Il PuntO n° 144. Alitalia. Ancora una rosolata sulla graticola, poi si compra a prezzi stracciati. Di M. Novelli 30-7-08

in Il Punto

Il PuntO n° 144
Alitalia. Ancora una rosolata sulla graticola,
poi si compra una cartocciata a prezzi di realizzo
(per tacer degli esuberi).
Di Mauro Novelli 30-7-2008

Mentre i grandi vettori europei si strutturano per acquisire ponderosità adeguate alle sfide della globalizzazione, la ben pianificata saga paesana di Alitalia si trascina in attesa di una migliore decozione dell’azienda, a vantaggio di chi subentrerà nella proprietà. Il piano imprenditoriale, pur se paesano, è da manuale: 1) Attendere che l’azienda da “traballante” passi a “semidiroccata” per pagarla (considerati gli esuberi) a prezzi di realizzo, impensabili solo sei mesi fa. 2) Eliminare di fatto coloro (ultima l’Air France) che possano aspirare ad una competizione nell’acquisto del saldo. 3) Lavorare per una serie di interventini normativi. Ci sono ipotesi di assorbimento nella pubblica amministrazione degli esuberi o di parte di essi? Si mette in piedi una bad company da far digerire all’ Erario? All’inizio dell’anno, l’ipotesi di piano industriale di Air France prevedeva circa 2000 esuberi. Oggi, l’ipotesi di ristrutturazione di Banca Intesa ne prevede oltre 5.000, ma c’è chi parla di 8.000. Basta attendere ancora un po’… Silvio Berlusconi ha detto che per tutti gli esuberi - secondo quanto hanno rivelato all'Agi alcuni partecipanti alla cena - saranno previste misure di uscita "morbida" "con scivoli e prepensionamenti". Ma non mancheranno "altre soluzioni", accanto ai tagli soft. Ovvero probabili esternalizzazioni di rami dell'azienda (servizi di terra, amministrazione e manutenzioni) che allargherebbero però la platea dei lavoratori interessati dal piano. La cordata potrebbe insomma godere di tranquillità sindacale se il governo si rendesse disponibile ad assorbimenti di parte del personale nella pubblica amministrazione o carico dell’INPS con prepensionamenti. L’ipotesi non è peregrina: già nel 1992, l’ Olivetti, d’accordo sindacati e governo, regalò 1.500 lavoratori di troppo alla pubblica amministrazione del Nord. Né è peregrina l’ipotesi di una bad company. Anche in questo caso ci sono autorevoli precedenti: il Banco di Napoli riuscì ad addossare all’erario la sua bad bank: 13 mila miliardi di vecchie lire, d’accordo Banca d’Italia. Oggi il CdA di Alitalia verrà informato dell’ipotesi di piano suggerita da Intesa SanPaolo. Si comincia a parlare di spezzatino attuabile con adeguate e specifiche iniziative normative. Si sente rifare il nome della Gepi. Insomma, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, o si costituisce una società sulla falsariga di Gepi (la finanziaria dell'Iri che aveva come compito quello di entrare nel capitale di aziende private in crisi e di agevolarne la ristrutturazione, per poi uscirne), oppure varare un decreto legge ad hoc per la ricollocazione degli esuberi. Se anche stavolta l’Alitalia si salverà per provvidenziali aiutini e non per una seria ristrutturazione, Adusbef e Federconsumatori temono che quei provvidenziali aiuti dovranno obbligatoriamente continuare: come si può pensare che una Alitalia, miracolata per meriti speciali ma non risanata, possa competere con Air France e Luftansa o con il vettore nato dal matrimonio tra linee aeree inglesi e spagnole? Oltretutto, anche il gioiello costituito dalla tratta Roma-Milano comincia a temere la concorrenza del treno veloce che, nel giro di un paio d’anni, dovrebbe collegare in tre ore le due città. Ci sarà un liberista nei paraggi, o la concorrenza va bene solo se si applica al cortile degli altri? Benetton, uno degli anelli della ipotetica catena, comincia a sostenere che forse sarebbe stato meglio accogliere la soluzione Air France. Dobbiamo aspettarci ulteriori attese? E’ la dichiarazione di un temporeggiatore per tirare sul prezzo? Si vuole arrivare a Natale quando tutti diventiamo più buoni? Sempre Benetton ha informato che nessuno degli imprenditori che si sono detti interessati ha mai potuto valutare un piano industriale. Ma allora quali sono i vantaggi fatti balenare ai membri della cordata? Si è fatto leva sul loro notorio spirito di servizio per il paese? Intanto Alitalia perde oltre due milioni di euro al giorno. Soldi nostri.

31/07/2008

Documento n.7441

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