ORO DI BANKITALIA E DEGLI ITALIANI: VORREMMO SAPERE IN BASE A QUALE ARBITRIO DRAGHI SI POSSA ARROGARE IL DIRITTO DI SGUAZZARE NELL'ORO

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COMUNICATO  STAMPA

ORO DI BANKITALIA E DEGLI ITALIANI: VORREMMO SAPERE IN BASE A QUALE ARBITRIO DRAGHI  SI POSSA ARROGARE IL DIRITTO, CARO A PAPERON DE PAPERONI, DI SGUAZZARE NELL’ORO, MENTRE  IL POPOLO FA LA FAME. PERCHE’ SONO STATE AFFIDATE ALL’ESTERO, LE GIGANTESCHE RISERVE AUREE DEGLI ITALIANI ? 

     Mentre la crisi prodotta dai banchieri e dagli omessi controlli della distratte autorità vigilanti, in primis Bankitalia che ha permesso lo spaccio di derivati tossici  su larga scala, miete ogni giorno milioni di vittime ed un esercito di nuovi poveri fa la fame, il presidente della Bce Mario Draghi emulo di Paperon de Paperoni, si arroga l’arbitrario diritto di poter continuare a sguazzare nell’oro, sottoscrivendo accordi che non prevedano vendite di oro, custodite in parte fuori dall’Italia e di proprietà del popolo italiano.

   La Banca Centrale europea, le Banche centrali dell'eurozona, insieme a quella di Svezia e Svizzera, hanno infatti firmato il quarto Central Bank Gold Agreement (Cbga),  spiegando che ''l'oro rimane un importante elemento delle riserve monetarie globali'' e che al momento i firmatari dell'accordo ''non hanno in programma di vendere quantità significative di oro.'' Inoltre, aggiunge l'Eurotower, le banche continueranno a coordinare le proprie transazioni in oro per evitare ripercussioni sui mercati. L'accordo entrerà in vigore il prossimo 27 settembre, quando scadrà quello attuale, e sarà rivisto fra cinque anni”.

     La riserva aurea della Banca d’Italia, la terza del mondo dopo Stati Uniti d’America e Germania con 2451.8 tonnellate d’oro, che secondo il valore di mercato sfiora 100 miliardi di euro, in base agli accordi Central Bank Gold Agreement (Cbga) precedenti,  poteva essere in parte venduta, come concordato ed eseguito da altri paesi (anche  dell’area euro), a partire dal 15 agosto 1971 che mise fine alla convertibilità tra banconote ed oro,  quando il Presidente degli USA, Nixon, pose fine agli accordi di Bretton Woods, che definirono il vincolo della stampa di moneta con la convertibilità con l'oro.

  Mentre l'accordo "madre", il cui nome completo è "Central bank Gold Agreement", risale alla fine degli anni 'novanta, quando fu messo in piedi per evitare che le banche centrali, trovandosi con le casseforti colme di metallo giallo in eccesso rispetto alle reali esigenze di copertura, approfittassero del prezzo in rialzo dell'oro per fare cassa. Nei primi mesi del 2000 la Bank of England fu tra le prime a disfarsi di 18 tonnellate d’ oro, a differenza della Banca d’Italia, che poteva vendere un controvalore di 12 miliardi di    euro l’anno.

   Adusbef e Federconsumatori nutrono qualche dubbio anche sull’ubicazione delle riserve, quando Bankitalia afferma che 1.199.4 tonnellate ,sarebbero custodite a Roma, nel quartiere generale di Palazzo  Koch in Via Nazionale, mentre la stragrande maggioranza dell’oro rimanente sarebbe custodita nei forzieri della Federal Reserve di New York, ed una parte più piccola nella Bank of England di Londra e nella Banca Nazionale della Svizzera a Berna.

   Infine Adusbef e Federconsumatori, avendo maturato una sana diffidenza, anche in merito alla maggior parte dell’oro custodita all’estero invece che in Italia, chiedono: chi controlla i distratti controllori ?

 

                                                                             Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma,19.5.2014

 

19/05/2014

Documento n.9708

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