Da Dagospia 4-5-07. LOTTIZAZIONE NEL NUOVO MILLENIO - NOMINE: ECCO LA GRANDE SPARTIZIONE

in Rassegna Stampa
LOTTIZAZIONE NEL NUOVO MILLENIO - NOMINE: ECCO LA GRANDE SPARTIZIONE – LA SINISTRA RADICALE RESTA A BOCCA ASCIUTTA E IL MINISTRO FERRERO MINACCIA: “SE NON SIAMO BUONI PER DISCUTERE, NON SIAMO NEANCHE BUONI PER VOTARE” – CHI COMANDA E DOVE… Lo spoils system vero e proprio non c’è stato, ma nel primo anno di governo sono almeno una cinquantina le poltrone «pesanti» che hanno cambiato titolare, e soprattutto colore. «Nomine a senso unico - ha denunciato mercoledì il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano -. Tutte fatte a uso e consumo del nuovo Partito democratico». Decise vuoi da Palazzo Chigi, vuoi dal Tesoro, «senza mai consultarci», lamenta ora il Prc che spara a zero contro Prodi, i Ds e la Margherita. Dopo aver parlato di «nuova questione morale», ieri Giordano è tornato alla carica annunciando che il suo partito voterà contro il governo e nelle commissioni a tutte le nomine avanzate senza una discussione politica di settore condotta «in modo collegiale». Argomenta il ministro Paolo Ferrero: «Se non siamo buoni per discutere, non siamo neanche buoni per votare». Mentre nell’opposizione regna il silenzio, a dar man forte a Giordano provvede il «volonteroso» Paolo Messa, che sul sito on line della rivista «Formiche» parla di «scelte opache» e accende un faro sulla ricca Cassa Depositi e Prestiti. IL CASO FERROVIE… Il «gocciolone» che ha fatto traboccare il vaso è stato quello delle Ferrovie. All’assemblea del 27 aprile l’azionista Tesoro ha infatti riconfermato il presidente Innocenzo Cipolletta e l’ad Mauro Moretti, assieme al consigliere uscente Clemente Carta. «Consiglio troppo sbilanciato a destra - denuncia il responsabile trasporti del Prc Ugo Boghetta e a sua volta candidato in pectore in quota Rifondazione -. Il primo è uomo di Confindustria, il secondo è un ds con un lungo passato nel gruppo, e quindi non è nemmeno esente da una certa quota di responsabilità, il terzo è addirittura un consigliere Udc nominato da Berlusconi!». Nemmeno le new entry, il dirigente del Tesoro Stefano Scalera, e un ex ministro dei governi Amato, Ciampi e Dini come Paolo Baratta soddisfano Giordano e C. «Cosa c’entrano questi con le Ferrovie? Prima di decidere queste nomine - spiega Boghetta - il Parlamento doveva discutere il piano d’impresa, non lasciarlo nelle mani di Moretti e del Tesoro». I «TECNICI» DI TPS… A 24 ore di distanza dal primo siluro i vertici di Rifondazione sono convinti che il messaggio, diretto innanzitutto al governo, sia arrivato. «Adesso vediamo che risposte ci daranno». Il sindacato si chiama fuori: «Sono beghe che riguardano gli equilibri della maggioranza» taglia corto il segretario della Filt Cgil Fabrizio Solari. Dal Tesoro nessun commento: perché, si fa capire, Padoa-Schioppa di nomine in questi mesi si è occupato solo in rari casi. In occasione del rinnovo del vertice dell’Alitalia, che in vista della privatizzazione è stata affidata a un esperto di diritto societario come Berardino Libonati e a un team di tecnici, e quando si è trattato di scegliere il presidente della Cassa Depositi e Prestiti. Alla cui presidenza nel novembre scorso è stato chiamato Alfonso Iozzo, ex ad del Sanpaolo e «amico di lunga data» di Padoa-Schioppa e del leader dei Ds Piero Fassino. TESSERE E CASACCHE… Nel resto del consiglio della Cdp, però, non sfuggono la presenza dell’ex ministro ds Franco Bassanini, da pochi giorni nominato vicepresidente, e dell’ex senatore piemontese della Margherita Renato Cambursano. Tra i nuovi presidenti delle autorità portuali il partito della Quercia, che a piazza della Croce Rossa ha piazzato il viceministro Cesare De Piccoli, conquista tre poltrone su 5 (Bari, Trieste e Livorno) e spinge per nominare a Civitavecchia l’ex sindaco Tidei. L’Autorità di Taranto è finita in orbita Pdci, quella di Brindisi ad un ulivista. Al tandem Pdci-Margherita sono invece andate le due poltrone che si sono liberate all’Enav, l’Ente nazionale per l’assistenza al volo. All’Anas, la scorsa estate, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro è riuscito a piazzare il suo avvocato personale, Sergio Schicchitano, ed Enrico Della Gatta (responsabile trasporti dell’Idv), mentre un consigliere è andato ai Ds e uno a Forza Italia. ESPERTI O MADE IN BOLOGNA… In molti casi le scelte di governo e ministeri sono cadute su esperti, professionisti, docenti universitari, manager di lungo corso, preferibilmente di quella «scuola Iri» tanto cara a Romano Prodi. Questo vale per Alitalia come per Sviluppo Italia (presidente Nicolò Piazza, ad Domenico Arcuri, consigliere Maurizio Prato, che è anche presidente di Fintecna), come per la Sogin dove a occuparsi di impianti nucleari le Attività produttive hanno chiamato un docente della Sapienza, Maurizio Cumo, un manager Enel e un docente della Bocconi. Legami oppure origini bolognesi per i commissari Consob Michele Pezzinga (ex Caboto) e Luca Enriques, docente di diritto commerciale. Per l’Agenzia delle entrate il viceministro Vincenzo Visco ha richiamato a Roma il fedelissimo Massimo Romano, mentre a integrare i vertici dell’Antitrust i presidenti di Camera e Senato hanno pescato i nomi di Piero Barucci, area Margherita ed ex ministro del Tesoro con Amato, e di Carla Rabitti Bedogni, docente di diritto dei mercati finanziari e dal 2002 commissario Consob. CINEMA «DEMOCRATICO»… Anche il cinema, come direbbero quelli di Rifondazione, «è finito in mano al Partito democratico». Il vicepremier Francesco Rutelli ha infatti indicato Alessandro Battisti (Margherita) alla presidenza di Cinecittà Holding, l’ex senatore ds Stefano Passigli all’Istituto Luce e Irene Bignardi, critico cinematografico di area ds, a Filmitalia. Sempre in area Ulivo va poi conteggiato il neo-commissario dell’Istituto italiano della montagna Luigi Olivieri (responsabile montagna dell’Ulivo ed ex parlamentare), e Filippo Andreatta. Il figlio dell’ex ministro, scomparso di recente, a fine febbraio è stato infatti nominato nel cda del colosso Finmeccanica in quanto «esperto di politiche e relazioni internazionali». E a fine maggio i soci, tra cui il Tesoro, sono chiamati a ratificarne la nomina. Dagospia 04 Maggio 2007

07/05/2007

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