dagospia 19-7-2007 LA CASTA, TRA TESORI E TESORETTI – GRAZIE A CUMULI E CONTROCUMULI, MOLTI “BIG” DEL GOVERNO...

in Rassegna Stampa
LA CASTA, TRA TESORI E TESORETTI – GRAZIE A CUMULI E CONTROCUMULI, MOLTI “BIG” DEL GOVERNO GUADAGNANO ALLA GRANDE – TPS, TRA STIPENDIO DA MINISTRO, VITALIZIO E ASSEGNO BANKITALIA, SI PORTA A CASA 500.000 EURO L’ANNO – PRODI “SOLO” 300.000… Giampiero Di Santo, Emilio Gioventù e Stefano Sansonetti per “Italia Oggi” La storia si ripete. Le pensioni restano lì, da riformare e restano lì anche i superredditi, tra pensioni, vitalizi e lavoro, di chi dovrebbe intervenire sugli assegni di andata a riposo degli italiani. O almeno sull'età pensionabile, che dovrebbe essere aumentata. Basta guardare per credere o per stupire. Il ministro dell'economia, Tommaso Padoa Schioppa, può vantare un gruzzolo annuale di 500.000 euro, tra stipendio. E forte del tesoretto personale, al tavolo della trattativa per le pensioni il responsabile del dicastero di via XX settembre si siede e si alza col pugno di ferro. E tra chi sale e scende scaloni e scalini, il manipolo delle istituzioni ha una vecchiaia dorata garantita. Il reddito annuo del presidente del consiglio, Romano Prodi, per esempio, viaggia intorno a quota 300mila euro, somma garantita dai 199mila euro garantiti tra stipendio politico e vitalizio e gli 89mila euro e passa di gettito da altre pensioni. Più che sufficienti per qualche regalo ai nipotini. Qualche sfizio potrà toglierselo anche il ministro dell'interno, Giuliano Amato. Anzi più d'uno visto che il suo reddito annuo è quello più elevato tra coloro che abitano a palazzo Chigi. Candidato anche lui, come Tps, al pensionato d'oro dall'alto dei suoi oltre 500mila euro annui: 183.370,80 euro tra stipendio e vitalizio al quale devono aggiungersi 420mila euro garantiti da altra pensione. Sono cumuli e controcumuli, un privilegio concesso alla casta, tante addizioni fino alla fine dell'anno nel grande calderone del reddito complessivo: redditi da multinazionale della politica. Chi in questi giorni sulle pensioni dice, ridice, lancia appelli, trama, lavora, cuce e ricuce è sicuramente il ministro del lavoro. Lo deve fare per competenza; Ebbene, Cesare Damiano ai 183.370,80 euro, anche qui vale l'addizione stipendio-vitalizio, aggiunge 64mila da altre fonti pensionistiche per una considerevole cifra di poco più di 200mila euro l'anno. Viaggia a quote soltanto un po' più basse, anche se abita sul colle politico romano più alto, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Alla voce stipendio+vitalizio, i ragionieri del palazzo hanno annotato 222.993 euro annui, nella casella altra pensione invece figurano anche 141.882 euro. Sulle pensioni, intanto, tra poco ci sarà il momento di non ritorno, o si risolve oppure ci si spacca, intanto si soffre di vertigini dall'alto dello scalone dal quale il premier annuncerà a sindacati, moderati e soprattutto alla sinistra radicale il suo piano. Là in alto, comunque, la casta si zavorra col suo tesoretto. Per non parlare dei sottosegretari. Anche loro, infatti, sommano lo stipendio percepito in quanto componenti del governo al vitalizio conseguito dopo il loro passaggio parlamentare e a eventuali altri trattamenti pensionistici conseguenti allo svolgimento delle più svariate attività professionali. Cosa che, tanto per inziare a fare qualche esempio, contraddistingue la situazione del viceministro dell'economia, Roberto Pinza, che vanta uno stipendio mensile di poco più di 16 mila euro a cui può aggiungere un vitalizio di 9.387. Quest'ultimo ottenuto in conseguenza di 25 anni di anzianità contributiva. Che certo sono un'inezia rispetto agli anni di contributi su cui si dibatte oggi in vista di una sempre più sofferta riforma delle pensioni (oggi si parte da un minimo di 35 anni di contributi, ma già si guarda ampiamente ai 40). Stando così le cose, allora, i 25 anni di Pinza sembrano veramente niente, anche se risultano sin troppo cospicui rispetto a quelli di alcuni colleghi di governo. Si pensi al sottosegretario allo sviluppo economico, Alfonso Gianni, che gode di un bonus previdenziale di 6.590 euro (avendo un minoro numero di anni di contribuzione) a cui aggiunge il suo stipendio politico di 15.914 euro. Stessa sorte per Ugo Intini, viceministro degli esteri, che incassa 8.455 euro in virtù della sua eseperienza parlamentare, più 16.022 euro di indennità politica. Tra quelli che incamerano le cifre più alte, in conseguenza della somma stipendio-vitalizio, si colloca senzaq dubbio Elena Montecchi, sottosegretario al ministero dei beni culturali (9.947 euro di vitalizio, dopo più di 30 anni di contributi, a cui si aggiungono 15.614 euro di stipendio). Anche Giovanni Mongiello, sottosegretario al ministero dell'agricoltura nonscherza: porta a casa ogni mese 9.387 euro di vitalizio e 15.614 euro di stipendio. Così come nella fascia alta si inserisce di diritto il sottosegretario del ministero degli esteri, Fimiano Crucianelli, che mette insieme 9.947 euro di trattamento pensionistico (anche per lui più di 30 anni di sforzi contributivi) e 15.914 euro di stipendio. Ancora di livello elevato è il bottino che si aggiudica Lorenzo Forcieri, sottosegretario al ministero della difesa, che unisce 8.455 euro di bonus previdenziale e 15.914 euro di indennità politica. Dagospia 19 Luglio 2007

20/07/2007

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