN CREDITO VANTATO DI 80.623 EURO,A RESTITUIRE 11.754 EURO AD UN UTENTE, DIFESO DALL’AVV.ANTONIO TANZA,VICE PRESIDENTE ADUSBEF E PADRE DELLE VITTORIE SULL’ANATOCISMO,+ 11.800 EURO DI SPESE PROCESSUALI. LA PROTERVIA DELL’ABI, VOLTA AD ASSOLDARE COSTITUZIONALISTI PER ARGINARE IL FIUME IN PIENA DI SENTENZE,PIUTTOSTO CHE ASCOLTARE GLI APPELLI,ULTIMO DEL MINISTRO SINISCALCO A PUNTARE AD INTESE STRAGIUDIZIALI,STA DIVENTANDO UNA CAPORETTO PER BANCHE CONDANNATE A RESTITUIRE GLI INTERESSI ILLECITI AI CONSUMATORI,OLTRE ALLE SPESE LEGALI ED AI RISARCIMENTI DEI DANNI. Se prima del 4 novembre 2004,le banche avevano una probabilità su dieci di vincere in Tribunale,dopo la sentenza n.21095 delle Sezioni Unite di Cassazione,che ha messo la pietra tombale sull’anatocismo, ossia quella fiorente ed illecita prassi bancaria di capitalizzare gli interessi trimestralmente sugli impieghi, annualizzando quelli su depositi,allegramente praticata dal sistema bancario italiano per oltre mezzo secolo, non hanno più alcuna speranza di vincere. Come dimostrano le sentenze a raffica,immediatamente esecutive, emesse dai Tribunali di tutta Italia, l’ultima del 9 dicembre dal Tribunale di Trani,che ha condannato la Banca San Paolo Imi,a restituire 11.754 euro al correntista Di G.G. difeso dall’avv. Antonio Tanza,oltre 11.800 euro di spese legali, rispetto a 80.623 euro che la banca aveva richiesto con un decreto ingiuntivo,l’arrogante condotta dell’Abi,volta ad assoldare giuristi e costituzionalisti per studiare strategie che non esistono nell’attuale ordinamento,non paga. Se anche il ministro dell’economia Siniscalco,rispondendo ad una interrogazione parlamentare,ha testualmente affermato nei giorni scorsi che in merito alla sentenza del mese scorso sull’anatocismo: "spero si provveda ad un accomodamento volontàrio" sul modello di quanto fatto per Cirio e Parmalat. Lo ha detto il Ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, nel corso del question time alla Camera. Per questo secondo il ministro "spesso le soluzioni extragiudiziali, rispetto a quelle di tipo giudiziale, sono migliori per ristabilire il clima di fiducia". Ma al di là della questione dell’anatocismo e dei problemi di trasparenza e di costo dei servizi bancari - ha spiegato il ministro dell’Economia - c’e’ un problema più generale che sta alla base del rapporto tra il pubblico e gli istituti di credito. Più in generale, Siniscalco ha sottolineato la questione sulla fiducia dei risparmiatori nei confronti del sistema finanziario. Sentiment che, tuttavia, e’ stato messo a dura prova negli ultimi 2 o 3 anni da una serie di episodi e che quindi - ha concluso il ministro Siniscalco - merita la massima attenzione perché si tratta di un bene pubblico e su cui si fonda l’ordinato funzionamento del mercato dei capitali. Ma la linea dell’Abi,volta a frenare le sentenze dei Tribunali con la nomina di noti giuristi e costituzionalisti,quali Minervini,Cappelli,Baldassarri e Maccaroni,invece di trovare soluzioni stragiudiziarie, sarà un fallimento se oltre alla raffica di sentenze positive per i consumatori,e anche gli Enti Locali,come i Comuni associati all’Anci,Province e Regioni,hanno chiesto lumi per la restituzione dell’indebito e primarie imprese colpite dall’anatocismo,nonostante i recenti accordi tra Abi e Confindustria, citano le banche in Tribunali chiedendo la restituzione del maltolto. I dispositivi delle sentenze non lasciano dubbi: anche decreti ingiuntivi,fallimenti e procedure concorsuali promossi dalle banche,se basati su interessi anatocistici,vengono bloccati dai Tribunali per espungere l’illegale prassi degli interessi trimestrali. Il Presidente Elio Lannutti Roma,18.12.2004 Tribunale di TRANI REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale di Trani- Sez. Promiscua, in composizione monocratica nella persona del Dott. Alberto Binetti, a scioglimento della riserva di cui al verbale dell’udienza del 5 aprile 2004 tenuta a Trani, ha emesso la seguente SENTENZA nella controversia, iscritta al n. 946/2000 del R.G.A.C., avente ad oggetto la ripetizione di indebito TRA DI G.G., assistito e difeso giusta mandato a margine dell’atto di citazione dall’Avv. Antonio Tanza ed elettivamente domiciliato in Trani. -ATTORE- E ISTITUTO BANCARIO SAN PAOLO DI TORINO-ISTITUTO MOBILIARE ITALIANO S.P.A., in persona del legale rappresentante pro-tempore, assistito e difeso dagli avvocati Antonio Belsito e Gino Cavalli, giusta mandato in calce alla copia notificata dell’atto di citazione, ed elettivamente domiciliato in Trani al C.so Vittorio Emanuele, 256 (c/o Avv.G.De Zio) -OPPOSTO- (omissis) PQM il Tribunale di Trani, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta da DI G.G. con atto di citazione notificato in data 10 marzo 2000 nei confronti dell’Istituto San Paolo IMI S.p.A., in persona del legale rappresentante pro-tempore, così provvede: 1) accoglie la domanda per quanto di ragione e, per l’effetto,: a) dichiara che l’Istituto convenuto è debitore dell’attore della somma complessiva di Euro 11.754,31 (pari a £. 22.759.509), oltre agli interessi attivi così come convenzionalmente pattuiti, cui deve applicarsi la capitalizzazione annuale decorrere dal 31 dicembre 1999 e sino al soddisfo. b) condanna l’Istituto convenuto al pagamento in favore dell’attore della somma indicata alla lettera a); 2) condanna l’Istituto convenuto alla rifusione delle spese processuali sostenute dall’attore che si quantificano in complessivi Euro 11.800,00 di cui Euro 4.500,00 per onorari, Euro 2.500,00 per diritti, Euro 4.800,00 per esborsi (ivi compresi quelli per il ctu), oltre IVA, CAP, e rimborso forfetario come per legge. Trani, 30 novembre 2004 Il Giudice Dott. A.Binetti Depositata in Cancelleria il 09 dicembre 2004

18/12/2004

Documento n.4337

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