SCANDALO UBI: DOV' ERANO CONSOB E BANKITALIA? ADUSBEF CHE HA DENUNCIATO DA TEMPO ALLE PROCURE UNA GESTIONE CRIMINALE DEL CREDITO E DEL RISPARMIO

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA 

 

SCANDALO UBI: DOV’ERANO CONSOB E BANKITALIA ? ADUSBEF CHE HA DENUNCIATO DA TEMPO ALLE PROCURE UNA GESTIONE ‘CRIMINALE’ DEL CREDITO E DEL RISPARMIO, SPECIE IL “METODO ZALESKY” DI EROGARE MILIARDI DI EURO AD AMICI E COMPARI,IN ATTESA DI SVILUPPI CHIEDE LE DIMISSIONI DI BAZOLI.

 

   Anche se tutto è stato concesso alla "Repubblica delle banche", un sistema paramafioso di violazioni  finora  impunite di norme civili e penali e delle leggi ordinarie, come la revoca del fido con un preavviso di 24 ore, l’obbligo di una costosa assicurazione di 15-20.000 euro a corredo del mutuo (perfino un pizzo di 28.000 euro per ottenere un mutuo, com’è accaduto a Banca delle Marche, i cui vertici sono sotto processo per il reato di “associazione a delinquere”); l’imposizione di derivati tossici per rinnovare un fido (come accaduto alla Divania di Bari, con i vertici Unicredit Ghizzoni, Profumo ed altri 20 manager, rinviati a giudizio per i reati di truffa ed estorsione), lo scandalo Ubi-Banca denunciato da Adusbef alle Procure, segna un salto di qualità, nella gestione criminale del credito e del risparmio.

   Adusbef, confidando nel lavoro dei magistrati e della Guardia di Finanza coordinati dal Generale Bottillo, denuncia ancora una volta la latitanza (se non complicità) delle autorità preposte ai controlli, che alla pari del grave scandalo Monte dei Paschi di Siena, Deiulemar ed altri crack finanziari ed industriali, arrivano sempre dopo, consentendo così alle banche di praticare usi, abusi e quotidiani soprusi, compreso il saccheggio sistematico dei correntisti con i costi dei conti correnti più alti d’Europa pari a 371 euro l’anno contro 114 della media Ue, o dei tassi sui mutui più elevati di 144 punti base, che portano a pagare ben 30.000 euro in più per ogni mutuo trentennale di 100.000 euro rispetto ai mutuatari europei.

  Adusbef torna a denunciare la violazione di un principio elementare nella prudenziale gestione del credito e del risparmio da parte di banchieri che negano poche migliaia di euro ad imprenditori onesti, per finanziare allegramente amici e compari con il ‘sistema Zalesky’, un finanziere franco polacco, scelto  come fiduciario degli stessi banchieri, con la finalità di controllare gli assetti dell'asfittico capitalismo italiano, aduso a privatizzare i profitti ed a socializzare le perdite, chiedendo all'autorità giudiziaria di riaprire tale scandalo già segnalato con precisi esposti alla magistratura.

  Adusbef scriveva tra l’altro negli esposti-denunce:” Il tempestivo intervento delle banche per salvare uno speculatore di borsa loro fiduciario, che secondo Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere, avrebbe prodotto l'unico posto di lavoro alla sua segretaria, nasconde un retroscena che l’associazione  ha chiesto venisse scrutinato dalle Procura della Repubblica, visto che tra i creditori di Zaleski, vi sono quelle stesse banche che si sono affrettate a prestargli soccorso, poiché la Carlo Tassara possiede il 5% delle azioni di Intesa, il 2% di Mediobanca ed il 2% di Generali. Zaleski è anche un vecchio amico di Giovanni Bazoli, il presidente di Intesa Sanpaolo. Sarà difficile per le banche sostenere che il soccorso bianco dato a Zaleski sia una ordinaria  ristrutturazione invece di un puntello per occultare l'erogazione di prestiti allegri elargiti dagli istituti di credito, che non possono erogare prestiti per finanziare acquisti di azioni proprie, che vengono poi prese in pegno a garanzia di quei prestiti stessi, nel silenzio complice della Consob e di Bankitalia. Per questo Adusbef, dopo aver inviato esposti denuncia sul "metodo Zaleski" di allegre erogazioni dei crediti bancari con criteri "amicali", attende fiduciosa l'apertura di una indagine da parte delle Procure, volta ad accertare se i comportamenti dei banchieri e le allegre concessioni del credito e della raccolta del pubblico risparmio, tanto per cambiare  a loro fiduciari, amici e compari, negandolo al contrario alle attività imprenditoriali, che da quel credito riescono a creare posti di lavoro, non abbia concretizzato aperte violazioni penali”.

   Banca Intesa ed altre banche di ‘sistema’ furono costrette ad accantonare centinaia di milioni di euro di perdite, da quegli incauti affidamenti a Zalesky  ed anche per questo Adusbef, che chiede le dimissioni di Giovanni Bazoli da Banca Intesa, attende che vengano smantellati sistemi di gestione criminali del credito e del risparmio, perpetrato dal sistema bancario con il concorso dei controllori.

 

                                                                                                                                   Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Roma, 15.5.2014

15/05/2014

Documento n.9705

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