Il PuntO. I tedeschi di Germania non sono mai stanchi…

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Il PuntO. I tedeschi di Germania non sono mai stanchi… Di Mauro Novelli 27-6-2006

I tedeschi di Germania non sono mai stanchi di progettare, promettere ed eseguire (se i condottieri lo ordinano) soluzioni finali. Il loro complesso di inferiorità (contrabbandato per complesso di superiorità) li porta a pretendere sempre che si facciano classifiche e pagelle che mostrino i loro primati temporanei. Insomma, devono sempre e comunque “dimostrare” – anzitutto a loro stessi - che gli altri sono al di sotto, perdenti. Fino all’esame finale, che da sempre e inesorabilmente li boccia. Poi, se trovano un po’ di tempo, qualcuno spiegherà loro che cosa hanno combinato e perché. Hanno sempre da eseguire cose di cui non sanno granché (né vogliono saperne: altri hanno deciso e ordinato) e devono tagliar corto. Ricordate? Per risolvere il problema del terrorismo interno, suicidarono in carcere l’intera banda Baader Meinhoff. Anche in quel caso, non avevano mica tempo da perdere! In evidente crisi di astinenza, hanno deciso di procedere ad una soluzione finale anche nell’ambito dei campionati di calcio. Per carità, diciamo che sono uber alles…. Facciamoli vincere…. Non li contraddite….. Diciamo che siamo sporchi e parassiti e che usiamo trucchetti, mentre loro sono pulitini e indaffarati e benefattori dell'umanità…. Meglio tenerli impegnati col pallone….. Perché non decidiamo di organizzare e far vincere ai tedeschi di Germania un campionato mondiale di calcio all’anno? Il pianeta ne trarrebbe giovamento.

Da La Repubblica del 27-6-06 Un editoriale paragona i calciatori italiani a tipi da spiaggia, capaci di vincere solo con i trucchetti. Ma non contro i tedeschi "Italiani, i soliti parassiti". Spiegel prepara la semifinale < "Mammoni, viscidi e perennemente stanchi, non andrete lontano" Poi una nota della redazione: "Scusate, una frase va oltre la satira" di CRISTINA NADOTTI ROMA - Magari vuol essere sottile tattica psicologica, sotto forma di ironico articolo tratteggiato a "fil di penna". Ma l'ultima tirata del settimanale tedesco Der Spiegel sui vizi degli italiani, in questo caso dei calciatori, sa solo di ennesima raccolta di luoghi comuni. Con qualche aggettivo di troppo, che alla fine diventa proprio un insulto: del resto è indimenticabile quella copertina che Der Spiegel dedicò all'Italia durante gli anni di piombo, nel 1977: una pistola sopra un piatto di spaghetti. Il pretesto, questa volta, lo dà il rigore rimediato ieri al 95' contro l'Australia da Fabio Grosso, e trasformato da Totti: l'editorialista Achim Achilles paragona i nostri calciatori ai tipi da spiaggia che incontra in vacanza sull'Adriatico, ai tanti "Luigi" "forme di vita parassitarie", mammoni "maligni" che sfruttano le donne e sanno solo lamentarsi. La didascalia alla foto del pezzo, Francesco Totti che mima il ciucciotto, la dice lunga: "Totti si succhia il pollice: questo è normale negli uomini italiani". Dopo la descrizione delle qualità negative degli italiani, il giornale tedesco, nell'edizione online, dà già per scontato che gli azzurri batteranno ai quarti "gli scalcianti taglialegna che vengono dall'Ucraina" (complimenti anche per loro, come si può notare), che la Germania batterà a sua volta l'Argentina e che a quel punto si regoleranno "un paio di conti aperti". Per arrivare a dire che la Germania batterà l'Italia in semifinale e che il gioco impostato da Lippi non gli piace, Achilles tira fuori di tutto. E dire che è una firma sportiva di "Der Spiegel", autore di un libro sulla sua esperienza di maratoneta amatoriale, titolare di una rubrica, "Achilles' Spezial", molto seguita. Purtroppo per lui anche da italiani che vivono in Germania, che non hanno preso bene la sua ironia e hanno scritto a Repubblica.it e-mail indignate. Anche alla redazione del giornale tedesco devono essere arrivate parecchie proteste, tanto che in serata dall'articolo viene tolta la frase sugli italiani "forme di vita parassitaria" e appare una nota, tradotta anche in italiano, con la quale si chiede scusa e si sottolinea l'intento satirico dell'articolo. Ma il grosso resta. In effetti già il titolo non lascia dubbi sulle opinioni di Achilles: "Viscido e insudiciato" si riferisce al passaggio del turno dei nostri azzurri, ottenuto, secondo l'editorialista con i soliti trucchetti, con un rigore "discutibile", da calciatori che ricordano i tipi da spiaggia perennemente affaticati che millantano molto e sono dei buoni a nulla. Ma untuoso, capace di vincere solo in maniera sporca appare nella descrizione del giornalista l'italiano tipo: un punto di vista davvero opinabile, soprattutto perché esplicitato in maniera del tutto superficiale dopo l'osservazione del tipo da spiaggia dell'Adriatico, che, se anche rispondesse alla descrizione, è davvero scorretto assimilare al "tipico italiano". "L'uomo italiano, chiamiamolo Luigi Forello - scrive Der Spiegel - è una forma di vita parassitaria", non può vivere senza un animale ospite "dal quale succhia più che può". "Luigi Forello - è l'opinione del giornalista tedesco - è perennemente impegnato a mostrare il suo bisogno di aiuto. Se non si chiama Luigi, si chiama Andrea o Luca, ma l'atteggiamento non cambia". "Il suo obiettivo primario nella vita è l'ostentazione continua di affaticamento - scrive Achilles - e il suo animale ospite preferito è "La Mama", la sua nutrice tettona che gli lava i calzini e gli cucina ogni giorno la pasta con un bel sugo denso". E via a descrivere l'italiano mammone che sta a casa fino a 30 anni, poi si sposa e trasforma una "bella ragazza" in un'altra mamma tettona alla quale non presta alcuna attenzione, impegnato com'è a lucidare la sua Fiat e parlare di auto. Ma è nello sport che si manifesta meglio tutta la perfidia insidiosa del "Luigi", "come milioni di persone possono vedere ogni anno sull'Adriatico". Ed ecco la descrizione del gioco italiano, che Achilles fa tratteggiando le mosse del tipo da spiaggia che si concede al pubblico dopo una lunga serie di riti vanesi. "Cammina impettito in giro per ore, per giocare alla fine massimo cinque minuti - scrive Achilles - Salta come un cretino tutt'intorno, sbraita come ha visto fare in tv, preferisce giocare la palla a terra in modo da colpire meglio le ossa degli altri". Tralasciamo la descrizione del bellimbusto che infine si butta in mare per attirare l'attenzione delle signorine (meglio se turiste tedesche, ammette il giornalista). Alla fine dell'articolo la metafora viene spiegata. "Quel che è accaduto ieri non è dunque inusuale - chiosa Achilles - Grosso è caduto in area di rigore e sogghignava mentre era ancora in volo. Il non meno viscido Totti ha trasformato il rigore contro l'Australia, poi si è succhiato il pollice. E' andata come sempre. Venerdì saranno gli scalcianti taglialegna dell'Ucraina ad essere oliati e impastoiati. Così, seppur buoni a nulla, gli italiani arriveranno di nuovo fino alla semifinale. Ma poi, cari Luigi, non sarà sempre domenica. Noi abbiamo ancora un paio di conti aperti dall'ultima vacanza italiana". L'unica risposta all'articolo di Der Spiegel può darla il campo. Sempre che in semifinale ai "Luigi" non tocchi l'Argentina. (27 giugno 2006)

28/06/2006

Documento n.6127

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