Da Corriere.it (13.2.06). Conti online più cari, ma sempre convenienti

in Rassegna Stampa
La concorrenza vista dagli istituti via Internet: bonifici a 37 centesimi, prelievi Bancomat a 33. Mentre istituti come Xelion hanno alzato i costi fino al 150% Conti online più cari, ma sempre convenienti Crescono le commissioni di compravendita titoli. In media però si spende un terzo in meno e i tassi toccano l’1,6% Le banche tradizionali tagliano i costi? Quelle via Internet, li aumentano. Non tutte, qualcuna: soprattutto per le transazioni titoli, com’è accaduto in Xelion di Unicredit e in Iw Bank del gruppo Bpu. La prima, dal primo febbraio, proprio mentre Unicredit Banca tagliava a zero i costi di chiusura del conto corrente e di trasferimento titoli, ha portato le commissioni per l’acquisto di azioni dallo 0,20% allo 0,25%; quelle per covered warrant e certificati dallo 0,10-0,20% allo 0,25%; quelle per le azioni estere dallo 0,20% allo 0,30%; e quelle per le obbligazioni e i titoli di Stato dallo 0,10 allo 0,15%. Sono aumenti fra il 25% e il 150%. IwBank invece ha alzato le spese per acquisto e vendita delle azioni Italia, rispetto all’anno scorso, dallo 0,19% allo 0,20% (+5,2%), con commissione minima di 5 euro anziché 2 (+150%). Inoltre Fineco Bank, del gruppo Capitalia, ha quasi raddoppiato il tasso passivo massimo extra fido: dal 5,75% al 9,20%. Xelion Banca risponde sottolineando la «qualità e i contenuti dei servizi», la gestione del dossier gratuita e nota che, «pur facendo parte del gruppo Unicredit, presenta un’offerta indipendente dalle altre banche del gruppo». Spiega che l’aumento «è stato necessario in seguito all’incremento dei costi di accesso ai mercati». Fineco motiva l’innalzamento del tasso passivo con l’adeguamento all’ultimo rialzo Bce. E rileva come, entro fido, il tasso sia del 4,95%, «con chiusura conto e trasferimento titoli gratuiti ». Resta la perplessità degli utenti per queste altalene dei costi, che da una parte scendono e dall’altra salgono: «Forse era meglio lasciare le cose come stavano», dice un lettore, cliente di Xelion. Ma gli istituti in rete «puri» rimangono l’offerta più conveniente sul mercato bancario. Il tasso attivo lordo medio tocca l’1,63% (calcolo fra Fineco, Xelion, We@bank, IwBank, Mediolanum e Banca Sella): otto volte superiore allo 0,26% delle banche tradizionali (media Corriere Economia all’ottobre 2005). E c’è anche chi l’ha alzato, rispetto a un anno fa, di un quarto di punto: così hanno fatto proprio Fineco (dall’ 1,75% al 2%) e IwBank (dal 2% al 2,25%). E non è solo la giacenza di conto a fruttare di più. Con i conti online costa meno anche andare in rosso. Il tasso massimo per chi sfora dal fido è in media del 9,66%, anziché del 13,80% (meno 30%). È confermata, nonostante gli aumenti, la convenienza nella compravendita titoli: le commissioni sulle azioni sono un terzo rispetto alle banche tradizionali, lo 0,20% anziché lo 0,70%. E quelle per le obbligazioni anche, lo 0,18% invece dello 0,52%. Significa che per acquistare e poi rivendere 10 mila euro in azioni, con una banca online «pura», bastano 40 euro anziché i 140 dello sportello. E per 10 mila euro in obbligazioni ne sono sufficienti 36 invece di 104. Inoltre il bonifico su altra banca italiana si paga 37 centesimi in media, anziché 3,05 euro (-87%). Il prelievo Bancomat su altro istituto costa 0,33 euro invece di 1,93 (-83%). La carta di credito è gratuita, invece di costare 23,24 euro l’anno. E il canone del conto per famiglie è la metà, 39,20 euro contro 86,7. Non è un caso se gli utenti delle banche online stanno crescendo. Secondo Kpmg Business Advisory Services, i conti via Internet (compresi quelli offerti dagli istituti tradizionali) erano 8,7 milioni al 30 giugno scorso (in capo a 6,6 milioni di persone): l’11,5% in più in sei mesi, il doppio in tre anni. Per la fine 2005 si stimano 10 milioni di conti. E sono 2,9 milioni quelli che hanno registrato almeno una disposizione (per esempio, un bonifico) nel semestre gennaio-giugno: uno su tre. «È un ottimo periodo per la banca via Internet — dice Anna Ponziani, Kpmg —. Le disposizioni sono aumentate del 25% in sei mesi e i costi di tenuta del conto sono sostanzialmente confrontabili con quelli di Francia e Spagna». Sono in linea, insomma, con quelli europei: diversamente dalle banche tradizionali. È anche qui, dunque, su Internet, che si gioca la partita della concorrenza bancaria. Aperta quest’anno: tutti concordano. «L’ultima mossa di Unicredit (l’azzeramento di tutti i costi di chiusura, ndr. ) è un messaggio al sistema — dice Edoardo Giorgetti, direttore marketing di Fineco Bank —. Sono certo che i suoi concorrenti diretti apprezzino fino a un certo punto. Le banche stanno entrando in una fase di competizione come il largo consumo. E c’è un lavoro di segmentazione del mercato nuovo, che sta spostando la scelta dalla convenienza allo stile». Si sceglierà la banca «per come ci si rispecchia», dice insomma Giorgetti, «come una macchina». E aggiunge: «Non mi stupirei se fra dieci anni guardando una persona sapremo dire che banca ha». Aspettiamo il 2016. Alessandra Puato 13 febbraio 2006

17/02/2006

Documento n.5701

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