Il PuntO 177. Ma quale Grecia! La speculazione è contro l'euro come moneta di riserva. Di M. Novelli 6-5-10

in Il Punto
Il PuntO n° 177 La speculazione? Non è finanziaria, ma mediatica e anglosassone: punta all’eliminazione dell’euro come moneta unica e di riserva. Di Mauro Novelli 6-5-2010 Prima regola generale: la speculazione finanziaria agisce dove presume di guadagnare. Prende di mira cambi, prezzi, quotazioni di titoli, indici. Seconda regola generale: se le variabili finanziarie prese di mira non sono libere di variare ( è il caso dei cambi fissi, fu il caso, fino all’agosto del 1971, della fissità nel rapporto oro-dollaro), una speculazione di massa adeguata guadagna somme enormi nel momento in cui quei rapporti dovessero saltare. Fu il caso dell’insostenibilità della lira all’interno del serpente monetario del 1992: la speculazione contro la nostra moneta si accanì vendendo lire e abbassandone il valore a ridosso della soglia minima del serpente. Con la certezza del rischio “zero”: la situazione economica del paese avrebbe obbligato, prima o poi, a svalutare la lira. Per mesi le nostre autorità monetarie comprarono lire per mantenerne il valore all’interno del serpente. Gli speculatori sapevano di poter vendere lire (riacquistate dall’Italia) a buon prezzo, fino all’abbandono della protezione. Demmo fondo alle nostre riserve valutarie. La speculazione fu così massiccia che dovemmo abbandonare lo SME e lasciar fluttuare la nostra moneta. Gli speculatori si arricchirono: con le valute acquistate vendendo lire a buon prezzo, potevano ricomprare quantitativi maggiori di lire. Di grazia, quali sono per la situazione Greca le variabili finanziarie attaccate dalla speculazione? I titoli del debito pubblico? Ma la Grecia è impegnata al rimborso solo alla scadenza. Nel frattempo il valore dei suoi titoli di stato varia in funzione dell’andamento del mercato. Quindi, la speculazione di queste settimane agisce mediaticamente contro la Grecia, per colpire l’euro ma non in termini di cambio (perché il cambio flessibile non permette salti nelle valutazioni cross) ma contro l’euro come valuta di area e di riserva. Con azioni puramente mediatiche, gli speculatori (attenzione, speculatori politici a questo punto) mirano a scoraggiare gli investimenti in titoli di stato dei paesi presi finora di mira (Grecia, Spagna Portogallo) per metterne in difficoltà le finanze e dimostrare che Eurolandia si scardinerà. In questa azione sono fortemente aiutati dalle società di rating che continuano a dare pagelle negative correndo comunque dietro l’azione mediatica. Contro questi “speculatori” che danno pagelle occorrerà prima o poi prendere provvedimenti. Se questa analisi è corretta, il punto debole della baracca non è l’euro come moneta, ma è la tiepidezza che i governi stanno dimostrando nei confronti dell’idea d’Europa e della sua moneta unica: con l’affossamento della costituzione (pur se un simulacro di carta fondamentale) i governi di Francia, Italia ed ora anche di Germania hanno cominciato a minare agli occhi degli europei lo stesso concetto di Unione continentale. Ne deriva una inutilità della difesa dell’euro come moneta unica. Meglio ritornare alle valute nazionali, gestibili – il caso della lira – con svalutazioni competitive. La manovra q1uindi è contro l’Europa politica e non contro la Grecia o la Spagna che non ce la fanno. Ma qui dobbiamo mettere in campo una intelligenza che i nostri governi non sembrano in grado di offrire.

06/05/2010

Documento n.8587

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