Il PuntO. 25 aprile. Il rubamazzo col trucco sulla Liberazione.

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Il PuntO. Il rubamazzo col trucco sulla Liberazione.
Di Mauro Novelli - 25 aprile 2006

Alcune forze politiche continuano a ringraziare gli anglo-americani perché, a loro avviso, sbarcarono in Sicilia (9 e 10 luglio 1943) per liberarci. Contemporaneamente, dalla stessa parte, si vorrebbe sostenere la pari dignità tra repubblichini e partigiani. Delle due, l’una: se gli anglo-americani ci hanno liberati dai nazifascisti, vuol dire che costoro erano nostri carcerieri e sarebbe opportuno non contrabbandare una loro pari dignità con le forze che cercavano di affrancare il Paese da aguzzini e loro scherani; se invece si vuole dare pari dignità ai repubblichini, occorre sostenere e dimostrare che costoro non erano nostri carcerieri. In tal caso, gli anglo-americani non avevano nessuno o alcunché da liberare. Quindi nessuno li incensi con pelosi e cortigiani caroselli, con la speranza di recuperare qualche cascame d’immagine. La verità è un’altra. Gli americani sbarcarono in Italia per sconfiggere Germania ed Italia – obbiettivo sacrosanto e legittimo - che avevano loro dichiarato guerra l’11 dicembre 1941, quattro giorni dopo l’attacco giapponese di Pearl Harbour (7 dicembre ‘41). La maschia iniziativa di Hitler e di Mussolini tirò quindi gli USA dentro un conflitto che sembrava praticamente vinto. La giusta volontà anglo-americana di fare il …. mazzo a chi li aveva aggrediti nella convinzione di spartirsene le spoglie di li a poco, ebbe in Italia l’ effetto collaterale della nostra liberazione, ma solo grazie alla presenza ed all’azione delle forze partigiane ed alla rivolta contro gli aguzzini nazifascisti della parte più consapevole degli italiani. Senza l’azione di resistenza avremmo subito la sorte di Germania e Giappone. La Germania fu infatti occupata dagli alleati, si ritrovò liberata per concessione dei vincitori e tribolò 45 anni prima di potersi riunificate. Solo dopo il suo risveglio, il popolo tedesco fu informato di quanto aveva combinato in sei anni di atrocità. In Giappone, dopo la tragedia atomica, l’Imperatore dovette imporsi ai suoi generali perché accettassero la resa: i condottieri erano infatti decisi a continuare il conflitto fino alla distruzione totale del paese. Il popolo giapponese - come quello tedesco - ebbe il ruolo “esaltante” di affidabile carne da cannone per i generali. Oltre all’occupazione militare USA, il Giappone ha dovuto approvare una costituzione che vieta la ricostituzione di forze armate. Sulla Liberazione, il rubamazzo col trucco non è ammesso.

25/04/2006

Documento n.5915

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