MANI PULITE ALLA REGIONE ABRUZZO: LE MAZZETTE DI ANGELINI AD OTTAVIANO DEL TURCO

in Rassegna Stampa
L'ordinanza della procura: ecco i movimenti di denaro sospetti.
Mazzette da 10 a 750 mila euro.
La "sospetta" operazione del 17 marzo "Case e soldi alla compagna così il presidente riciclò tangenti"
di CARLO BONINI GIUSEPPE CAPORALE (la Repubblica 16.07.2008)

PESCARA - Racconta il Grande Elemosiniere Vincenzo Angelini che furono diciannove le volte in cui si chinò "a baciare la pantofola" del Presidente Ottaviano Del Turco. Che per diciannove volte, pacchetti da 100 a 750 mila euro, passarono dalle sue mani allo scaffale di una libreria, al tavolo di una pasticceria, al ripostiglio di una cucina. Sei milioni di euro, si è detto. Ma in una Cabala dove ora anche i numeri acquistano una loro forza suggestiva, dove sono finiti questi denari? Detta altrimenti: quali i riscontri? E le fonti di prova?

I bonifici per le case di famiglia
Scrive il gip Michela Di Fine (pagina 317 dell'ordinanza): "Le indagini non hanno sin qui evidenziato situazioni atte a riscontrare incassi diretti di denaro contante in conseguenza delle dazioni effettuate da Angelini. Ma tale circostanza non è assolutamente idonea a inficiare l'ipotesi accusatoria. Apparendo evidente come la prova della destinazione delle somme di persone operanti nel settore istituzionale non è agevole, potendo esse contare su rapporti personali che certamente consentono la gestione del denaro anche per interposta persona". Dunque? Davvero c'è il nulla? In realtà qualcosa c'è, annota il gip. "Operazioni di acquisto immobiliari non del tutto trasparenti".

"Il 17 marzo 2006, in coincidenza con la prima dazione di denaro da parte di Angelini, l'indagato Del Turco Ottaviano operava una sospetta operazione di giroconto dell'importo di 269 mila 498,89 euro presso la Banca Toscana di Collelongo in favore della convivente Davanzo Marie Christine. A fronte di tale operazione, la Davanzo acquistava cinque assegni circolari da euro 50 mila cadauno, verosimilmente utilizzati per l'acquisto, con rogito del 21 marzo 2006, di un immobile in Roma di ex proprietà dell'Inps sito in via Crescenzio al costo di 259 mila 800 euro". Ancora: "Del Turco Ottaviano effettuava sistematici bonifici a favore della Davanzo per un importo complessivo calcolato in euro 576 mila 498,89", mentre, "con rogito del 25 gennaio 2007, lo stesso Del Turco Ottaviano effettuava a nome del figlio Guido un acquisto immobiliare per l'importo complessivo di 453 mila euro". "Un'operazione alquanto strana - scrive il magistrato - perché nella circostanza Guido Del Turco risultava coaffittuario dell'appartamento acquistato a Roma dal padre unitamente a Pignatelli Maria Jasmine, legata sentimentalmente all'indagato Lamberto Quarta (capo della segreteria del Governatore ed ex segretario regionale dello Sdi ndr.)". Senza contare - conclude l'ordinanza sul punto - un'ulteriore ""misteriosa" e prestigiosa abitazione acquistata in Roma cui faceva riferimento non solo Angelini, ma anche il contenuto di qualche conversazione telefonica intercettata dello stesso Del Turco".

L'acquisto di 3 case a Roma e bonifici per oltre mezzo milione di euro a favore della propria convivente, sono un indizio sufficiente? Il gip Di Fine, e con lei la Procura, ne sembrano convinti. Esattamente come della genuinità della confessione che, il 12 aprile, il Grande Elemosiniere comincia a verbalizzare.

"Sono un pollo lento a capire"
Vincenzo Angelini dice di se stesso: "Sono un pollo lento a capire, ma ad un certo punto mi sono rotto. Perché mi sono accorto che questa Giunta mi ha ucciso più di tutti in trent'anni. Loro erano i primi nemici". Loro, sono Ottaviano Del Turco, Lamberto Quarta, il suo uomo più fedele, Camillo Cesarone, il capogruppo del Pd in consiglio e Giancarlo Masciarelli, ex presidente della Fira, uomo di Forza Italia che lui chiama "il conte di Cavour", l'architetto del "Sistema" nato con la giunta di centro-destra e cooptato da quella di centro-sinistra. Di questa "associazione per delinquere" - scrive il gip - Angelini diventa la vacca da mungere. "Gli viene imposto di tutto". Anche "rapporti privilegiati con Deutsche Bank", con cui "è costretto a scontare i crediti vantati con la Regione" (risulta indagato "un funzionario" della stessa Deutsche "in via di identificazione"). Per carità, l'uomo non è nuovo a dare. Perché ha già dato con il centro-destra. Per dire: "Giovanni Pace (ex presidente di An della giunta ndr.) mi chiese 200 mila euro che io diedi a Masciarelli. Mi ruppero i coglioni per tutto il 2005". E ancora: "L'onorevole Sabatino Aracu voleva 2 milioni di euro per un appartamento alla figlia o al figlio. E io gli dissi: "Vattene a fare in culo tu e chi ti ci ha messo"".

Con l'arrivo del centro-sinistra, è diverso. Si può mandare affanculo chi non c'è più, non chi lo ha sostituito: "Cesarone mi disse che per loro era molto difficile potermi difendere, perché presentavo un sacco di problemi, braccato come ero da Procura, Finanza, Nas e quant'altro. Che anche il resto della politica voleva "rompermi le gambe" (...) Finché Cesarone mi disse che era inutile che andassi da Del Turco a parlare soltanto. Che Del Turco si era incazzato e che in cambio di protezione volevano somme di denaro".

La musica della politica e le 19 volte
In principio, fu nel marzo del 2006, a Collelongo. 200 mila euro. "Cesarone mi disse. Vai a trovare Ottaviano e fai un po' tu: 100, 200. Lui prese i soldi senza fare domande e li mise nello scaffale della libreria". Quindi, il 3 maggio 2006. "100 mila. A Collelongo, o forse nella sede della Regione all'Aquila o a Pescara". Tre settimane dopo, il 31 maggio, "150 mila euro a Cesarone. A casa sua, o forse a "Villa Pini"". A metà ottobre, ancora nella libreria a Collelongo. "100 mila euro". Questa volta Angelini fa qualche domanda. E Del Turco, almeno così racconta, lo liquida: "Io non mi voglio sforzare a parlare di sanità, perché io amo la musica della politica. Per cui dimmi quale è il problema e poi magari parla con Quarta". Il 16 novembre 2006, "altri 100 mila a Collelongo", quindi due mesi di tregua. Il 16 gennaio 2007, "Chiama Cesarone e mi dice: "Ottaviano è incazzato perché non ti sei fatto più vivo. E la passeggiata mi costò altri 100 mila". Il 23 maggio, ancora Cesarone. Questa volta, dice Angelini, ha un tono tra il mellifluo e il minaccioso: "Decidi tu che fare, perché io ho a chi chiederli". Fanno "220 mila consegnati nella sede della giunta a Pescara". Otto giorni dopo, il 31 maggio, "altri 200 mila a Collelongo. Cesarone mi aveva detto: "Mò ci stanno le vacanze, Ottaviano c'ha la corrente". Insomma Un bacio di pantofole in piena regola". Non passa indenne neppure giugno. "100 mila a Cesarone, a Chieti, e 500 mila a Del Turco, non ricordo se a Collelongo o a Pescara". Il 4 luglio, "250 mila a Del Turco e, alla fine del mese, il 26, "750 mila a Cesarone, a casa sua a Francavilla". I pagamenti si interrompono solo ad agosto. "Il 10 settembre, 100 mila a Cesarone" e il 20 di quel mese, "con la solita procedura, 200 mila a Del Turco, presi dalla mia cassaforte". Il 9 ottobre, "100 mila a Francavilla, a casa di Cesarone" e il 24, "100 mila a Quarta, nella saletta della pasticceria Veronese a Chieti scalo". Il 2 novembre, i 200 mila di Collelongo (la consegna delle mele in cambio del contante) viene fotografata, ma non sarà l'ultima. "Il 9 novembre consegnai 300 mila a Cesarone e, il 27, 200 mila a Del Turco, a Collelongo".

Questa volta, non più sulla libreria. "Eravamo in cucina e chiesi a Del Turco: "Dove li metto? E lui mi disse: "Fai un po' tu. Mettili lì dentro". E così li infilai in un ripostiglio che c'ha sotto una specie di scala circolare". "C'erano altre persone?", chiede il pm? "No. Qualche volta è venuta la moglie, la titolare del ristorante di Roma "Il Bolognese", dove personalmente ho sempre mangiato pesante e anche pagato caro. Ma prima che mi costasse questo...".

16/07/2008

Documento n.7417

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