---> Caso Bond Cirio. + Aggiornamento Corsera del 29.4.03.

in Consigli e guide
CASO CIRIO L?Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) sta attivando meccanismi di difesa di quanti sono stati consigliati di investire in obbligazioni della Cirio. Invitiamo gli interessati ad inviarci copia della documentazione relativa alle operazioni di investimento ed a fornirci riferimenti telefonici per eventuali contatti. _______________________________________ DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 29.4.03 "E? una domanda da più di un miliardo di euro?. di Vittorio Malagutti MILANO - E? una domanda da più di un miliardo di euro. E cioè il valore delle obbligazioni collocate negli anni scorsi dal gruppo Cirio e sottoscritte da migliaia e migliaia di risparmiatori. Esiste una qualche possibilità di recuperare i crediti per 500 milioni di euro vantati da Cirio verso alcune società del proprio socio di maggioranza, Sergio Cragnotti? Dalla risposta a questo interrogativo dipendono le sorti dell?azienda famosa per i pelati e le conserve. Se quei soldi, in tutto o in buona parte, sono svaniti per sempre, non sarà facile evitare il dissesto. E i bond rischiano di diventare carta straccia. In caso contrario, magari nel giro di qualche anno, il salvataggio del gruppo potrà andare in porto. Ebbene, dai documenti finanziari che il «Corriere della Sera» ha potuto consultare, il ritorno alla base di quei 500 milioni di euro appare al momento piuttosto problematico. Il motivo è sintetizzabile in pochi numeri, quelli del bilancio della Cragnotti & partners capital investment di Amsterdam, la cassaforte olandese di Cragnotti. E? questa la società che dovrebbe restituire a Cirio parte di quei 500 milioni di euro. Per la precisione 180 milioni. A leggere i conti della C&p olandese c?è poco da stare allegri. Nel 2001, nonostante le maglie larghissime della legislazione contabile dei Paesi Bassi, la cassaforte di Cragnotti ha perso qualcosa come 220 milioni di euro. Il rosso in bilancio ha prosciugato completamente i mezzi propri, compreso il capitale sociale di 179 milioni. Anzi, peggio: la C&p di Amsterdam presenta un patrimonio netto negativo di 103 milioni. Questi dati, come detto, risalgono alla fine del 2001, ma la legge olandese non si preoccupa troppo della tempestività delle informazioni. Così, il bilancio 2001 della C&p di Amsterdam è stato approvato 11 mesi dopo la chiusura dell?esercizio, nel novembre 2002. Ed è stato depositato addirittura nel gennaio del 2003. Comunque, riesce difficile pensare che nel corso del 2002 la finanziaria olandese sia riuscita a recuperare terreno, e per di più proprio nei mesi in cui è esplosa la crisi del gruppo Cirio. Anzi, a ben guardare, nel bilancio ci sono altri rischi potenziali. Per esempio, la C&p di Amsterdam valuta la quota di controllo (71% del capitale) della Cirio holding ben 220 milioni di euro. Una valutazione che adesso appare quantomeno ottimistica. Infatti, Cirio holding è una scatola che contiene niente altro che il 63% della Cirio finanziaria. E quest?ultima, secondo le ultime quotazioni di Borsa, vale non più di 75 milioni. Come dire che potrebbero spuntare nuove pesanti perdite per la cassaforte di Amsterdam. Insomma: il gruppo Cirio finanziaria vanta 180 milioni di euro di crediti verso una holding olandese che nel 2001 ha perso 220 milioni di euro, ha visto svanire il proprio capitale sociale e, per di più, ha ben poche speranze di ribaltare la situazione. Non finisce qui, perché la Cirio finanziaria ha un credito ancora maggiore, e cioè 360 milioni, verso un?altra holding straniera, la Cragnotti & partners overseas ltd, con sede nel paradiso fiscale delle Isole Vergini britanniche. Da dove spunta questa società? Per scoprirlo, ancora una volta, bisogna fare riferimento al bilancio 2001 della cassaforte olandese. Infatti, secondo questo documento, proprio la C&p di Amsterdam controlla il 100% della C&p overseas. A quanto pare, anche quest?ultima finanziaria off shore non se la passa granché bene. Nel 2000 era stata iscritta a bilancio con un valore di 66,6 milioni di euro. L?anno dopo, però, ha subito una svalutazione di 77,2 milioni di euro. In altre parole, la C&p overseas appare quantomeno in crisi. Il suo valore, in base ai conti 2001 della C&p olandese, è negativo per 6,9 milioni di euro. Sarà in grado questa finanziaria di far fronte ai suoi debiti per 360 milioni verso il gruppo Cirio? Al momento risulta difficile essere ottimisti. Anche perché la C&p overseas può vantare sin qui un?esistenza breve, ma molto intensa. In meno di tre anni ha rimbalzato da un capo all?altro dell?impero finanziario di Cragnotti, con una serie di compravendite di cui riesce difficile cogliere le motivazioni. Si comincia nel giugno del 2000, quando la C&p overseas viene ceduta per 113 miliardi di lire dalla C&p Brasil alla Cirio holding. Quest?ultima nel giro di sei mesi ha già cambiato idea e a dicembre 2000 gira la partecipazione alla C&p olandese per 128 miliardi di lire (66 milioni di euro), con un profitto, quindi, di 15 miliardi di lire in sei mesi. Da notare che queste operazioni non sono state regolate in contanti, ma con compensazioni di debiti e crediti reciproci tra le società coinvolte. Nel 2001 la C&p overseas, pagata 66 milioni di euro solo pochi mesi prima, si sgonfia d?improvviso e, come detto, viene svalutata di 77 milioni d euro. Anche queste perdite contribuiscono ad affondare il conto economico della C&p di Amsterdam. E, come se non bastasse, per Cragnotti si profila un?altra grana. Il fisco olandese ha messo nel mirino le sue società a potrebbe chiederli fino a 20 milioni di euro. Lo rivela il bilancio della cassaforte olandese. __________________________________________________ COMUNICATO DELL?INTESA DEI CONSUMATORI (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) BOND CIRIO: INTESA DEI CONSUMATORI AVVIA ATTO DI CITAZIONE CONTRO BANCA SELLA, PER I RISARCIMENTI DEI DANNI CONNESSI ALLA DISINVOLTA VENDITA DEI BOND CIRIO-DEL MONTE, CHE NON POTEVANO ESSERE VENDUTI AI COMUNI RISPARMIATORI,MA SOLTANTO AGLI INVESTITORI ISTITUZIONALI, IN GRADO DI CONOSCERE E VALUTARE COMPIUTAMENTE IL RISCHIO DELL?INVESTIMENTO. L?Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) ha raccolto in data odierna mandato da parte di un risparmiatore, tra le centinaia di segnalazioni pervenute e selezionate, per intraprendere azioni legali,in tutte le opportune sedi, volte al risarcimento dei rilevanti danni, derivanti dall?illegittima collocazione, da parte della Banca Sella, dei Bond Cirio-Del Monte. Secondo l?Intesa dei Consumatori, infatti, i predetti titoli erano riservati alle banche e agli investitori istituzionali, non ai singoli risparmiatori, che per tale motivo sono stati indotti dalle banche,ed anche da Banca Sella,ad acquistare titoli per centinaia di miliardi di vecchie lire, senza le dovute necessarie informazioni stabilite dalla legge e dai Regolamenti Consob. L?Intesa, inoltre, intende accertare se nella questione delle vendita di tali prodotti, riservati esclusivamente agli investitori istituzionali, siano ipotizzabili anche responsabilità da parte della Consob e della Banca d?Italia, per omessa vigilanza. Il risparmio di migliaia di famiglie di consumatori non può essere bruciato in modo irresponsabile, come nel caso di specie, per trasformare l?indebitamento bancario delle società emittenti i bond in titoli ad alto rischio, scaricati disinvoltamente al solito parco buoi dei risparmiatori. Il caso esemplare prescelto dall?Intesa riguarda un risparmiatore, N.A., al quale la Banca Sella aveva appioppato a metà 2001, bond Cirio del Monte con scadenza 2006, per un controvalore di 125 milioni di euro, al prezzo di 99,9, tasso lordo 6,625 per cento, affermando- come al solito- che si trattava di un investimento paragonabile ai titoli di stato. Roma,19.3.2003 COMUNICATO STAMPA CIRIO: ADUSBEF SI METTE A DISPOSIZIONE DEI RISPARMIATORI. NON ESCLUSA UN?AZIONE LEGALE DI RESPONSABILITA? CONTRO LE BANCHE,CHE HANNO PIAZZATO DISINVOLTAMENTE I BOND CIRIO, PARAGONANDOLI AI TITOLI DI STATO,AD IGNARI RISPARMIATORI. La gran parte delle obbligazioni Cirio (che Adusbef stima in oltre 40.000) rappresentate in tabella per un controvalore di 2.178 miliardi di vecchie lire (1.125 milioni di euro), erano destinate agli ?investitori istituzionali? e non ai semplici risparmiatori,proprio per questo erano state esentate dall?obbligo del prospetto informativo sulla rischiosità dell?investimento. STRUTTURA DEL DEBITO FINANZIARIO DELLA CIRIO * Tasso % Scadenza Importo (milioni di euro) CIRIO FINANCE (insolvenza) 7,75 3.12.2002 150 CIRIO FINANCE Variabile 30.5.2003 150 CIRIO DEL MONTE Variabile 14.3.2005 50 CIRIO HOLDING 6,25 16.2.2004 275 DEL MONTE FINANCE 6,625 24.5.2006 200 CIRIO DEL MONTE 7,75 14.5.2005 150 CIRIO SPA 8 21.12.2005 175 TOTALE GRUPPO 1.125 * Fonte: la Repubblica del 9.11.2002 Due finanziarie del gruppo,Del Monte Finance Lux Sa e Cirio del Monte Nv, secondo ?Il Sole 24 Ore? hanno emesso la maggior parte dei prestiti obbligazionari (tre bond da 175 milioni di Euro) facendoli collocare alle banche affidatarie del Gruppo Cirio,il cui ricavato è stato prontamente incamerato dalle banche creditrici,addossando così ai risparmiatori gran parte dei futuri rischi. Se Cirio dovesse essere dichiarata insolvente,come sembra, Adusbef citerà le banche in Tribunale, per verificare se questa operazione di alta ingegneria finanziaria,sulla cui spregiudicatezza non sembra ci possano essere dubbi,sia stata effettuata nel rispetto delle leggi vigenti e se le Autorità vigilanti di revisione e certificazione abbiano esercitato i necessari controlli. Adusbef,così come in altri scandali finanziari recenti (Bipop-Carire),si mette a disposizione dei circa 40.000 risparmiatori ed obbligazionisti Cirio,per difendere i loro diritti, lesi da spregiudicate operazioni finanziarie. Mentre oggi è stato reso noto che la societa? di revisione Deloitte & Touche non e? "in grado di esprimere un giudizio sul bilancio della Societa? Sportiva Lazio al 30 giugno 2002 perchè - si trova in una posizione di squilibrio finanziario in quanto le passivita? correnti superano in misura significativa le attivita? correnti?. Che cosa è cambiato dal 31 dicembre 2001, quando è stata rilasciata la certificazione contabile nel bilancio della Lazio ? Ancora una volta né i controllori,né le autorità vigilanti (ci piacerebbe sapere cosa ha da dire in merito Bankialia !) non si sono accorti preventivamente di ciò che sarebbe accaduto,lasciando che banchieri spregiudicati giocassero liberamente, sulla pelle dei piccoli risparmiatori e del mercato. Roma,19.11.2002 DA AFFARI E FINANZA ? LA REPUBBLICA ? 18.11.2002 "Su Cirio risparmiatori imbrogliati" Elio Lannutti, lei è presidente dell?Adusbef, di un?associazione che tutela i piccoli risparmiatori, come legge la crisi Cirio? «Il sistema bancario, dopo aver dato credito a Sergio Cragnotti, ha capito che era meglio scaricare circa la metà di quei rischi e a tal fine ha emesso obbligazioni appioppate al popolo dei risparmiatori, o immesse nelle gestioni patrimoniali a loro insaputa». Qualcuno può rimetterci il capitale, come fa temere il bond da 150 milioni non rimborsato. Cosa farete per loro? «Prima delle cause, civili e penali, che si potrebbero intentare, occorre vedere se si riesce a salvare la baracca». In che senso? «Potremmo anche chiedere alla Procura di aprire indagini, ma prima di scoperchiare le pentole bisogna cercare di tutelare chi vi è finito dentro, talvolta senza responsabilità». Ma i risparmiatori sapevano del rischio, e l?elevato rendimento delle obbligazioni Cirio lo "certifica"... «È vero, le banche non hanno faticato a piazzarle grazie a cedole allettanti, ma non hanno informato a dovere sui pericoli. Inoltre hanno la grave responsabilità d?aver prima foraggiato e poi "scaricato" un finanziere d?assalto (cresciuto alla scuola poco trasparente della vecchia Montedison) senza curarsi di tutelare gli obbligazionisti». Quanti risparmiatori si sono rivolti a voi? Di che tipologia sono? «Finora siamo a un centinaio. Persone normali, tra cui molti pensionati. E circa un terzo del campione condivide la passione sportiva laziale: ha confuso il Cragnotti finanziere col Cragnotti presidente biancazzurro...». Cosa rischiano le banche? «Per loro è intanto un problema di credibilità. Non si può chiedere agli istituti di sostituirsi a Cirio nel rimborso dei bond, tuttavia le banche hanno il dovere d?evitare la bancarotta di Cirio, e il conseguente cross default delle obbligazioni». Coma valuta il comportamento delle autorità di vigilanza? «Hanno gravi responsabilità, con la loro condotta poco trasparente e la prassi di non rispondere a nessuno, specie Bankitalia. Quanto alla Consob, forse ha avuto qualche benevolenza di troppo tenendo le azioni Cirio sospese per una settimana... vorrei inoltre che la commissione mettesse il naso nella dinamica dei titoli Cirio e Lazio, che in questi giorni sembrano viaggiare sull?ottovolante».

19/03/2003

Documento n.3047

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