Pidipuliti. Calcio scommesse truccato: chi paga?

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Calcio scommesse truccato: chi paga? L’utente che scommette o che formula dei pronostici sui risultati delle competizioni sportive ha il diritto che le stesse competizioni si svolgano secondo le regole della correttezza, in modo da garantire la parità di chances. Il pagamento della schedina, la correttezza della compilazione e la consegna della stessa, secondo le modalità del regolamento, costituiscono l’obbligazione dell’utente. Dall’altra parte vi sono gli enti che gestiscono le scommesse e lucrano parte delle stesse (infatti, solo parte del monte delle scommesse viene devoluta nelle vincite) e, pertanto, hanno il dovere di garantire la correttezza e la regolarità della gara. Nel momento in cui si verifica una forzatura della regolarità del gioco a causa di terze persone (calciatori ed arbirtri) ne deriva la responsabilità di chi doveva garantire la liceità della competizione e che ha omesso o trascurato la vigilanza necessaria per evitare l’evento. Detta responsabilità da “culpa in vigilando” non può che gravare sugli enti che gestiscono e lucrano sulle scommesse, in quanto il verificarsi del fatto delittuoso prova la inidoneità e/o omissione dei mezzi necessari e sufficienti per evitare l’evento. Se così non fosse, sarebbe privo di causa negoziale l’arricchimento derivante a tali enti dalle scommesse: verrebbe a mancare da parte di detti enti la controprestazione (della garanzia del corretto e leale svolgimento della competizione) a fronte del pagamento della scommessa. Pertanto, gli enti gestori delle scommesse sul gioco del calcio hanno un obbligo contrattuale al corretto adempimento della loro obbligazione: per l’art. 1218 c.c. “Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno, se non prova che l’inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile”. Il garantire la correttezza nella gara non è impossibile (se così non fosse si dovrebbe vietare il totocalcio), mentre il verificarsi dell’evento prova, in se e per sé, la mancanza di mezzi idonei ad evitarlo. Solo ora, dopo le indagini della Procura, si sono resi pubblici episodi verificatisi nei vari campi che avrebbero dovuto allarmare qualsiasi persona con un minimo di responsabilità. Altri articoli (artt. 1223, 1375, 1176, ecc..del codice civile garantiscono, sotto altri profili, il corretto adempimento delle obbligazioni). Se detti enti sostengono che non hanno l’obbligo di garantire la correttezza della gara, verrebbero meno il sinallagma contrattuale (ovvero la corrispettività delle reciproche obbligazioni) e la stessa causa negoziale, con la conseguenza di un illegittimo arricchimento da parte degli stessi enti da cui discende il correlativo obbligo di restituire tutte le somme incassate dalle schedine giocate. Infatti per l’art. 2041 c.c. “Chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un'altra persona è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare quest'ultima della correlativa diminuzione patrimoniale. Qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta è tenuto a restituirla in natura, se sussiste al tempo della domanda”. Se, infine, non si vuole qualificare l’obbligo degli enti garanti delle scommesse come un obbligo contrattuale, questi sono comunque tenuti a rispondere del loro operato omissivo, quale ne sia la gravità, in quanto per l’art. 2043 c.c. “Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno” e quindi anche qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che non lo ha impedito a risarcirlo. La platealità di alcune condotte poste in essere dagli odierni indagati pone gli enti nell’evidente violazione dei loro obblighi di vigilanza e controllo. Sull’argomento, riportiamo un comunicato stampa della Federconsumatori COMUNICATO STAMPA 13-05.-06 SCANDALO CALCIO-RAPIDA E RADICALE PULIZIA- RICHIESTA RISARCIMENTO DANNI Federconsumatori ritiene gravissimo lo scandalo che ha coinvolto il mondo del calcio e che ha avuto gravi ricadute sulla popolazione sportiva. Quello che chiediamo è una rapida e radicale pulizia dell’ambiente per ridare fiducia a questo settore così tanto amato e seguito dagli italiani. L’associazione seguirà passo dopo passo come le istituzioni preposte si comporteranno ed attueranno le misure necessarie a ciò. Naturalmente senza escludere denunce, interventi ed iniziative perché tutto si concluda positivamente. Innanzitutto chiediamo pene e sanzioni il più possibili severe per chi ha commesso reati d’illecito e slealtà sportiva, senza guardare in faccia a nessuno ed un radicale rinnovamento di tutti i vertici delle istituzioni preposte alla gestione ed al controllo di questo settore immettendo professionalità di sicura e specchiata onestà . A questo proposito Rosario Trefiletti, Presidente della Federconsumatori, ritiene che per caratteristiche e capacità professionali Gianni Rivera, Mario Monti ed Elio Lannutti siano figure capaci non solo di assolvere tali compiti ma anche di lavorare significativamente per ridare trasparenza, onestà e fiducia al gioco del calcio. Federconsumatori inoltre annuncia che si farà parte in causa nei processi che si apriranno verso i personaggi coinvolti e chiederà risarcimento danni ai cittadini che hanno pagato per eventi compromessi dalla disonestà, chiedendo contestualmente che questi risarcimenti servano a finanziare progetti sportivi per i giovani.

15/05/2006

Documento n.5965

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