Da Dagospia (22-5-06) RIMOZIONE “PRIORITARIA” PER SARMI - ROSSI: PATTO POTERI FORTI-MAGISTRATURA

in Rassegna Stampa
RIMOZIONE “PRIORITARIA” PER SARMI - ROSSI: PATTO POTERI FORTI-MAGISTRATURA 1 – SI SCRIVE GOLDMAN SACHS, SI LEGGE PRODI, DRAGHI, PADOA, TONONI I 24mila dipendenti di Goldman Sachs guadagnano in media 520mila dollari l'anno, un buon motivo per essere felici. Ad essere felici nel palazzo di Manhattan in Broad Street a New York, sono in queste ore i due capi della banca d'affari più potente del mondo, Henry Paulson e Lloy C. Blanckfein, il presidente operativo. Dall'Italia cominciano finalmente ad arrivare buone notizie. A gennaio il loro capo delle ricerche economiche, Jim O'Neill, aveva ironizzato pesantemente al Forum di Davos sulla situazione del nostro Paese: "vi restano solo cibo e un po' di calcio". Poi è arrivata la nomina a Bankitalia di Mario Draghi (ex-vice presidente di Goldman Sachs per l'Europa) e poco tempo dopo anche Mario Monti è entrato nella Banca fondata nel 1869 da due immigrati tedeschi, Marcus Goldman e Samuel Sachs. Adesso al governo c'è Romano Prodi, il Professore di Bologna che conosce il tempio della finanza dai tempi dell'Iri, e che è stato un protagonista di molte privatizzazioni (soprattutto quella del Credit) che si sono rivelate assai proficue. Accanto a lui c'è Tommaso Padoa Schioppa, un uomo che è una garanzia per i banchieri angloamericani e a sorpresa è stato infilato nella squadra del ministero dell'Economia, Massimo Tononi, un uomo di Goldman Sachs, 41 anni, due figlie e una laurea alla Bocconi (la madre di tutti i sapientoni). Sembra di rileggere il vecchio copione degli anni '90 con gli stessi personaggi, e le stesse merchant bank. L'unica variante è rappresentata da Padoa Schioppa perchè nella stagione delle privatizzazioni "felici" al Tesoro c'era Carletto Ciampi. Alla Twister Communication di Milano, la società che cura l'immagine di Goldman Sachs in Italia, negano le analogie e le insinuazioni (che filtrano invece in abbondanza dall'entourage di Giulietto Tremonti). La vera ragione che preoccupa la trimurti dell'economia costituita da Prodi, Draghi, Padoa Schioppa, è la paura che le agenzie internazionali di rating possano emettere a breve un verdetto pesante sulle finanze italiane. Per coprirsi le spalle la coperta di Goldman Sachs è una delle migliori che la trimurti può scegliere anche se non è ancora chiaro quanto questa predilezione potrà costare. 2 – LE DISAVVENTURE DI PUFFO PELUFFO L'organigramma del Quirinale è quasi al completo e il sito Internet della Presidenza della Repubblica è stato aggiornato. Solo una casella resta da riempire, quella del portavoce del presidente Napolitano che non ha ancor deciso in merito alla sorte di Paolo Peluffo, il giornalista che in questi anni ha seguito Carletto Ciampi all'ombra del potente Gaetano Gifuni. Peluffo, originario di Savona, ha 43 anni, si è laureato in filosofia alla Normale di Pisa e ha scritto un libro su Guido Carli diventando anche vice-presidente della Dante Alighieri. L'uomo è vivace e a Imperia (la città dove regna quel genio della politica che è l'ex ministro Claudio Scajola) ricordano ancora l'incidente del marzo 2004. Durante una visita ufficiale di Carletto Ciampi lo svelto Peluffo non fu riconosciuto da un poliziotto con il quale nacque un vivace alterco; l'agente per nulla intimidito gli sferrò un terribile calcio negli stinchi e il portavoce cadde svenuto sul selciato di piazza Cavour. Giorgio Napolitano, che ha riconfermato Arrigo Levi alle relazioni esterne del Quirinale, ha in mano una rosa di nomi. Tra questi c'è anche il nome di un giornalista al quale il posto di Peluffo piacerebbe da morire. E' Marcello Sorgi, l'ex direttore del Tg1 e della "Stampa", il quotidiano di Torino dove l'attuale direttore, Giulio Anselmi, fa esercizi quotidiani di maso-eroismo pubblicando le telefonate di Moggi & Company. 3 – RIMOZIONE “PRIORITARIA” PER SARMI Nell'ultimo giorno al ministero Mario Landolfi, il politico casertano con la faccia da boyscout grasso che guidava le Telecomunicazioni, ha compiuto l'unico atto per il quale forse sarà ricordato. Con una firma su un decreto ha abolito la posta ordinaria che d'ora in avanti sarà tutta priorità al costo di 60 centesimi per ogni affrancatura. Il decreto è stato messo sotto il naso del ministro da Massimo Sarmi, il manager dalle orecchie generose che è sbarcato alle Poste con la benedizione di An e che uscirà dalle Poste anche grazie all'ultimo atto dell'ineffabile ministro di An. Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale proprio venerdì, quando Prodi si insediava a Palazzo Chigi, e questo esordio con un primo rincaro del 33% per ogni lettera, non gli è affatto piaciuto. Nelle casse delle Poste entreranno 220 milioni di euro e Sarmi può esibire un bilancio positivo della sua gestione, ma per il Governo appena insediato la sua rimozione è considerata "prioritaria". 4 – BISCARDI IN ESILIO SU ODEON-TV Dopo il licenziamento da "La7", Aldo Biscardi sembra aver già trovato una nuova collocazione per sé e per il suo "Processo". A ospitare lo storico programma televisivo in coincidenza con i mondiali di Germania 2006, dovrebbe essere Odeon Tv, il circuito che fa parte della società Profit di Raimondo Lagostena. Le trattative sembrano ormai vicine alla chiusura e sono condotte dal direttore generale, Anna Di Sabato, e dal direttore dei programmi di Odeon Stefano Arquilla. Il proprietario di Odeon ha dato mano pressocchè libera sul fronte dei costi poichè considera l'acquisto di Biscardi un'occasione che vale quanto la popolarità di Gianfranco Funari e Vittorio Feltri, gli altri due protagonisti di Odeon. Questo ottimismo è confortato soprattutto dalle previsioni di Domenico Marasco, amministratore delegato della concessionaria di Odeon Tv, Elaia, che ritiene di poter superare la raccolta pubblicitaria garantita da Biscardi a "La7", una rete definita "radical chic" nella quale la grammatica di Biscardi faceva rabbrividire anche Afef Tronchetti Provera. 5 – I GIANDUIOTTI DEL SAN PAOLO SI MANGIANO I SAPORELLI DI SIENA Il massiccio presidente del San Paolo, Enrico Salza, sta scaldando i muscoli. Ai bordi del campo dove tra poco inizierà la partita per il risiko bancario, il dossier sulla fusione tra la banca torinese e MontePaschi è ormai completo. Gli ultimi ritocchi li stanno dando il direttore generale del San Paolo, Enrico Modiano, marito della neo-ministra ingioiellata, Barbara Pollastrini, e Giuseppe Mussari, il banchiere dei Ds, entrambi amici del torinese Piero Fassino. Si sa già che la direzione della finanza operativa sarà spostata a Milano e che dopo la relazione del 31 maggio che Draghi terrà a Bankitalia, si accenderà il semaforo verde. Tra gli altri movimenti dentro MontePaschi c'è da segnalare in queste ore l'uscita di Diego Lifonti, l'uomo che da due anni e mezzo guidava la comunicazione, sostituito da Davide Rossi. A Torino invece il massiccio Salza, classe 1937, è tranquillo e l'unico piccolo fastidio gli arriva da un filosofo cattolico di nome Rocco Buttiglione che si è messo in testa di fare le scarpe al sindaco Chiamparino. In privato e in pubblico Buttiglione polemizza con il banchiere, con Franzo Grande Stevens e con i poteri forti della città. Il vecchio Salza, che il filosofo ha soprannominato "Hermann von Salza" (Gran Maestro dell'Ordine Teutonico), se ne fotte altamente e prepara l'Opa con la quale i gianduiotti torinesi mangeranno i saporelli di Siena. 6 – ROSSI: PATTO TRA POTERI FORTI E MAGISTRATURA Una domenica da cani. Guido Rossi, il superavvocato che deve fare il ripulitore del calcio, ha sofferto per tutto il giorno di una terribile emicrania. Nel suo ufficio milanese di via Deiva ha camminato da solo in lungo e in largo attraverso le stanze, tappezzate di pandette e di parcelle, cercando la soluzione e il cavillo che possono rimettere panni decenti sulle divise sporche del pallone. L'equazione da risolvere (gratis!) è terribile, e SuperGuido, laureato a Pavia a 22 anni, deve conciliare gli opposti. Come si mettono insieme il diritto di Giustiniano e le telefonate di Moggi?, come si può applicare il codice Rocco del 1930 alla storia della Juventus che risale al 1897? Nel minestrone giudiziario ci sono tutti: Franco Carraro, Ilaria D'Amico, Gaucci, Della Valle per non parlare dei "colleghi" Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, principi del "foro" che ormai è diventato un buco nero, anzi bianconero. In latino non esiste la parola "casino" ma questo agli occhi di Guido Rossi è un lupanare e Dio solo sa perchè ha accettato di fare (gratis!) il grande ripulitore. Per vanità?, per la voglia di salvare i poteri forti di Torino e di Roma dove c'è quel Cesare Geronzi che si è seduto davanti alla sua scrivania per suggerire la soluzione Antonveneta? Alle 8 di sera SuperGuido era stremato, ma alla fine è arrivato il lampo geniale: "nullum crimen, sine culpa". Così si chiama nel diritto il principio del codice penale che regola la "responsabilità oggettiva". La conclusione è chiara e SuperGuido colpirà la governance, le malefatte degli amministratori, ma salverà lo sport e i suoi atleti. Con Juventus, Lazio e Fiorentina in serie B. 7 – I COMPENSI D’ORO DEI TOP MANAGER PER OGNI RIUNIONE NEI CDA Mentre gli ultimi operai del Lingotto cercano di capire perchè due ex-sindacalisti (Bertinotti e Marini) sono entrati nel letto del potere, esce sul "Sole 24 Ore" una tabella che li fa impazzire. L'ha pubblicata sabato l'inserto "Plus" e adesso gli operai la conserveranno accanto al dentifricio perchè riassume i compensi ricevuti dai top manager per ogni riunione nei consigli d'amministrazione. Così si apprende che nel 2005 Marco De Benedetti ha percepito 1,05 milioni di euro per ciascuna delle undici riunioni a cui ha partecipato. Lo seguono Luchino di Montezemolo con 782 mila euro; Sergio Marpionne con 778 e Paolo Ligresti con 550 mila. Più giù nella classifica si trovano Tronchetti Provera (474), Vittorio Mincato (469mila euro per ognuno dei 24 incontri del Board) e Paoletto Scaroni (451 per 21 incontri). L'articolo del "Sole 24 Ore" contiene anche un passaggio ironico: "...non bisogna dimenticare che sugli oneri incidono anche i crescenti rischi legali, reputazionali, che derivano dall'incarico". 8 – GAMBERALE, 25 MILIONI DI LIQUIDAZIONE Avviso agli automobilisti: "si comunica che don Vito Gamberale ha firmato ieri un accordo con gli ex-proprietari della società Autostrade per l'Italia spa, che prevede una maxi-liquidazione di circa 25 milioni di euro. Si prega di spegnere la radio e di osservare lo stesso silenzio che don Vito, finalmente placato nel suo sdegno manageriale, rispetterà nei prossimi anni". Dagospia 22 Maggio 2006

23/05/2006

Documento n.5985

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK