Il PuntO. L’Euro e le forze deboli.

in Il Punto

Il PuntO. L’Euro e le forze deboli.
di Mauro Novelli – 3.6.2005

I poveri di argomenti e di progetti politici non possono far altro che rifugiarsi nelle acque sicure – anche se un po’ putride - della demagogia e del populismo; proprio come coloro che, favorevoli alla pena di morte, sognano un referendum sulla sua introduzione che possa approfittare dell’emozione montata dopo un delitto particolarmente efferato contro bambini. Questo processo mentale sta maturando – e si fa proposta politica - proprio in questi giorni, nei riguardi dell’euro: la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese? Che cosa di meglio di una bella annessione di colpa all’introduzione dell’euro? E che cosa di più demagogico di una geniale proposta di ritorno alla lira ? E’ l’unico modo per recuperare un po’ di spazio sui media. Al di là di ogni valutazione cultural-finanziaria, poiché tale proposta proviene da una forza politica con responsabilità di governo, dimostra l’estrema debolezza propositiva dell’azione di dominio e direzione della cosa pubblica che oggi caratterizza le deboli forze al potere. Come se un tassista, non in grado di portare a destinazione il passeggero perché non conosce la strada, desse la colpa della sua incapacità al traffico caotico. E’ la prima volta nella storia che l’Italia può godere di impostazioni monetar-finanziarie corrette (euro ed Europa), perché non “sensibili” al partito della svalutazione, sempre attivo - fino al 2002 - per mantenere in sella imprenditori incapaci di sopravvivere senza aiutini. E’ la prima volta che gli italiani possono godere di azioni di governo europeo che non mortifichino – per fornire quegli aiutini – la domanda interna a favore dell’offerta. Proprio per questo, per chi non sa confrontarsi con il mercato (quasi tutti costoro si dicono liberali e liberisti) tale correttezza di governo, dopo solo per tre anni e mezzo, comincia ad essere insopportabile: meglio destinare somme a supportare azioni lobbistiche che ad investire in azienda. E le forze politiche deboli sono le prime a convincersi, anche perché tale azione mimetizza le vere responsabilità – le loro - degli attuali chiari di luna nostrani. Non pretendiamo (ormai da lustri) che la classe al governo sia di guida e di esempio – anche culturale – per il Paese. Ma che addirittura promuova la propria ignoranza, trasmutata dalla demagogia, a valore edificante per i cittadini, mi sembra, francamente, troppo.

03/06/2005

Documento n.4693

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