dA cORRIERE.IT (13-12-05) Bankitalia e scalate, l’Europa accusa Roma

in Rassegna Stampa
Finanza e regolatori Bankitalia e scalate, l’Europa accusa Roma Al via la procedura d’infrazione. Moody’s: da Via Nazionale danni alla reputazione del sistema BRUXELLES - Si parte dalle norme, dall’applicazione di leggi e regolamenti. Nessun accenno, per ora, ai comportamenti personali tenuti dal Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, in occasione delle due scalate straniere: Abn Amro su Antonveneta e Banco Bilbao y Vizcaja su Bnl. Oggi la Commissione europea dà il via libera alla «procedura per infrazione» a carico dell’Italia. Il commissario al mercato interno, l’irlandese Charlie McCreevy, ha preparato la lettera «di messa in mora» già da diverse settimane. L’iter si svilupperà su un terreno molto tecnico, prendendo le mosse dall’articolo 56 del Trattato («sono vietate tutte le restrizioni ai movimenti di capitali tra gli Stati membri») fino ad arrivare alle norme che disciplinano l’attività di vigilanza dell’Istituto centrale italiano. Discussione asettica, quindi, tutta giuridica: Bruxelles chiederà al governo italiano di dimostrare che l’attuale legislazione sulla vigilanza bancaria è compatibile con il quadro europeo. Ma a Bruxelles, quando si parla di banche italiane, nessuno pensa al Trattato, ma piuttosto ai «baci in fronte» promessi da Gianpiero Fiorani, l’allora amministratore delegato della Banca popolare italiana, al governatore Fazio. E’ un problema di credibilità, prima ancora che di legittimità. Non a caso ieri l’agenzia di rating Moody’s si è espressa in questi termini: «Le vicende legate alle due Opa estive non hanno avuto alcun impatto sulle prospettive del settore bancario, ma il ruolo svolto dalla Banca d’Italia ha chiaramente danneggiato la reputazione del sistema finanziario, generando problemi operativi alle banche coinvolte». La decisione di Bruxelles è attesa con grande interesse dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il governo sta completando l’emendamento sui poteri e organigramma della Banca d’Italia, da inserire nel disegno di legge sul risparmio. Al momento i correttivi più importanti sono probabilmente due: mandato di cinque anni rinnovabile, ma non più a vita come ora, per il Governatore e per gli altri componenti del direttorio; garanzie per la collegialità delle decisioni. Il ministro, però, sarebbe pronto a fare un ulteriore passo, togliendo all’Istituto centrale le competenze sulle concentrazioni bancarie e passandole all’Autorità antitrust. Basterebbe un accenno al tema delle concentrazioni nella lettera di McCreevy e l’aggiunta sarebbe cosa fatta. La Commissione, però, prende in esame, almeno per ora, i regolamenti della vigilanza, in particolare l’interpretazione dei «criteri prudenziali» (gravi rischi per la stabilità o gli interessi fondamentali del sistema finanziario) che consentono al governatore di bloccare l’espansione di una banca straniera in Italia. Compito di McCreevy, peraltro, è garantire la libera circolazione dei capitali nella Ue, mentre il dossier fusioni e acquisizioni è di competenza della Commissaria Neelie Kroes. I problemi, però, sono confinanti e da Bruxelles fanno sapere che anche la Kroes sta ancora lavorando al «caso Fazio». Mentre il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, in un’intervista al tg de «La 7» insiste: «Fazio sbaglia a non dimettersi». Giuseppe Sarcina 13 dicembre 2005

13/12/2005

Documento n.5400

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