Dal Corriere della sera (12-2-06). Consumatori, la bussola per chi governerà

in Rassegna Stampa
Consumatori, la bussola per chi governerà Di MARIO MONTI In Italia, si registrano segni incoraggianti. Sia i sindacati che le organizzazioni imprenditoriali appaiono da qualche tempo più consapevoli dell’importanza della concorrenza, dalla quale in definitiva traggono vantaggio non solo i consumatori ma anche la generalità delle imprese e dei lavoratori. Di particolare interesse è l’insistenza della Confindustria per una vigorosa politica a favore della concorrenza, che pure può non incontrare, almeno nel breve periodo, l’entusiasmo della totalità delle imprese aderenti. Probabilmente, le maggiori organizzazioni imprenditoriali e sindacali vedono sempre più chiaro l’emergere di un conflitto nuovo: non più quello classico tra capitale e lavoro, quanto piuttosto un conflitto tra, da una parte, il capitale e il lavoro operanti nei settori esposti alla concorrenza e gli stessi consumatori e, dall’altra, il capitale e il lavoro capaci di fruire di rendite in quanto operanti in settori protetti. Nella misura in cui tali protezioni derivano da azioni dei pubblici poteri (ad esempio, fissazione di tariffe dei servizi professionali) o da loro omissioni (ad esempio, insufficienti interventi pro-concorrenziali nel settore energetico o della distribuzione commerciale), sia i consumatori sia le imprese (e i loro lavoratori) che sono utenti di quei servizi sono gravati da una tassa occulta . E’, in qualche modo, un altro "cuneo", come quello fiscale e contributivo che è determinato da tasse e contributi palesi . E’ importante affrontare il tema del cuneo fiscale e contributivo. Non meno importante è affrontare quello del cuneo da rendite. Tanto più che questo può essere ridotto senza problemi di copertura per il bilancio pubblico, ma semplicemente con appropriate modifiche nella politica della regolazione e della concorrenza. Nel programma dell’Unione, presentato ieri da Romano Prodi, si trovano indicati, tra l’altro, interventi specifici di notevole rilievo in tema di assetto concorrenziale dei mercati e di liberalizzazioni. Ad esempio, la liberalizzazione sembra essere completa per quanto riguarda la distribuzione commerciale, i farmaci e i taxi. Per quanto attiene ai servizi professionali, il "fuoco" appare concentrato sulle condizioni di accesso, sui prezzi e sulla pubblicità: una linea che appare ragionevole, e coerente con quanto suggerito dalla Commissione europea, e che evita l’attacco frontale, non essenziale e che sarebbe controproducente, agli ordini professionali come tali, ma che va al cuore di ciò che è essenziale. E’ facile immaginare le forti resistenze che tali provvedimenti, che ben si iscrivono in un orientamento a favore dei consumatori e della competitività, incontrerebbero in sede di realizzazione. Sarà importante vedere che cosa precisamente sarà indicato, in tema di concorrenza e liberalizzazioni, nel programma della Casa delle Libertà. Chissà se emergerà - senza che si sia neppure ricercato quell’accordo esplicito su pochi punti essenziali, suggerito su queste colonne il 3 gennaio scorso - un minimo di coincidenza tra i propositi delle due parti contendenti? In ogni caso, se la "bussola" dell’interesse dei consumatori verrà sempre più tenuta presente dall’opinione pubblica, chi chiede il voto per governare e chi poi governerà farà bene a non trascurarla. Di MARIO MONTI In Italia, si registrano segni incoraggianti. Sia i sindacati che le organizzazioni imprenditoriali appaiono da qualche tempo più consapevoli dell’importanza della concorrenza, dalla quale in definitiva traggono vantaggio non solo i consumatori ma anche la generalità delle imprese e dei lavoratori. Di particolare interesse è l’insistenza della Confindustria per una vigorosa politica a favore della concorrenza, che pure può non incontrare, almeno nel breve periodo, l’entusiasmo della totalità delle imprese aderenti. Probabilmente, le maggiori organizzazioni imprenditoriali e sindacali vedono sempre più chiaro l’emergere di un conflitto nuovo: non più quello classico tra capitale e lavoro, quanto piuttosto un conflitto tra, da una parte, il capitale e il lavoro operanti nei settori esposti alla concorrenza e gli stessi consumatori e, dall’altra, il capitale e il lavoro capaci di fruire di rendite in quanto operanti in settori protetti. Nella misura in cui tali protezioni derivano da azioni dei pubblici poteri (ad esempio, fissazione di tariffe dei servizi professionali) o da loro omissioni (ad esempio, insufficienti interventi pro-concorrenziali nel settore energetico o della distribuzione commerciale), sia i consumatori sia le imprese (e i loro lavoratori) che sono utenti di quei servizi sono gravati da una tassa occulta . E’, in qualche modo, un altro "cuneo", come quello fiscale e contributivo che è determinato da tasse e contributi palesi . E’ importante affrontare il tema del cuneo fiscale e contributivo. Non meno importante è affrontare quello del cuneo da rendite. Tanto più che questo può essere ridotto senza problemi di copertura per il bilancio pubblico, ma semplicemente con appropriate modifiche nella politica della regolazione e della concorrenza. Nel programma dell’Unione, presentato ieri da Romano Prodi, si trovano indicati, tra l’altro, interventi specifici di notevole rilievo in tema di assetto concorrenziale dei mercati e di liberalizzazioni. Ad esempio, la liberalizzazione sembra essere completa per quanto riguarda la distribuzione commerciale, i farmaci e i taxi. Per quanto attiene ai servizi professionali, il "fuoco" appare concentrato sulle condizioni di accesso, sui prezzi e sulla pubblicità: una linea che appare ragionevole, e coerente con quanto suggerito dalla Commissione europea, e che evita l’attacco frontale, non essenziale e che sarebbe controproducente, agli ordini professionali come tali, ma che va al cuore di ciò che è essenziale. E’ facile immaginare le forti resistenze che tali provvedimenti, che ben si iscrivono in un orientamento a favore dei consumatori e della competitività, incontrerebbero in sede di realizzazione. Sarà importante vedere che cosa precisamente sarà indicato, in tema di concorrenza e liberalizzazioni, nel programma della Casa delle Libertà. Chissà se emergerà - senza che si sia neppure ricercato quell’accordo esplicito su pochi punti essenziali, suggerito su queste colonne il 3 gennaio scorso - un minimo di coincidenza tra i propositi delle due parti contendenti? In ogni caso, se la "bussola" dell’interesse dei consumatori verrà sempre più tenuta presente dall’opinione pubblica, chi chiede il voto per governare e chi poi governerà farà bene a non trascurarla. ( Corriere della Sera del 12/02/2006 )

14/02/2006

Documento n.5668

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