PignattA n° 66 Draghi le chiama aste. 1-3-2012 di M. Novelli

in Non aprite quella pignatta

La PignattA n° 66

Draghi le chiama “aste”. Meglio definirle “pere”.

Di Mauro Novelli 1-3-2012

 

La FED può comprare titoli al mercato primario: se Obama ha bisogno di finanziamenti, si fa autorizzare dal Congresso, fa stampare titoli del Tesoro, li vende alla FED che stampa dollari e li dà al governo americano per comprare il mondo.

La BCE non può fare altrettanto, ma può agire (forzando un po’ la normativa) solo sul mercato secondario, quindi può acquistare titoli di stato già collocati presso investitori (come ha fatto con i titoli di Italia e Spagna).

Le due operazioni (BCE le definisce “aste”, come se le banche competessero per avere il prestito) hanno portato nelle casse del sistema bancario di Eurolandia circa mille miliardi di euro. Non sono aste, non sono prestiti, sono finanziamenti a fronte di titoli (collaterali) presentati dalle banche ed accettati dalla BCE che li scambia con euro. Si tratta di veri e propri “Pronti contro termine”, la seconda operazione ha durata tre anni.

A dicembre, Monti ha fornito la garanzia dello stato italiano su nuovi titoli obbligazionari emessi dalle banche. Tali obbligazioni bancarie non sono mai state collocate presso il pubblico, ma sono rimaste nei caveaux e stanno servendo alle banche italiane esclusivamente per essere presentate a Draghi, nelle due “aste”. In altri termini, le banche italiane hanno presentato titoli che certificano loro debiti e che hanno lo stato italiano come garante. A fronte dei loro debiti hanno ottenuto miliardi di euro al tasso dell’ 1 (uno) per cento. Tale meccanismo finanziario era indubbiamente già definito e concordato dal neo primo ministro Monti col neo governatore Draghi.

Certamente c’è stato un accordo per cui parte di questi miliardi serviranno a ricomprare e/o a sottoscrivere titoli del nostro debito pubblico e sostenerne la quotazione per abbassare lo spread con quelli tedeschi. Le banche pagano l’1 per cento a Draghi, l’Italia paga il 5 per cento alle banche.

Una parte sta servendo alle banche per ricomprare loro obbligazioni e diminuire i debiti finanziari.

Ma queste “pere” di liquidità drogano il mercato. Soprattutto creano precedenti preoccupanti, cioè dipendenza. Speriamo che non si faccia superficialmente il ragionamento dei tossici: “Tanto ne esco quando voglio!”.

Preoccupata dalla possibile fiammata inflazionistica, la Bundesbank ha scritto a Draghi un po’ incazzata.

Monti impone un conto a costo zero per parte dei pensionati, ha cancellato ogni commissione sugli affidamenti bancari, lasciando come remunerazione per gli impieghi delle banche il solo tasso passivo. I vertici dell’Abi, non i singoli banchieri, forse già in crisi di astinenza, si sono dimessi per protesta.

Riporto il testo dell’art. 47 della nostra costituzione:

Articolo 47. La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla   proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.

07/05/2012

Documento n.9182

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