E. SCALFARI: LA FUFFA ECONOMICA ? ALMENO TREMONTI CI PROVA, A DIFFERENZA DELL'ACCOPPIATA VISCO-PADOA SCHIOPPA,VERI AMICI DEI BANCHIERI...
SCALFARI: TRE BOTTE IN TESTA A TREMONTI (QUEL GENIO DELLA VALTELLINA CHE SMANIA DI PRENDERE IL POSTO DI BERLUSCONI A PALAZZO CHIGI) – ECCO LA FUFFA ECONOMICA DI GIULIETTO (TANTO CARO A MIELI)… Tratto dall’editoriale di Eugenio Scalfari per La Repubblica (WWW.DAGOSPIA.IT) ….Per fortuna il nocciolo della questione l´ha intuito Tremonti. Ha detto che l´aumento di prezzo del petrolio e delle derrate di base non proviene da una carenza di offerta né da un eccesso di domanda ma dalla speculazione. Bisogna dunque tagliare le unghie agli speculatori e lui ha scoperto il modo per farlo: utilizzare l´articolo 81 del Trattato istitutivo della Comunità europea il quale prevede che la Comunità possa usare strumenti appropriati per stroncare manovre speculative se fosse provato che alcuni operatori colludono tra di loro per manipolare il mercato. Tremonti, con ammirevole rapidità, invierà nelle prossime quarantott´ore una proposta all´Ecofin e alla Commissione europea per applicare alla speculazione internazionale l´articolo 81 del Trattato. Le autorità europee hanno giudicato interessante la proposta di Tremonti anche se di non facile attuazione. La gran parte dei "media" italiani ha applaudito all´inventiva tremontiana così apprezzata nel mondo intero. Il nostro pro-dittatore dell´economia ha incassato per quarantott´ore le prime pagine dei giornali e delle Tv. Un risultato di immagine perché altro non accadrà né può accadere. Altro non può accadere per le seguenti ragioni: 1. Non è affatto sicuro che la speculazione sia la vera causa dell´aumento dei prezzi e quindi dell´inflazione. 2. Quand´anche, non è affatto sicuro che gli speculatori siano collusi tra di loro per manipolare il mercato. 3. Quand´anche, raggiungere la prova della suddetta collusione sarebbe difficilissimo. 4. Quand´anche, l´Europa non possiede nessuno strumento per stroncare un´eventuale manipolazione del mercato che si svolge su piazze non europee. Bisognerebbe nientemeno impedire acquisti di titoli "derivati" e "futuri" che sono negoziati in dollari su piazze americane, soprattutto a Chicago e a New York. Il governo Usa ha già manifestato la propria contrarietà a intervenire su quei mercati. Di lì dunque non si passa. Tremonti naturalmente queste cose le sa benissimo. Perde tempo. Non caverà nessun ragno da nessun buco. Gli serve per consolidare la sua immagine in un circuito mediatico dominato dal conformismo e per distrarre l´opinione pubblica con lo spauracchio d´un nemico esterno che non c´è. Un untore che non esiste, indicato come autore della peste speculativa. L´ha scritto ieri Giavazzi e, una volta tanto, sono completamente d´accordo con lui. Le tante buone cose con le quali, dopo il pessimo governo economico di Prodi-Padoa Schioppa-Visco, il governo Berlusconi-Tremonti sta risollevando l´economia italiana. a) Una finanziaria snella, un bilancio redatto per "missioni", il taglio delle spese correnti intermedie. Tutte queste cose erano state preparate e inserite da Padoa-Schioppa nella Finanziaria 2009. L´ha ricordato la settimana scorsa l´Ufficio Studi di Confindustria che ha lodato la continuità Padoa-Tremonti. Ma nessuno ha ripreso questa non trascurabile annotazione e Tremonti meno che mai. b) Il taglio dell´Ici ha una copertura di 2.600 milioni di euro, ma gli uffici della Camera e del Senato hanno scoperto che quel provvedimento costerà molto di più. I tecnici del Senato hanno quantificato il costo del provvedimento in 3,7 miliardi, il relatore della Commissione bilancio, Gilberto Pichetto del Pdl, è arrivato a 3,5 miliardi, 900 milioni in più della copertura esistente. Dunque il Tesoro ha spedito in Parlamento un provvedimento «scoperto» per il 35-40 per cento. Incoscienza, incapacità o abilità truffaldina? Tanto, almeno in prima battuta, il taglio dell´imposta grava sui Comuni. Peggio per loro. c) Molti commentatori hanno notato che – contrariamente a quanto affermato in campagna elettorale – le tasse non diminuiranno affatto, fino al 2013 la pressione fiscale resterà esattamente quella attuale. In compenso una serie di segnali fa prevedere che una parte di questo peso graverà ancora di più sul lavoro dipendente e un po´ meno sul lavoro autonomo, sulle partite Iva e sui professionisti. d) Per rilanciare la crescita bisognerebbe detassare i salari e le pensioni, sostenere i giovani e gli incapienti. Il Partito democratico pensa di mobilitare i suoi aderenti su questi obiettivi, ma il governo risorse non ne ha e nemmeno le cerca. e) Le cerca però per tenere in vita Alitalia dopo averne impedito la vendita all´Air France nel marzo 2007. Il piano allo studio di Banca Intesa prevede una "nuova Alitalia" senza debiti né esuberi di personale, da cedere a investitori privati, e una "vecchia Alitalia" a carico dello Stato con dentro tutti i debiti e tutte le spese per ammortizzare le migliaia di lavoratori che saranno licenziati. Il costo di queste operazioni non sarà inferiore ai 3 miliardi. Quanto alla "nuova Alitalia", sarà con ogni probabilità una piccola compagnia italiana per rotte prevalentemente italiane. Naturalmente di bandiera. f) Infine gli oneri sul bilancio dello Stato derivanti dall´aumento del tasso di interesse europeo. Sul "Sole 24 ore" di ieri l´aggravio viene stimato in 10 miliardi, da spalmare sui prossimi cinque anni, tenendo presente che il peso maggiore graverà su quest´anno e sul prossimo perché c´è una massa di Bot e Cct in scadenza, contrattati a tassi di poco superiori al 2 per cento. Solo per il 2008 l´aggravio per il Tesoro è previsto in 2,5 miliardi di euro. Questa purtroppo è la situazione. Aumento di salari? È l´ultima delle cose che occupa Tremonti. Lui pensa ad altro. Fuffa probabilmente. Oppure al suo libro-vangelo che dice tutto e il contrario di tutto.07/07/2008
Documento n.7407