PENSIONI: SLITTAMENTO PAGAMENTI DI 10 GIORNI, ENNESIMO REGALO DEL GOVERNO A BANCHE ED INPS,CHE RISPARMIA CIRCA 25 MILIONI EURO L'ANNO

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COMUNICATO STAMPA

 

PENSIONI: SLITTAMENTO PAGAMENTI DI 10 GIORNI, ENNESIMO REGALO DEL GOVERNO A BANCHE ED INPS,CHE RISPARMIA CIRCA 25 MILIONI EURO L’ANNO, SULLA PELLE DEI PENSIONATI GIA STREMATI E DELLE FAMIGLIE TAGLIEGGIATE.

 

   La legge di stabilità da 36 miliardi, spacciata dal Governo Renzi come l’ennesima manna caduta dal cielo per giovani, famiglie e pensionati, che promette taglio a tasse e spesa e risparmi per 15 miliardi (6 da Regioni ed Enti locali, 2 miliardi dalla Sanità), il recupero di  3,8 miliardi dall’evasione fiscale, oltre ad infliggere l’ennesimo colpo allo Stato Sociale, nasconde l’ennesima stangata e numerose insidie su consumatori e pensionati che potrebbe essere stimata in 606 euro per ogni famiglia.

   Più si studia la manovra e più escono insidie, stangate e stangatine: dal 1.1.2015 la  quota di utili non soggetta ad imposta degli enti non commerciali si ridurrà dal 95 al 22,26%; la non tassazione dei capitali percepiti dai beneficiari della polizza vita in caso di morte dell'assicurato, sarà sostituita da un regime imponibile; raddoppiata dal 4 all'8% l'aliquota delle ritenute fiscali sui bonifici per le ristrutturazioni; aumenterà dal  13 al 17% la tassa sulle vincite per le slot e dal 5 al 9% sulle  Videolottery; l'imposta sostitutiva sui risultati netti dei fondi pensione passerà dall'11 al 17% sulla rivalutazione del Tfr, mentre per quanto riguarda la previdenza dei professionisti, la stessa imposta sugli utili netti sarà incrementata dal 20 al 26%.

   Tra una stretta su fondazioni e fondi pensione, sgravi per partite Iva e figli,  uno stop all’Irap sul lavoro e zero contributi nei primi tre anni per le imprese che assumono, il Tfr (volontario) in busta paga anticipato dalle banche al tasso del 2,6%, la sgradita sorpresa su milioni di famiglie (che vivono a mala pena con la stentata quiescenza), che vedranno slittare l’accredito delle pensioni di 10 giorni.

      Spostare di 10 giorni l’accredito della pensione al 10 del mese, è una cattiveria  di Matteo Renzi per milioni di famiglie, che vivendo solo di pensione con figli e nipoti disoccupati, fungono da ammortizzatori sociali per le rate dei mutui, le bollette ed  altre scadenze tarate per ogni fine mese, che dovranno così cadere nelle fauci dei banchieri pagando alle banche la ‘tassa sul rosso’,la Civ (Commissione di istruttoria veloce) dovuta se si esce dal fido, o si va in rosso senza avere un fido, pagata quando si sconfina oltre i  500 euro, oppure quando è d’importo minore, della durata di 7 sette giorni, che per le famiglie superano i 50 euro, ed il 10% seco aggiuntivo di interessi (85 euro per le imprese), vero e proprio ‘pizzo’ sui correntisti che sforano.

    La scusa di uniformare i pagamenti delle pensioni miserabili a quelle dei dipendenti pubblici Inpdap pagati il 10 di ogni mese, è una sadica giustificazione che  non tiene conto della crisi e delle sofferenze di milioni di famiglie cadute sotto la soglia di povertà, che riescono ancora a difendere la loro dignità. Per questo Adusbef e Federconsumatori chiedono al Governo, di ripensarci.

 

                                        Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma, 21.10.2014

21/10/2014

Documento n.9857

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