DERIVATI AVARIATI: QUANDO VERRANNO SPICCATI I MANDATI DI CATTURA PER I BANCHIERI ITALIANI CHE HANNO MESSO SUL LASTRICO FIOR DI IMPRESE ED ENTI LOCAL ?
Efficienza del mercato è garanzia di libertà ( Italia Oggi del 20/06/2008 ) ItaliaOggi - Economia e Politica Numero 146, pag. 9 del 20/6/2008 Autore: Pietro Bonazza L'Intervento L'efficienza del mercato è garanzia di libertà Le "Considerazioni finali" del Governatore di Bankitalia, Mario Draghi esposte all'Assemblea dei partecipanti il 31 maggio, sembrano ormai uno sbiadito ricordo; invece, meriterebbero un romanzo a puntate non certo color rosa. Dopo un chiaro cenno alla crisi, ma anche alle colpe dei mercati finanziari, fuori da ogni controllo per il dilagare di un "sistema bancario ombra", che hanno costretto le banche centrali a interventi rilevanti, il Governatore afferma: "Aiutare il mercato a riprendersi non significa sostituirsi a esso. Né aiuterebbe cancellare l'innovazione finanziaria. Renderemmo il sistema più povero, non più sicuro. La storia delle crisi finanziarie, anche recenti, ci ricorda che strumenti e intermediari tradizionali non sono necessariamente più stabili e affidabili". Il Governatore non lo dice in termini espliciti, ma tra le righe si legge il peso attribuito alla speculazione. Sul punto si possono fare tre riflessioni: a) già agli inizi degli anni Settanta, il Nobel per l'economia James Tobin, propose la famosa "Tobin tax", nel tentativo di smorzare la speculazione. L'intervento concreto si rivelò inapplicabile, per ammissione dello stesso Tobin, ma è significativo che già prima delle invenzioni finanziarie recenti (prodotti strutturati, cartolarizzazioni, option, future, derivati di vario tipo, ecc.) fosse sentito il problema delle deviazioni di certa finanza, le cui irresponsabili disavventure ricadono poi su tutta l'economia mondiale. La lezione di Tobin, tax a parte, pare sia stata dimenticata; b) un'analisi recente evidenzia che i Paesi con surplus commerciale e quindi finanziario, non investono le risorse al loro interno per mancanza di un mercato finanziario evoluto e, quindi, le riportano in Europa e in America. Questa constatazione darebbe ragione al Governatore sul punto che l'innovazione finanziaria è importante; c) l'inflazione a due cifre degli anni Settanta non è un ricordo. Le tre economie ricche di materie prime: Russia, Cina e India hanno già tassi di inflazione rispettivamente del 10%, dell'8,5% e dell'8,1%. L'Arabia Saudita e il Venezuela, che esportano petrolio, sono al 10% e al 20%; gli Stati Uniti al 4,2%, la Ue al 3,7%, ma la Germania ha l'indice dei prezzi all'ingrosso in aumento all'8,1%. L'inflazione è un male che non fa distinzioni tra paesi ricchi e paesi emergenti o poveri. Quale ricetta? L'India ha aumentato il tasso d'interesse all'8%, gli Stati Uniti, per i quali prima viene la crescita e poi il dollaro, hanno capito di essersi cacciati in un tunnel mantenendo basso il cambio e annunciano aumenti dei tassi; la Ue farà un altro ritocco verso l'alto a luglio. I corsi di borsa sconteranno gli effetti e sarà un altro colpo a quella che Greenspan definì "euforia irrazionale". Chiediamoci a questo punto: che peso ha in questo scenario mondiale la speculazione? Prendiamo l'esempio del petrolio. Al Nymex ogni giorno si contrattano più di un miliardo di barili di greggio a fronte di una produzione di 85 milioni di barili. La differenza rivela, ovviamente, la speculazione. Ma un fenomeno analogo avviene anche sui mercati dei cereali, del rame e di altri metalli. Le banche sono stracolme di derivati e altri prodotti finanziari sganciati dall'economia reale. Qualcosa dovrà pur accadere, perché la finanza, essendo spesso un gioco a somma zero, non perdona. Sarà vero, come afferma il Governatore che non giova a nessuno cancellare l'innovazione finanziaria, ma come domare la sua fetta più grossa che è la speculazione? La globalizzazione, soprattutto quella finanziaria, ha reso più difficile interpretare i fenomeni e le tanto vituperate operazioni sub prime rischiano di provocare anche il danno secondario di farci dimenticare che vi sono rischi latenti ben più gravi proprio generati dall'innovazione finanziaria. è come se il mondo fosse avvolto da miriadi di bolle di sapone. Non solo, ma siamo anche esposti al ricatto di una schiera di gnomi della finanza, che si credono geni e pretendono compensi astronomici, mentre sono solo degli opportunisti, che prima commettono il fatto e poi pretendono, come è avvenuto con i sub prime, che le banche centrali corrano in soccorso iniettando liquidità, per evitare crisi finanziarie mondiali. Ma quelle iniezioni non sono indolori per i consumatori. Ha ancora ragione il Governatore quando afferma che aiutare il mercato a riprendersi non significa sostituirsi a esso; anzi, bisognerebbe vietare gli aiuti e adottare norme preventive a livello mondiale. Il mercato, come il mare, è libero quando non riserva spazi ai corsari e questo si ottiene con adeguate regole. Intervenire a fatti compiuti è sempre troppo tardi. Anche i neoliberisti più accaniti, per interesse, devono convincersi che il mercato è al servizio dell'economia, non viceversa e che il concetto di "libero mercato" deve essere preceduto da "mercato efficiente", perché l'efficienza è garanzia di libertà. ( Italia Oggi del 20/06/2008 )20/06/2008
Documento n.7359