Da dagospia (29-9-06) ALL'ESAME DEL SANTANDER UN'OPA SU CAPITALIA (E, IN SUBORDINE, A MPS)

in Rassegna Stampa
ALL'ESAME DEL SANTANDER UN'OPA SU CAPITALIA (E, IN SUBORDINE, A MPS) LA TRAPPOLETTA DI PRODI DI FAR COINCIDERE L'AUTODIFESA CON LA FINANZIARIA ARIA DI INCIUCIO SILVIO-ROMANO - PERRICONE ACCHIAPPA CHIAPPETTA – NAGEL STOP 1 – LA TRAPPOLETTA DI PRODI DI FAR COINCIDERE L'AUTODIFESA CON LA FINANZIARIA È STATA STUDIATA BENE – ARIA DI INCIUCETTO SILVIO-ROMANO Bisogna avergli lavorato accanto almeno trenta anni per capire il carattere di Romano Prodi. E forse non basta. Solo la moglie Flavia e Enrico Micheli, il resuscitato braccio destro del Professore, sono in grado di interpretare la sua ostinatezza e il disprezzo che prova verso gli avversari. Dietro il riso amaro di ieri alla Camera c'è il Prodi più caparbio e cattivo che a costo di sfiorare il ridicolo e il gelo degli alleati insiste in quella che un giornale oggi definisce la "strategia della tigna", e ripete per otto volte la difesa di quell'Iri che una volta ha definito "il mio Vietnam". Per molti minuti si è rivissuta la scena dei Mondiali di calcio dove sui banchi c'erano i deputati che gli gridavano frasi alla Materazzi, e lui che dalla fessurina scavata nel volto ripeteva con insistenza la stessa frase e piegava la testa alla Zidane. La testata di Prodi-Zidane contro chi gli urlava "figlio di mamma Iri" è arrivata a negare qualsiasi esproprio della rete in nome di un interesse pubblico che "sarà assicurato non dalla proprietà ma da un insieme certo di regole chiare e trasparenti...il modello Iri è stato abbandonato dal Paese a partire dai primi anni '90 e non sarà certamente il Governo di centrosinistra da me presieduto a tornare indietro". La telecommedia era stata preparata con cura, sia dallo staff di Prodi che dalle truppe del centrodestra, ma nessuno ha capito che il 67enne Professore di Scandiano ha nel Dna una quota di arroganza e di supponenza che lo portano ad accusare i colpi per poi reagire con il cinismo e il distacco di un Andreotti. Dopo gli anni trascorsi all'Iri Prodi ha scoperto le trappole della politica. A volte ci casca, come gli è successo nell'ottobre del '98 quando ha lasciato Palazzo Chigi per le manovre incrociate di Bertinotti e Marini. Altre volte riesce a saltare gli ostacoli come è successo ieri quando ha fatto cadere l'audizione in Parlamento alla vigilia di una Finanziaria che è un dossier ben più grande del rapporto Rovati che dice di non aver mai letto. Di fronte a un macigno grande come quello della Finanziaria è inevitabile che scatti la domanda: "Rovati chi?, Tronchetti chi?". Uomini piccoli e personaggi secondari rispetto a problemi ben più corposi e vitali per il Paese. La trappoletta di Prodi di far coincidere l'autodifesa con la Finanziaria è stata studiata bene. L'ha capito perfino Berlusconi, un altro corpo estraneo alla politica, che con il passare gli anni comincia a conoscere le sfumature e gli intrighi. E ieri mentre la sua tifoseria urlava dai banchi "Nomisma!, Cirio!" ha fatto un cenno seccato per zittire la gazzarra. Il silenzio del Cavaliere che negli ultimi tempi ha smesso di attaccare il Professore è davvero strano, come strana è l'assenza di polemica da parte di Prodi nei suoi confronti. Non a caso qualcuno comincia a parlare di inciucio e inciucietto, cioè di qualche trama nascosta che i due starebbero tessendo per spalancare le porte a un ritorno di Berlusconi sulla scena industriale, favorito dallo stesso Prodi. Fantapolitica o fantaindustria? 2 – UE’, SI E’ SVEGLIATO COSTAMAGNA Mentre Prodi ballava il rap in Parlamento sono saltati i nervi a un suo amico e collaboratore. Non si tratta di Angelone Rovati che chiuso nel suo studio ha seguito con le lacrime agli occhi l'esibizione del suo amico Presidente, bensì di Claudio Costamagna, il 50enne ex-banchiere di Goldman Sachs che dal 14 settembre è stato indicato come l'autore del famoso Rapporto su TelecomItalia. Quelli di Goldman Sachs saranno certamente dei "draghi" della finanza, ma devono avere evidentemente i riflessi un po' lenti perchè prima di reagire quando sono chiamati in causa in modo plateale, ci pensano e ci ripensano più di quanto abbia impiegato Michelangelo a dipingere la Cappella Sistina. La casa madre di New York è scesa in campo solo nei giorni scorsi per smentire qualsiasi coinvolgimento nel Progetto Rovati, e oggi finalmente Costamagna dichiara a Daniele Manca del "Corriere della Sera" che con Telecom e con il Rapporto di 28 pagine non ha nulla da spartire: "che centro io? Sono forse consigliere di Palazzo Chigi? No. Di quella questione non ne so nulla. Nulla". E dopo aver riaffermato la sua personale amicizia con Angelone Rovati e con il Professore (che la moglie di Costamagna ha finanziato nella campagna elettorale) il top-banchiere lancia un urlo sdegnato: "io vivo a Londra, ho lasciato la Goldman Sachs perchè avevo un mio progetto che sto portando avanti e che mi permetterebbe di tornare a vivere parzialmente in Italia. Ma a questo punto mi chiedo: sto facendo la scelta giusta?". Con la presunzione tipica di chi parla in italiano ma pensa in inglese, l'ex di Goldman Sachs arriva a identificare la sua sorte con quella dell'Italia e dice: "Se questo basta a far finire nel frullatore della politica una persona, c'è di che preoccuparsi per le sorti di questo Paese". Sembra il linguaggio di un emigrante di Brooklyn che torna al paesello con la Rolls Royce. 3 – DESARIO ONORARIO, DE BORTOLI BACCHETTA DRAGHI "Ringraziandola per la preziosa collaborazione svolta in 47 anni di attività, Le porgiamo distinti saluti". E' questo il tono del congedo che il Consiglio Superiore della Banca d'Italia ha rivolto ieri pomeriggio intorno alle 17 a Vincenzo Desario, l'uomo che per quasi mezzo secolo ha seguito i grandi risiki bancari e ha servito con timidezza cinque Governatori. Via Nazionale ha voluto fare di più e in segno di riconoscenza lo ha nominato Direttore Generale Onorario, una carica che non era mai apparsa nell'album delle onorificenze. Già i Governatori e i presidenti onorari appartengono alla categoria dei "monumenti sacri"; adesso si aggiunge anche quella dei direttori generali onorari e Ferruccio De Bortoli non si fa passare il gusto di dare una bacchettata al Governatore Draghi perchè - scrive il suo giornale - quella di ieri "è una scelta che va rispettata ma non presa necessariamente a modello per la governance delle pubbliche istituzioni". 4 – ALL'ESAME DEL SANTANDER UN'OPA SU CAPITALIA Per saperne di più su Capitalia bisogna andare ad Amsterdam e a Madrid. Gli gnomi di Abn Amro non sembrano aver digerito i "sassolini" grossi come pietre che sabato scorso Cesare Geronzi si è tolto dalle scarpe durante la Convention dei dirigenti della Banca. Il presidente di Capitalia ha raccontato dettagli coloriti e succulenti sugli ultimi incontri con il presidente di Abn Amro Rijkman Groenink e ha fatto anche una battuta pesantuccia sull'andamento della gestione di Antonveneta, l'istituto strapagato dagli olandesi. Oggi arriva la notizia che Dolf Collee, il 54enne consigliere responsabile delle attività europee e di Antonveneta, lascerà Abn Amro "perchè (così scrive il "Sole 24 Ore") è giunto il momento di dividere le strade". Se Cesarone è andato giù così pesante con i soci che detengono il 7,7% di via Minghetti deve aver avuto le sue buone ragioni. Evidentemente ha sulla pelle la sensazione che gli olandesi hanno un qualche problema in casa e che la loro stessa struttura azionaria è troppo simile a una public company per consentire loro di lanciare Opa sul mercato italiano e conquistare altre posizioni. Abn Amro è ingessata in Capitalia ed è alle prese con l'integrazione di Antonveneta che la espone perfino alle critiche del "Wall Street Journal". Cadono così le illazioni circolate nelle settimane scorse su una possibile scalata degli olandesi alla banca romana. Il Patto di sindacato di Capitalia scadrà nel 2008 e sarà curioso vedere chi Abn Amro designerà nel consiglio di amministrazione che scade invece alla fine di quest'anno. Non c'è trippa per gatti - ha detto in pratica Geronzi alle sue truppe - lasciatemi lavorare perchè abbiamo un anno di tempo per ricostruire un Patto di sindacato dal quale tra poco uscirà la Pirelli di Tronchetti Provera e che non può ruotare soltanto sulla fedeltà di azionisti sicuri come la famiglia Toti che detiene l'1,8%, la Fininvest di Berlusconi e la Fondiaria-Sai di Totuccio Ligresti. Ma ce l'avrà il tempo Geronzi per tessere la sua trama e "costruire il futuro" (era questo lo slogan della Convention di sabato scorso)? Qui entrano in ballo le voci che arrivano da Madrid e dal Santander, la banca che sgomita dentro il SanPaolo perchè non riesce ancora a digerire la fusione nella Sant'Intesa. L'operazione del massiccio Salza e di Abramo-Bazoli diluisce la quota nella holding di Torino dal 7,7 al 4,2 e non piace affatto a Emilio Botìn, il padre-padrone del Santander che con il suo carisma domina il panorama finanziario e industriale della Spagna. Anche i giornali madrileni non credono a una sua silenziosa partecipazione alle nozze tra le due grandi banche di Milano e di Torino. Negli articoli ricorrono le parole "contentino y vendetta" e l'accento viene posto su una sorprendente contromossa per mantenere intatto il peso del Santander in Italia, piuttosto che a un costoso risarcimento. Si parla - è vero – anche di risarcimento e a questo proposito si accenna alla possibilità che il Santander venga compensato dal SanPaolo con il 100% di Finconsumo, la società specializzata nel credito al consumo, che fa parte degli assets del SanPaolo. Ma i commentatori spagnoli mostrano di credere maggiormente a un Botìn scatenato che continua - insieme al suo amministratore delegato, Alfredo Sàenz Abad - a credere sempre di più all'espansione sul mercato italiano. Conoscendo il carattere di "don Emilio" (Botìn), si parla a Madrid di una mossa a sorpresa ("en el momento màs inesperado") e su manovre che sarebbero già allo studio con l'aiuto di Lehman Brothers e Credit Suisse. L'offensiva spagnola vorrebbe ricalcare la scalata di Paribas alla Bnl di Luigino Abete, ed è per questa ragione che i rappresentanti del Santander nel consiglio di amministrazione del SanPaolo (Alfredo Sàenz, Manuel Varela, Ettore Gotti Tedeschi) si mostrano per ora silenziosi e indifferenti. I progetti di fattibilità all'esame del Santander sarebbero due e prevederebbero un'Opa in piena regola su Capitalia e, in subordine, a Monte Paschi di Siena. 5 – PERRICONE ACCHIAPPA CHIAPPETTA Antonello Perricone, nuovo amministratore delegato di Rcs Mediagroup, ha fatto la prima mossa e ha scelto il primo collaboratore dopo l'uscita di Colao Meravigliao e dei suoi "boys". Per il ruolo di direttore relazioni esterne e comunicazione, l'Antonello amico di Luchino e di Diego Della Valle non è andato alla McKinsey o alla Bocconi, ma ha pescato in casa e ha piazzato Pasquale Chiappetta sulla sedia che era occupata da Carlo Fornaro. Chiappetta ricopriva in Rcs l'incarico di direttore rapporti istituzionali, cioè dialogava con Assolombarda, Fieg, Assonime, Consob, ecc. Continuerà a farlo, ma dovrà curare anche l'immagine del Gruppo e i rapporti non sempre facili con la stampa. 6 – STOP PER NAGEL A Piazzetta Cuccia l'orologio del potere si è fermato. Dieci giorni fa sembrava che stesse per partire il nuovo organigramma con Galateri di Genola presidente alleggerito di alcune deleghe e Alberto Nagel promosso alla carica di amministratore delegato. Gli uscieri del tempio di Enrico Cuccia dicono che l'operazione, alla quale si aggiungeva la nomina di Renato Pagliaro come unico direttore generale, è stata bloccata dopo le rivelazioni che hanno portato alla luce l'acquisto da parte di Nagel di un consistente pacchetto di azioni della stessa Mediobanca. Tra le plusvalenze sulle stock options e lo stipendio di 2,5 milioni lordi, il 40enne Nagel ha messo da parte un tesoretto che si aggira sui 21,5 milioni di euro, e parte di questi sono stati investiti nell'acquisto di azioni. Da qui lo stop che sarebbe arrivato al nuovo organigramma di piazzetta Cuccia dove è ancora fresco il ricordo di Vincenzo Maranghi che nell'aprile 2003 lasciò le stanze della merchant bank rifiutando la buonuscita. Dagospia 29 Settembre 2006

30/09/2006

Documento n.6354

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