Da gazzetta del Mezzogiorno (23-10-96). Lannutti: «Contro l'evasione, tassare lo scudo fiscale come i Bot»

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Consumatori Proposta del presidente Adusbef, Lannutti «Contro l'evasione, tassare lo scudo fiscale come i Bot» Milano«Introdurre la cedolare secca del 10% sullo scudo fiscale, equiparando la sua tassazione a quella dei Bot, consentirebbe di recuperare 15 miliardi di euro e di evitare il ridimensionamento di pensioni e sanità». E' questa una possibile ricetta di Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef (associazione senza fini di lucro per la difesa degli utenti dei servizi bancari, finanziari, postali e assicurativi) per combattere l'evasione fiscale. Un fenomeno, quello dell'evasione fiscale, che «ha assunto maggiore rilievo negli ultimi anni - spiega Lannutti - a causa dei condoni e degli inviti istituzionali alla legittima difesa a non pagare le tasse. Così - spiega - hanno garantito l'impunità ai tanti «furbetti», che pagando una sanzione economica del 2,5% hanno avuto la possibilità di «lavare» con il sigillo dello Stato profitti legati ad attività illecite». Uno scudo fiscale, fortemente criticato da Lannutti, con cui «l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti ha fatto la più grande operazione di riciclaggio di Stato della storia italiana. Permettendo a capitali legati all'evasione fiscale, al traffico di armi e di droga, di essere reintrodotti nel nostro Paese, in forma anonima, con una tassazione del 2,5%». Semplice sul tema la soluzione proposta: «Basterebbe equiparare questo scudo fiscale alla tassazione dei Bot (12,5%)». Una manovra che «consentirebbe di recuperare 15 miliardi di euro, pari a metà Finanziaria, e di fare un'operazione di giustizia sociale». Secondo le stime sull'evasione degli obblighi fiscali sui redditi, elaborate da Adusbef facendo riferimento a dei dati ufficiali, risalenti al 2002, «sommando la spesa effettiva totale (751,847 miliardi) al risparmio totale (86,741 miliardi) e alla somma destinata al rimborso degli impegni finanziari (29,462 miliardi)» è possibile ottenere un reddito complessivo delle famiglie per l'anno 2002 di 868,050 miliardi. Sottraendo il reddito «per le persone fisiche (623,432 miliardi) al reddito effettivo (868,050 miliardi) otteniamo la somma mancante all'appello fiscale: 244,618 miliardi di euro non dichiarati all'erario e per i quali non sono state pagate tasse». Considerando il numero delle famiglie, nel 2002, pari a «22.103.000, è come - osserva Lannutti - se gli evasori rubassero 2.545 euro a famiglia ogni anno (minimo). Un pizzo da 212,08 euro al mese (minimo)». Evasione che si potrebbe combattere «riuscendo a tassare - evidenzia Lannutti - quei capitali al 23 per cento (aliquota minima). Così l'erario introiterebbe 56,262 miliardi di euro e potremmo evitare due robuste manovre fiscali correttive». Un tema, quello dell'evasione fiscale, che per Lannutti la finanziaria non soddisfa. Una manovra, quella varata dal Governo che «finisce col colpire il ceto medio e rischia di far pagare più tasse a chi già lo fa». E trasforma il nuovo ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa «in un Robin Hood al contrario». «Toglie ai poveri - evidenzia il presidente di Adusbef - per dare ai ricchi, colpendo chi ha trentamila euro annui e non con chi guadagna oltre centomila». Una finanziaria che «ancora una volta protegge la casta degli intoccabili». Bisogna colpire chi guadagna oltre 100 mila euro o istituzione come Goldman Sachs, accusata di frode fiscale ai danni della Repubblica italiana per 202 milioni di euro. Occorre - sottolinea il presidente dell'associazione - scoprire ed eliminare gli sprechi come quelli presenti nella Banca d'Italia, passata da una funzione monetaria a una bibliotecaria». 23/10/2006

23/10/2006

Documento n.4121

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