Da Adusbef Marche. Bond argentina: quando conviene far causa alle banche. (Avv. F. Bisello)

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Bond argentina: quando conviene far causa alle banche. L'Argentina ha fatto piangere tanti risparmiatori marchigiani. Quelli che hanno comprato i cosiddetti tango bond: le obbligazioni che, nel dicembre 2001, il governo di Buenos Aires ha dichiarato di non essere in grado di rimborsare. Da allora sono partite numerose iniziative: alcuni risparmiatori hanno aderito al concambio proposto dall'Argentina (con un rimborso di circa il 30 per cento), altri hanno venduto i titoli sul cosiddetto mercato grigio (cioè non ufficiale, dove sono scambiati tuttora a 30-32 contro 100 di valore nominale) oppure aderito a transazioni con le banche con la restituzione del capitale investito in una percentuale che varia dal 75/ al 95%. Ma ne rimangono altri che possiedono migliaia e migliaia di euro in obbligazioni congelate dal governo di Buenos Aires e devono decidere entro il prossimo 12 maggio se aderire al ricorso che la Tfa, Task force Argentina dell'Abi, intende presentare a New York all'Icsid, l'organismo arbitrale della Banca Mondiale, contro la Repubblica Argentina. CONSUMATORI CONTRO LA TASK FORCE (TFA) Ma conviene aderire, tramite la propria banca, al ricorso all'Icsid? L'iniziativa ha tempi lunghi: Nicola Stock, presidente della Tfa, ha detto che "ci vorrà più di un anno". L'esito è incerto. E, soprattutto, l'adesione all'arbitrato preclude altre azioni legali contro le banche che hanno venduto i titoli a risparmiatori spesso ignari del rischio che correvano. Perciò le associazioni dei consumatori contestano l'azione della Tfa: in una nota congiunta otto organizzazioni (tra cui l’Adusbef e la Federconsumatori), sostengono che "attraverso il ricorso all'arbitrato le banche italiane uscirebbero indenni definitivamente dalla tempesta Argentina, non pagando nessun prezzo". La Tfa si difende sostenendo che c'è un'incompatibilità tecnica, legata alle regole Icsid, tra adesione all'arbitrato e altre iniziative legali. Stock afferma che "non è possibile aderire all'iniziativa Icsid e contemporaneamente avviare altre azioni legali", ma ribadisce anche che "chiunque dopo aver dato il mandato intenda cambiare idea e abbandonare l'arbitrato Icsid potrà farlo liberamente: basterà rivolgersi successivamente alla propria banca per rinunciare all'iniziativa e intraprendere azioni alternative ritenute più opportune". CONVIENE INTERROMPERE LA PRESCRIZIONE Per interrompere la prescrizione gli investitori devono inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno interruttiva della prescrizione sia nei confronti della banca che ha venduto i titoli, sia nei confronti dell'Argentina. Il problema è che secondo le maggiori associazioni di consumatori la Tfa vuole solo far perdere tempo e far scadere i termini della prescrizione, che scatterebbe nel prossimo dicembre 2006, cioè 5 anni dopo il default dichiarato dall'Argentina. Anche se però vi è altra dottrina interpretativa che sostiene invece che quando c'è un contratto di investimento, la domanda di risoluzione per inadempimento ha come prescrizione quella ordinaria, cioè dieci anni dalla data di acquisto dei titoli. CAUSE, MOLTE SENTENZE FAVOREVOLI E la causa contro la banca? Sicuramente è possibile, ci sono già centinaia di sentenza favorevoli ai risparmiatori. Finora il Tribunale di Roma ha dato ragione ai risparmiatori in oltre il 95 per cento dei casi, a Genova e Napoli le percentuali sono simili, a Milano le vittorie sono intorno al 75 per cento, "Abbiamo un migliaio di cause pendenti e già un centinaio di sentenze positive", aggiunge il Dott. Elio Lannutti, Presidente Nazionale dell'Adusbef, che accusa le banche di aver gettato sul lastrico soprattutto "povera gente, come i pensionati indotti a investire la loro liquidazione in strumenti rischiosissimi". QUANDO SI PUO' FARE CAUSA In generale, i risparmiatori possono fare causa con migliori probabilità di vittoria ottenendo il risarcimento (capitale più interessi) se non hanno firmato alcuna carta in cui esonerano la banca dalle sue responsabilità e/o assumono conoscenza del rischio implicito dell'operazione. In molti casi l'ordine è stato dato solo al telefono: in questo caso, vale comunque la pena di fare causa. L’Adusbef consiglia in particolare l'azione legale ai risparmiatori che: 1) abbiano acquistato i bond durante o dopo il 1999; 2) non abbiano sottoscritto il relativo ordine di acquisto, anche se anteriore al 1999; 3) abbiano acquistato bond non non regolarmente registrati; 4) abbiano acquistato i titoli da Unicredit Banca, da Banca Intesa o da banche da questa incorporate, perché già sanzionate dal ministero dell'Economia. Comunque, anche i risparmiatori che hanno acquistato i titoli prima del 1999, devono prima accertare se non esistano motivi fondati di ricorso contro le banche. CAVILLI LEGALI E CORRETTE INFORMAZIONI C'è poi, tra l'altro, anche un cavillo legale che riapre la speranza per chi ha investito in bond argentini. Su 113 emissioni, solo 15 potevano essere legittimamente collocate ai privati: erano le sole provviste del prospetto Consob. Queste 15 obbligazioni, con un ammontare di 4 miliardi di euro sui 14 investiti dai risparmiatori italiani, sono tutte emesse nel 1999: il 19 marzo, 26 aprile, 1 e 16 luglio, 21 ottobre, 9 e 26 novembre, 7 e 21 dicembre. Per tutti gli altri tango bond, anche se l'investitore dovesse aver firmato l'informativa sul rischio e sull'eventuale conflitto di interessi, il contratto d'acquisto che ha sottoscritto è nullo, in quanto il titolo che gli è stato venduto non poteva essere assolutamente collocato a privati. Invero, si può fare causa alla banca, in ogni caso, se i risparmiatori non sono stati informati correttamente sui rischi dei titoli argentini. La legge impone di informare chiunque (e quindi non solo, come si potrebbe essere portati a credere, le persone meno istruite, ma anche quelle con maggiori competenze in campo finanziario) in relazione ai rischi specifici che il singolo investimento proposto comporta. E proprio in questa direzione va una recente, interessante sentenza a Catania: racconta Lannutti che "persino un funzionario bancario, addetto all'ufficio titoli con oltre 35 anni d'esperienza, avendo comprato bond è stato integralmente rimborsato. DOCUMENTI NECESSARI PER INIZIARE LA CAUSA Per ogni causa da promuovere contro le banche, si ricorda che il risparmiatore dovrà fornire i seguenti documenti: o fissati bollati o comunque contabili bancarie comprovanti l'acquisto dei titoli per cui si chiede il risarcimento (indispensabile), o se possibile, ogni altro documento fornito dalla banca in relazione all'operazione eventualmente in possesso del risparmiatore (come contratti quadro, profili di rischio fatti sottoscrivere dalla banca, prospetti informativi firmati e quant'altro contenuto nel dossier titoli).

09/05/2006

Documento n.5941

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