da Il Sole 24 Ore (24-10-06). Voce per voce il peso del Fisco sulle quattro ruote

in Articoli e studi
Voce per voce il peso del Fisco sulle quattro ruote di Nicoletta Cottone È forte il peso del Fisco sull’auto. Il 46% delle entrate dell’Erario derivano dall’imposizione legata ai carburanti: siccome si tratta di imposte e non di tasse, il denaro incamerato può essere utilizzato per qualsiasi scopo. Lo sottolinea il rapporto della Fondazione Caracciolo, «Mia carissima automobile», presentato a Riva del Garda, alla sessantaduesima Conferenza del traffico e della circolazione organizzata dall'Aci. «Nel corso degli ultimi decenni - spiega lo studio - il Fisco ha esercitato sul settore automobilistico una pressione progressivamente crescente in tutte le fasi del ciclo di vita dell’auto», circa 44 miliardi l’anno, che rappresenta il 3% del Pil considerando solo il settore privato, «al quale non corrisponde - sottolinea lo studio - un altrettanto importante ritorno in termini di servizi all’automobilista». Un aumento di oltre il 70%, a prezzi costanti, rispetto al 1985. A questa cifra si devono aggiungere voci residuali come il bollino blu e le revisioni. Considerando il settore dei trasporti nel complesso, unendo, quindi, flotte aziendali,veicoli adibiti al trasporto di cose, motocicli e altri veicoli si superano i 58 miliardi di euro. Sul fronte della componente fiscale andrebbero anche aggiunti i costi amministrativi dall’acquisizione della patente alla rottamazione del veicolo. Per esempio, l’imposta di bollo di 29,24 euro prevista per la richiesta di autorizzazione alla guida nel 2005 ha portato nelle casse dello Stato 35,11 milioni di euro. Le tasse e le concessioni governative, pari a 14,11 euro, sulle revisioni delle auto hanno portato 185,36 milioni di euro, mentre l’imposta di bollo versata tramite le formalità dello Sta quasi 480 milioni di euro. Il bollino blu ha assicurato alle casse dei Comuni un gettito di 233,65 milioni di euro. L’Iva su carburanti e l’imposta di fabbricazione pesano per l’80% sulla fiscalità relativa all’uso dell’auto (22.268 milioni di euro su 27.570 milioni di euro collegati all’uso) e rappresentano circa il 46% della fiscalità legata all’auto. Destinatario principale è lo Stato, mentre a Regioni e Province (tassa automobilistica e imposta di trascrizione) spettano solo rispettivamente, il 9,6% e il 2,4% del gettito complessivo legato all’auto. Acquisto del veicolo. Nel 2005 la fiscalità legata all’acquisto del veicolo ha assicurato a Stato e Province 8.627,33 milioni di euro. Il primo momento impositivo è nella fase di acquisto con Iva (20% sui veicoli di fabbrica, 4% per veicoli immatricolati per disabili) e imposta provinciale di trascrizione (Ipt). Le amministrazioni provinciali hanno la facoltà di aumentare gli importi dell’Ipt fino alla misura massima del 20 per cento. Facoltà che, come testimonia lo studio, è stata utilizzata da quasi tutte le amministrazioni provinciali, escluse le province di Aosta, Bolzano, Brescia, Napoli, Prato, Sondrio e Trento. La spesa media per Ipt è di 180,87 euro. Per le auto nuove si pagano, poi, 14,62 euro di imposta di bollo sulle dichiarazioni di vendita, 29,24 euro di imposta di bollo Dtt, 29,24 di imposta di bollo Pra. In caso di acquisto di un veicolo usato l’Ipt si calcola in base alla potenza effettiva massima del motore espressa in kW, dunque circa 180,97 euro per autovetture fino a 53kW, mentre oltre 53 kW si pagano 3,85392 per ogni kW. A questo si aggiungono 14,62 euro di imposta di bollo Dtt (aggiornamento carta di circolazione), mentre per l’imposta di bollo Pra si pagano 29,24 euro in caso di utilizzo del Cdp o 43,86 in caso di utilizzo del mod. NP3, oltre a 14,62 euro di imposta di bollo su dichiarazione di vendita. La possibilità introdotta dal decreto Bersani che uffici comunali e titolari degli Sta possano autenticare gli atti di alienazione e di costituzione di diritti di garanzia di auto e rimorchi non altera l’impatto fiscale in quanto la marca da bollo sull’operazione continua a essere corrisposta. In termini economici la riduzione è pari al mancato compenso del notaio per l’autenticazione della firma del venditore, che lo studio dell’Aci stima dai 20 ai 40 euro (Uffici comunali e sportelli Sta possono chiedere i diritti di segreteria). Bollo auto. Nel 2005 il bollo auto ha reso alle casse delle Regioni 4.050 milioni di euro, pari al 10% dell’intero gettito che grava sull’automobile. La tassa automobilistica, meglio conosciuta come bollo auto, è un tributo regionale che il proprietario paga per il semplice fatto di essere titolare del mezzo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo. Dal 1998 la tassa si calcola in proporzione alla potenza effettiva massima espressa in kW: si tratta di 2,58 euro per kW, con facoltà per le Regioni di variare fino al 10% questo importo. Attualmente i residenti di Abruzzo, Calabria, Campania e Veneto si vedono applicare un aumento del 10%, quelli delle Marche del 7,98%, quelli del Molise del 7 per cento. Facendo una simulazione per un veicolo da 55 kW si pagano 156,2 euro in Abruzzo, Calabria, Campania e Veneto, 153,45 nelle Marche, 151,8 in Molise e 141,90 euro in tutte le altre Regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Dal 1° gennaio 2005 è stato soppresso il superbollo sulle vecchie auto a gasolio non ecodiesel. Previste deroghe che prevedono agevolazioni ed esenzioni totali dall’imposta per incoraggiare alimentazioni ambientalmente più sostenibili nelle vetture di interesse storico e collezionistico o per opportunità sociale, come nel caso delle auto intestate a disabili. Per esempio, le auto che hanno compiuto 30 anni sono automaticamente esenti dalla tassa automobilistica, a meno che non vengano mese in circolazione in area pubblica (in questo caso si paga una tassa forfetaria dovuta in misura fissa a titolo di tassa di circolazione: varia da 25 a 60 euro in base alla Regione o alla Provincia autonoma). Identiche regole per i veicoli costruiti per le competizioni di almeno 20 anni. Si applica una riduzione del 75% sulla tariffa base della tassa automobilistica per i veicoli elettrici e per quelli dotati di dispositivo esclusivamente a gas (Gpl o metano). Non sono previste riduzioni per quelli dotati congiuntamente di impianto a benzina e a Gpl o metano. La provincia autonoma di Bolzano prevede agevolazioni per vetture dotate di dispositivi antinquinamento o di alimentazione a basso impatto ambientale. Assicurazioni. La pressione fiscale sul comparto assicurativo spesso non viene percepita dall’automobilista perché è direttamente incorporata nel premio assicurativo. Il premio Rc auto è, infatti, la somma del premio puro (importo incassato per far fronte alle richieste di risarcimento), del caricamento (costi dell’assicurazione per l’acquisizione e l’amministrazione del contratto, comprese le spese di gestione per sinistri) e degli oneri fiscali e parafiscali (imposte e contributi). Si tratta, in particolare, di un’imposta pari al 12,5% del premio e del contributo al Servizio sanitario nazionale per un’aliquota del 10,5%, che viene versato per compensare i costi sostenuti dalle strutture sanitarie per la cura e il ricovero degli infortunati negli incidenti stradali. Una percentuale fissata annualmente dal ministero delle Attività produttive (2,5% per il 2005 e il 2006) è destinata ad alimentare il Fondo di garanzia per le vittime della strada, istituito per risarcire le vittime dei pirati della strada che restano non identificati e per i danni causati da auto non assicurate o assicurate con compagnie in stato fallimentare. «Attualmente - chiarisce il rapporto Aci - il prelievo fiscale complessivo sui premi assicurativi, è pari a circa un quinto del prezzo finale pagato dall’assicurato». Imposte sull’uso. Una volta acquistata l’auto si pagano le imposte sui carburanti e l’Iva sui pedaggi autostradali. L’imposizione fiscale sui carburanti è duplice, da una parte dovuta all’accisa (o imposta di fabbricazione) pagata dal produttore e traslata sull’acquirente, dall’altra legata all’Iva (20%), calcolata sul prezzo industriale maggiorato dell’accisa. Il gettito sui prodotti petroliferi è cresciuto in modo sostanziale: le accise sulle benzine sono passate da 5.268 milioni di euro del 1985 ai 9.900 milioni di euro del 2005, quelle sul gasolio da 1.669 milioni a 13.050 milioni di euro. L’Iva è salita da 4.028 milioni del 1985 a 11.630 milioni di euro del 2005. L'inmposzione fiscale sui carburanti rappresenta, dunque, uno strumento semplice per incrementare le entrate fiscali. Inizialmente il gettito veniva utilizzato in via prioritaria per realizzare infrastrutture stradali, ma in seguito man mano è diventato puro gettito fiscale, che fornisce la copertura finanziaria per spese pubbliche di varia natura. «I Governi – precisa lo studio - hanno spesso giustificato l’elevata e crescente tassazione dei carburanti considerandola uno strumento per ridurre l’utilizzo dei veicoli e, quindi, le emissioni ambientali». Tuttavia, sottolinea lo studio, alcune ricerche hanno dimostrato che sono limitate le riduzioni di emissioni di anidride carbonica a seguito di un regime di tassazione sui carburanti aggressivo. L’Iva al 20% si paga anche sui pedaggi autostradali, sulla sosta e sul ricovero dei veicoli, su manutenzioni e riparazioni, sull’acquisto di componenti e accessori. Per fare un esempio nel periodo 1985-2005, grazie all’aumento del traffico sulla rete stradale a pagamento, si è quadruplicato il gettito Iva legato ai pedaggi autostradali, come la progressiva diffusione del park-pricing hanno comportato un forte aumento delle entrate fiscali derivanti dall’Iva sui parcheggi. Invia una emailnicoletta.cottone@ilsole24ore.com

25/10/2006

Documento n.3764

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