Dagospia 03 Ottobre 2006. POLITICA, MA QUANTO MI COSTI?

in Rassegna Stampa
POLITICA, MA QUANTO MI COSTI? – IL GOVERNO PRODI SI CALA LO STIPENDIO DEL 30%, MA FAR MANGIARE I SENATORI CI COSTA QUASI 2MLN, I GRUPPI PARLAMENTARI 33MLN, PER L’IGIENE 2MLN E I PORTABORSE (DENUNCIA IL SEN. PARAVIA) VENIVANO PAGATI IN NERO… 1 - PRODI SI TAGLIA STIPENDIO: CALA DI 36.900 EURO MENO 30% PER MINISTRI E SOTTOSEGRETARI, RISPARMIATI 2,3 MLN EURO… (Ansa) - La scelta del 'rigore' costera' al presidente del Consiglio poco meno di 37 mila euro. A partire dal primo gennaio 2007 ogni mese Prodi prendera' il 30% in meno del suo stipendio lordo, che alla fine dell' anno avrebbe dovuto raggiungere 123 mila euro l'anno. A fare i conti in tasca al premier, ma anche ai ministri e i sottosegretari del governo Prodi, e' la relazione tecnica alla Legge Finanziaria. Il giro di vite sara' singolarmente piu' pesante per il Presidente del Consiglio che, pero', guadagna di piu'. Ma complessivamente l'apporto piu' sostenuto sara' dato dai sottosegretari, molti dei quali - tra l' altro - hanno rinunciato all' incarico parlamentare. I sottosegretari sono 76 e alla fine faranno risparmiare allo stato 1,7 milioni di euro. La puntigliosita' dei tecnici che hanno elaborato la finanziaria consente di scendere nel dettaglio. Lo stipendio del premier, che comprensivo degli oneri e' pari a 123.003 euro, scende a 86.101 euro. Di fatto dovra' applicare anche l' aliquota piu' alta prevista dall' Irpef al 43%. I ministri guadagnano invece decisamente meno. Lo stipendio, comprensivo degli oneri, e' di 82.002 euro. Loro vedranno ridursi la busta paga di 24.601 euro e alla fine dell' anno il loro ''guadagno'' sara' sceso a 57.401 euro. Con i nuovi scaglioni Irpef dovranno applicare anche la penultima aliquota del 41% che si paga sopra i 55.000 euro, mentre prima avrebbero dovuto applicare quella del 43%. Nel complesso i ministri daranno alla manovra 615.015 euro. Lo stipendio dei sottosegretari, comprensivo di oneri, e' invece pari a 73.930 euro e lascera' sul terreno della finanziaria 22.179 euro. In pratica da gennaio il trattamento economico annuo di un sottosegretario sara' sceso a 51.761. E quindi l' aliquota Irpef scende al 38%. Senza la decurtazione avrebbero invece dovuto applicare anche l'aliquota del 41%. Ecco la tabella, riportata dalla relazione tecnica, con gli effetti della riduzione del 30% dello stipendio per i membri del governo. N. STIPENDIO RIDUZIONE 30% RISPARMIO COMPLESSIVO - Presidente del Consiglio 1 123.003 36.901 36.901 (euro) - Ministri 25 82.002 24.601 615.015 (euro) - Sottosegretari 76 73.930 22.179 1.685.594 (Euro) RISPARMIO TOTALE 2.337.510 2 - SENATO: SALATO IL CONTO DEL RISTORANTE, 1 MLN 856 MILA EURO… (Agi) - Costa caro mangiare a Palazzo Madama:1.856.737,82 di euro. Questo il conto pagato dall’amministrazione per imbandire la tavola degli abitanti del Senato. Il rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2004, approvato stamani pressocche’ all’unanimita’, specifica che per "provviste e servizi di cucina per la ristorazione dei senatori" l’amministrazione spende 1.131.008,83. Mentre per il personale di Palazzo Madama la quota indicata a bilancio e’ di 725.728,99. E’ anche cara la "bolletta" dei servizi informatici: piu’ di 11 miliardi delle vecchie lire. Fra canoni di noleggio per attrezzature e programmi; acquisto di programmi informatici, canoni per collegamenti telematici, assistenza tecnico-applicativa, dispositivi e prodotti ausiliari e attivita’ di progettazione informatica, e’ di ben 5.825.384,43 di euro l’importo pagato dal Senato. La manutenzione del Palazzo, e qui c’e’ dentro di tutto, dai canoni per la riparazione delle fotocopiatrici alla manutenzione delle tappezzerie, alla pulizia ed al restauro delle opere d’arte, e’ un conto di 3.476.755,39 euro. Per le assicurazioni, non si sa mai, una buona polizza conviene sempre, il Senato spende 1.789.944,87 euro, dormendo tra due cuscini per la responsabilita’ civile verso terzi relativa a immobili, autoveicoli e dipendenti. 3 - SENATO: L'IDROVORA DEI GRUPPI PARLAMENTARI INGOIA 33 MLN EURO… (Agi) - Il pozzo senza fondo dei gruppi parlamentari continua negli anni a drenare risorse alla collettivita’. E’ arrivato a 33.885.025,02 di euro il contributo che Palazzo Madama distribuisce ai gruppi parlamentari. Un’altra voce del finanziamento del sistema dei partiti che, insieme ai rimborsi elettorali, riempiono le casse dei partiti e che i cittadini in un referendum, anni fa, dissero chiaramente di non volere. Il rendiconto delle entrate e delle spese per il 2004 del Senato, analitico e specifico nell’elencare ogni voce di spesa, nel caso dei gruppi e’ telegrafico: due soli voci, nessuna ripartizione fra i singoli gruppi, nessuna indicazione delle singole spese. Sono 15.935.459,81 di generico contributo a gruppi parlamentari e 17.949.565,21 di piu’ specifico contributo per "il supporto di attivita’ e compiti dei senatori connessi con lo svolgimento del mandato parlamentare". In totale 67 miliardi di vecchie lire. 4 - SENATO: 'TOILETTE D'ORO', L'IGIENE COSTA 2 MLN DI EURO… (Agi) - Piu’ che servizi igienici quelli del Senato della Repubblica sono "disservizi igienici" (parola di Roberto Calderoli) ma i costi per i servizi di pulizia ed acquisto di prodotti igienico-sanitari sono a sei zero: oltre due milioni di euro, precisamente 2.115.747,92. Quasi quattro miliardi di vecchie lirette che la Camera Alta ingoia annualmente, come mostra il rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2004 approvato all’unanimita’ dall’Assemblea, per tenere pulite le toilette che gia’ a meta’ giornata sono frequentabili solo con l’ausilio di maschere antigas. Toilette da anni nell’occhio del ciclone ed il senatore-questore Gianni Nieddu ha assicurato tutti che e’ allo studio un progetto di ammodernamento dei bagni per i senatori. Sempre il rendiconto delle entrate e delle spese mostra che a Palazzo Madama di posate vi e’ un bisogno continuo tanto che sono stati spesi quasi 33 mila euro, esattamente 32.913,07, per stoviglie e posate. Non meno economico il vestiario di servizio, 262.281,67. Per tende, guide rosse, biancheria, cifre da grand’hotel: 94.474,20. Per scarrozzare gli alti papaveri del Palazzo sono necassari 419.696,87 euro, cifra che deriva sommando il costo dell’autoparco ed il noleggio di autoveicoli. Bolletta milionaria per acqua, luce, gas e riscaldamento: 1.055.141,9 di euro, oltre due miliardi del vecchio conio. Per non parlare di quella telefonica: 1.174.785,69 euro. In epoca di internet, di digitale e tecnologie avanzate, viene mantenuto in vita un archeologico sistema di comunicazione: la posta pneumatica. Grava sul bilancio per "soli" 4.626 euro. Mentre, invece, per comunicazioni di ogni tipo il Senato spende 971.438,28 euro di corrispondenza. La voracita’ di spazio del Palazzo e’ tale che sono necessari ben 12.677.691,17 di euro spesi in "contratti di locazione" degli immobili. Milionarie anche le spese di rappresentanza: 3.039.271,41. Per non parlare del cerimoniale e delle onoranze funebri che al alazzo sono costate 373.489,62. La guardia d’onore costa 2.722.261,96. Mentre per pubblicare libri d’arte e di rappresentanza Palazzo Madama a speso 480.328,00, quasi quanto per mostre ed iniziative culturali, 504.632,59. Sempre tre volte in meno che per organizzare conferenze ed eventi che al bilancio dello Stato sono costati 1.562.748,87. 5 - PARAVIA (AN) DENUNCIA: PORTABORSE PER 10 ANNI PAGATI IN NERO… (Agi) - "Per un decennio e passa giovani laureati, alcuni anche con doppia laurea, hanno svolto per senatori e deputati, sia di centrodestra sia di centrosinistra, la loro prestazione professionale in nero. Oggi mi hanno confessato candidamente di non avere nessun anno di contribuzione previdenziale ed assicurativa perche’ hanno sempre percepito fra i 500 ed i 1.500 euro al mese in nero". Lo denuncia in aula Antonio Paravia, senatore di AN, alla prima legislatura, intervenendo nel dibattito sul bilancio di Palazzo Madama. "Quando qualcuno dei datori di lavoro di questi collaboratori - sottolinea Paravia - ha assunto incarichi qualificanti, presidente di commissione, questore, segretario, membro dell’ufficio di presidenza, essi si sono trovati ad avere il trattamento economico a carico dello Stato come per magia i loro stipendi grazie alla benevolenza delle amministrazioni, si sono trovati ad essere raddoppiati, in qualche caso, triplicati". Il senatore di AN resta basito alla risposta della direttrice generale del ministero del Lavoro che, da lui interpellata, dice Paravia, gli comunica "che c’e’ l’assenza di una qualificazione normativa che cioe’ il parlamentare che vuole comportarsi correttamente ha difficolta’ a trovare uno strumento normativo di riferimento chiaro e preciso". Paravia ricorda le forzature che ritiene non ammissibili segnalate dallo stesso Inps "il collaboratore parlamentare – dice - svolge la sua attivita’ con un badge identificativo rilasciato dagli uffici di sicurezza dei due rami del Parlamento, utilizza in una sorta di comodato gratuito, uffici, arredi, strumenti, insieme al proprio parlamentare in un rapporto si’ fiduciario che tale e’ e tale deve rimanere, ma che certamente non puo’ essere, come accade in molti casi strumentalizzato da un contratto a progetto solo ai fini di pagare minori oneri previdenziali e assicurativi". Antonio Paravia sottolinea come: "e' molto scorretto cio' che accade, personalmente non sono favorevole a scappatoie, peraltro spesso usate nel nostro paese, ma credo che il parlamentare nell’ambito della sua attivita’ debba avvalersi di personale qualificato". Nel sottolineare che ci sono casi di laureati particolarmente preparati ed esperti a cui viene affidato la responsabilita’ di predisporre bozze di disegni di legge o interrogazioni parlamentari, Paravia ricorda che una lettera a firma del segretario generale del Senato sostiene come "il contributo erogato mensilmente per il supporto di attivita’ dei senatori connessa con lo svolgimento del mandato parlamentare non ha alcun vincolo di destinazione rispetto a eventali prestazioni rese da terzi. La Camera invece ha sempre dato il contributo mirato per i collaboratori". Il senatore aggiunge che dovrebbe essere il ministro del lavoro a porsi il problema ma Cesare Damiano "e’ stato cosi’ impegnato con la rottamazione degli esseri umani, cioe’ a fare inserire la rottamazione dei dipendenti Fiat nel disegno di legge finanziaria, da pensare alla tutela dei diritti che diventano privilegi piuttosto che alle necessita’ rappresentati dai veri diritti delle nuove generazioni". Minaccia Paravia in conclusione: "se l’Inps e l’Inail potessero accedere alle informazioni sui badge identificativi delle persone che entrano in Senato come collaboratori, scoprirebbero pochissime iscrizioni contributive" e "mi auguro che piuttosto che ad un’assunzione globale, il Senato identifichi entro un mese o due una normativa specifica non dissimile da quella di tutti coloro che lavorano negli studi professionali". "Risolviamo il problema - esorta Paravia - perche’ esso sara’ riproposto in tutte le forme possibili". Dagospia 03 Ottobre 2006

03/10/2006

Documento n.6349

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