Dagospia 5-9-2007 I MUTUI DELLA CASTA

in Rassegna Stampa
I MUTUI DELLA CASTA – I COLPACCI DI MELANDRI E ADORNATO – AL RIFONDAROLO FOLENA IL PRESTITO PIÙ RICCO (1.1 MLN DI EURO) – POVERO VIOLANTE, PAGHERÀ FINO A 85 ANNI - IL FONDO MARINI PER IL MATTONE – COSSUTTA AL “GIORNALE”: CASA MIA, NON DI MIA FIGLIA”… 1 - VA A FOLENA IL MUTUO PIÙ RICCO DEL PARLAMENTO… Fosca Bincher (alias Franco Bechis) e Stefano Sansonetti per “Italia Oggi” Et voilà, servito su un piatto il mutuo casa più ricco del parlamento. Attenzione, non è di Silvio Berlusconi, che a quanto pare le ville se le compra con il personale libretto degli assegni. È di un rifondarolo, meno giovane di quanto non dica l'aspetto: Pietro Folena, per anni giovane rampante comunista, pidiessino e diessino. E ora, poco prima di arrivare alla temuta soglia dei 50 anni (sorpassata alla vigilia dello scorso Ferragosto), ha strappato un milione e cento mila euro al Monte dei Paschi di Siena per acquistare una signora casa, anzi casona in viale Aurelio Saffi nella capitale. A dire il vero la nuda proprietà è della compagna trentacinquenne, e l'usufrutto di entrambi. Ma nell'atto di stipula del mutuo è scritto che «La banca Monte dei Paschi di Siena ha consentito di mutuare all'on. Pietro Folena e alla dott.ssa Rosalba (...), che hanno accettato col vincolo della solidarietà e della indivisibilità per i propri successori e aventi causa, la somma di 1,1 milioni di euro all'interesse del 4,180% nominale annuo...». Nel contratto sono comprese anche le clausole per eventuali modifiche future, con possibilità di tasso fisso all'interest rate swap lettera euro a 2,3 o 5 anni maggiorato di 0,550 punti annui. In caso di tasso variabile il riferimento sarà al tasso Euribor 6 mesi maggiorato di 0,550 punti. Per altro alla vigilia della conquista del nuovo immobile, Folena ha lasciato alla sua prima moglie («in attuazione degli accordi di separazione consensuale omologati dal tribunale di Roma») la casa che avevano comprato insieme nel lontano 31 maggio 1994, giorno della prima assemblea della banca d'Italia di fronte al governo Berlusconi, dall'Immobiliare multiservice srl per 230 milioni di vecchie lire. Altro mutuo, altra banca. Luciano Violante, ed è tipico dell'uomo politico, per acquistare casa dall'Auriga Immobiliare del gruppo Pirelli Re ha preferito non scendere allo sportello bancario della Camera dei deputati di cui era presidente in quell'estate del 2003. L'acquisto è stato stipulato il 25 luglio e il giorno stesso è stata accesa ipoteca volontaria a garanzia di un mutuo fondiario concesso dall'Unicredit di Alessandro Profumo, con cui c'erano ottimi rapporti anche personali. Il mutuo ha durata venticinquennale, per un capitale di 350 mila euro e un tasso annuo del 5,88 per cento. L'ultima rata verrà pagata da Violante al compimento del suo ottantacinquesimo anno di età insieme alla consorte, che è debitrice solidale e che all'epoca avrà raggiunto gli 86 anni. Non è l'unica proprietà immobiliare che i due coniugi hanno in comunione di beni. Risultano intestate all'ex presidente della Camera ancora alcune porzioni immobiliari in Cogne, paese di villeggiatura in Valle d'Aosta reso celebre per la tragedia della famiglia Franzoni. Alcune sono state acquistate ancora negli anni Ottanta e rivendute nel 1998. L'anno precedente era invece stata acquistata dalla famiglia un'altra porzione immobiliare dalla Cofipa di Roma, controllata da una finanziaria americana. Immobile e terreno sono stati intestati ai figli, lasciando la nuda proprietà ai genitori che lì passavano qualche settimana in vacanza... Un autentico colpaccio è stato messo a segno del ministro per lo sport, Giovanna Melandri. L'operazione portata a termine dall'esponente Ds nel 2005, infatti, le ha permesso di aggiudicarsi un appartamento romano che si erge a un tiro di schioppo dalla centralissima piazza Farnese. E forse, nel perfezionamento dell'acquisto, non deve essere stata del tutto indifferente la precedente esperienza accumulata della Melandri al ministero dei beni culturali (a capo del dicastero dal 1998 al 2001, con i governi D'Alema e Amato). Eh sì, perché l'appartamento fa parte di un immobile che in base alla legge era sottoposto al vincolo artistico, e quindi soggetto al diritto di prelazione da parte dello stesso ministero dei beni culturali. Prelazione che non è mai stata esercitata in tutti gli atti di cessione dello stabile che si sono succeduti dal 2002 al 2005. Sta di fatto che proprio nel 2005 il ministro per lo sport, al fine di mettere le mani sulla lussuosa casa del centro, ha contratto un mutuo con Unicredit del valore di 550 mila euro, di durata trentennale e con un tasso annuo del 3,250%. Da notare che il tasso di interesse, sulla base dell'accordo, risulta maggiorato da uno spread dello 0,75% annuo. Una condizione, quest'ultima, piuttosto di favore rispetto a una media degli spread del periodo che per un cittadino comune si aggirava stabilmente al di sopra dell'1%. Curioso, tra le altre cose, osservare che la Melandri ha acquistato la casa da una società immobiliare, la Regola prima srl, che a sua volta aveva stipulato un mutuo plurimilionario con Unicredit banca d'impresa. Il contratto serviva per acquisire tutto l'immobile sottoposto al vincolo artistico da un'altra società immobiliare, la Bernini srl, all'epoca totalmente partecipata da Pirelli Re (rientrante nella galassia di Marco Tronchetti Provera). La Regola prima srl, in particolare, ha ottenuto l'erogazione di un prestito di 21,1 milioni di euro, da restituire in 15 anni a un tasso annuo del 4,200%. Se quello della Melandri è un colpaccio, nella stessa categoria va fatta rientrare anche l'operazione portata a termine dall'azzurro Ferdinando Adornato, presidente della fondazione Liberal. In questo caso, a essere precisi, i mutui sono due, di cui uno estinto poco tempo dopo essere stato acceso. Quello tutt'ora in corso riguarda un accordo raggiunto nel 2002 con il Sanpaolo Banco di Napoli per l'acquisto di un appartamento a Roma, a due passi dalla Piramide. Il prestito convenuto ammonta a 129 mila e 114 euro, che Adornato si è impegnato a restituire all'istituto di credito in 5 anni, a un tasso semestrale dell'1,900%. Il contratto dice che gli interessi dovuti, pari all'Euribor a 6 mesi su base 365, sono maggiorati di uno spread semestrale di 0,40 punti percentuali. Nel 2004, invece, Adornato aveva acceso un altro mutuo con il medesimo istituto di credito per acquistare con la moglie Maria Teresa Elia un autentico gioiello: un appartamento, per un totale di 9,5 vani, situato a Roma tra il colle Aventino e le terme di Caracalla. L'accordo risale al 2005 e prevedeva l'erogazione di 550 mila euro, una durata di 25 anni e un tasso annuo del 5,500% (con spread nominale annuo fisso di 0,80 punti percentuali). Un paio di anni dopo, però, il mutuo è stato estinto. E Adornato, evidentemente per altra via, è riuscito a mantenere le mani sulla sua lussuosa dimora. 2 - MARINI, UNA VERA PASSIONE PER IL MATTONE HA COSTITUITO UN FONDO E DONATO AL FIGLIO… Da “Italia Oggi” Gli è costato un milione di euro, ma il presidente del Senato Franco Marini non ha ancora chiaro da chi abbia comprato il suo appartamento. Perché alle agenzie ha dichiarato di averlo acquistato dall'ex Inpdai, istituto di previdenza dei dirigenti d'azienda. Al registro del catasto l'immobile ai Parioli risultava invece di proprietà dell'Inpdap, istituto di previdenza dei dipendenti pubblici. Al momento dell'acquisto trasferito però alla Scip, società di cartolarizzazione del ministero dell'Economia. Così aveva stabilito il governo nel lontano 2001, e così sarebbe dovuto avvenire per casa Marini. Ma l'atto di trasferimento alla Scip non è mai stato registrato al catasto fino al 22 maggio 2007. Nello stesso giorno il presidente del Senato ha firmato insieme alla consorte Luisa D'Orazi l'atto di acquisto dalla Scip. È divenuta così di proprietà quella cantina un po' ammuffita descritta dal presidente del Senato . Al registro del catasto risulta ancora di superficie catastale di 355 metri quadrati, con una consistenza di 14,5 vani e una rendita catastale annuale di 3.332,44 euro. Allo stesso registro per altro risultano intestate a Marini 28 proprietà. Due immobili a Roma, altri due a Rieti e 24 terreni nella provincia natia de L'Aquila. Per preservare il proprio piccolo patrimonio immobiliare Marini ha costituito nel 1999 un fondo patrimoniale a lui intestato, cui son stati apportati i beni in regime di comunione con la moglie. Secondo il regolamento del fondo “le porzioni immobiliari costituenti il fondo patrimoniale stesso si possono liberamente alienare, ipotecare, dare in pegno o comunque vincolare solo con il consenso di entrambi i coniugi e senza autorizzazione giudiziale, ma non potranno essere espropriati da parte dei creditori. La destinazione del fondo termina a seguito di annullamento o dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio, oppure fino al compimento della maggiore età dell'ultimo figlio minore”. E in effetti una delle porzioni immobiliari di quel fondo, in via Foscari, è stata donata il 22 luglio del 2002 dallo stesso Marini al figlio Maurizio Davide, approfittando delle condizioni di neutralità fiscali stabilite dall'allora vigente legge che portava la firma di Giulio Tremonti. Con le nuove norme stabilite nel 2006 da Vincenzo Visco la musica sarebbe stata ben diversa... 3 - COSSUTTA: «APPARTAMENTO MIO E NON DI MIA FIGLIA»… Lettera di Armando Cossutta a “Il Giornale” Egregio signor Direttore, il Giornale non è bene informato. Non è vero che io abbia acquistato due appartamenti per le mie due figliole. È vero che mia figlia Maura ha acquistato l'appartamento nel quale abita con suo figlio da 26 anni: prima vi pagava l'affitto (1.300.000 lire al mese per 110 metri quadrati), poi, quando il palazzo in cui abita è stato obbligatoriamente messo in vendita per la legge 410 del 2001, lei ha usufruito del diritto di prelazione previsto dalla legge medesima sulle «cartolarizzazioni degli Immobili Pubblici» e l'ha acquistato su «mandato collettivo per l'acquisto di unità immobiliari ad uso residenziale non di lusso» con gli altri 89 coinquilini. Il secondo appartamento, di cui scrive il «Giornale», non è affatto di mia figlia Anna, la quale abita con suo marito in un appartamentino da loro acquistato più di venti anni fa, ma è di mia moglie e mio. Vi abitiamo da decenni (io, vecchio parlamentare in carica, e mia moglie con la quale sono felicemente sposato da 61 anni): lo abbiamo acquistato (100 metri quadrati esatti, tre locali più servizi) da una società privata un anno fa, quando il palazzo fu messo tutto in vendita, usufruendo del diritto di prelazione previsto dal Codice Civile. E come me hanno fatto gli altri coinquilini. Dagospia 05 Settembre 2007

06/09/2007

Documento n.6797

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