Fondi comuni: bruciati in 3 anni 73 miliardi di euro

in Comunicati stampa
COMUNICATO DELL?INTESA DEI CONSUMATORI (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) FONDI COMUNI: BRUCIATI IN 3 ANNI 73 MILIARDI DI EURO,141.000 MILIARDI DI LIRE ! PIU? I FONDI AFFONDANO, PIU? I GESTORI GUADAGNANO, CON LAUTE COMMISSIONI E PROVVIGIONI,QUANTIFICATE NEL TRIENNIO IN 18,7 MILIARDI DI EURO,CHE IN PARTE DEVONO ESSERE RESTITUITE ! LE PROPOSTE DELL?INTESA DEI CONSUMATORI (ADOC,ADUSBEF,CODACONS, FEDERCONSUMATORI),PER TUTELARE I DIRITTI DEI RISPARMIATORI DALL?INAFFIDABILITA? DEI GESTORI ! Il patrimonio complessivo dei fondi comuni di investimento collocati in Italia è di circa 359 miliardi di euro (era di 433 miliardi nel 1999), in calo costante dal 2000, con una diminuzione del 17 per cento in poco più di tre anni. Particolarmente pesante il risultato dell?ultimo anno per i fondi azionari: oltre il 27 per cento del patrimonio è stato mediamente eroso. Ma i picchi negativi raggiungono il 49 per cento (Ducato Geo Eu Alto Pot), il 47 per cento (ING IT Fund), il 43 per cento (Ducato Set Tecnologia, Gestn AZ Tecnologia). Riportiamo l?andamento dei risultati dal dicembre 1995 a gennaio 2003, per gli azionari. Circa il 10 per cento di perdita in un anno, è invece l?altrettanto pessimo risultato dei fondi bilanciati. Qui le performances vanno dal meno 27 per cento di Generali Allocation A, al più 4,5 per cento di Alto Obbligazionario (bilanciato nonostante il nome). Appena positivo il risultato medio annuo degli obbligazionari (+ 1,09) e di poco superiore quello dei fondi monetari ( + 1,94). Anche questi, comunque, al di sotto dei rendimenti medi dei titoli di Stato. Ma se si considerano gli ultimi tre anni, i peggiori fondi azionari hanno avuto risultati tali da erodere oltre l?85 per cento del patrimonio gestito (meno l?85 per cento di ING Internet; addirittura meno l?89 per cento di Ducato Geo Europa Alto Potenziale). A che serve affidarsi ai ?professionisti? del risparmio gestito, se comunque vada, chi ci rimette è sempre il risparmiatore? Perchè se i Fondi perdono, i gestori comunque guadagnano: su 73 miliardi di euro di perdite conseguite nel triennio, l?industria del risparmio gestito si è messa in tasca la bellezza di circa 18,7 miliardi di euro di commissioni di gestione, commissioni di ingresso e d?uscita, oneri di gestione ed altri balzelli vari, puntualmente applicati nonostante i gestori stessi non abbiano realizzato uno solo dei ?benchmark? (risultati minimi) prefissati ! Se il triennio 2000-2003 è stato terribile per la finanza ed il risparmio, quali risultati hanno raggiunto i Fondi Comuni in un arco di tempo più lungo e quali il ?fai da te?e le azioni ? Anche qui i gestori, che perseguono prima i vantaggi propri e se ci restano quelli dei clienti, ne escono con le ossa rotte. Cento lire affidate ai gestori nel 1984, sono diventate 417,8 a fine 2001, ma il risparmiatore, nello stesso arco temporale che si è affidato al ?fai da te? tanto osteggiato dai signori dei Fondi, ha realizzato 441,2 lire impiegando i suoi capitali sui Bot a 12 mesi ! I gestori dei Fondi Comuni, poichè dimostrano la loro elevata professionalità soltanto nell?addebitare salate provvigioni e commissioni, che seppur lievemente calate, restano tra le più elevate d?Europa e degli Stati Uniti, e che hanno realizzato rendimenti peggiori rispetto alle azioni ed ai titoli di Stato italiani, debbono cominciare a misurare le commissioni percepite con gli obiettivi raggiunti: a che serve fissare il ?benchmark?, se poi paga sempre e comunque il risparmiatore, se non si raggiunge l?obiettivo minimo prefissato ? I risparmiatori devono essere consapevoli che quando affidano i loro soldi ai professionisti del risparmio gestito,con le attuali condizioni, comunque vadano i mercati,le borse e le valute alle quali sono ancorati i Fondi, i gestori avranno guadagni certi con le commissioni che verranno automaticamente addebitate ! Considerando le commissioni di accesso e/o d?uscita e gli eventuali switch (passaggio da un fondo ad un altro dello stesso gestore) a diretto carico del sottoscrittore ; quelle di gestione e (se contrattualizzate) di performances percepite direttamente sul patrimonio del fondo (con ripercussione diretta sul valore della quota), possiamo dire che la qualità professionale dei gestori del risparmio gestito è al limite dell?indecenza. Molto più sicuro ed economico il ?fai da te? in titoli di Stato. Per difendere i diritti degli investitori e la trasparenza del mercato, bisogna modificare la griglia di commissioni e provvigioni ,con le seguenti proposte dell?Intesa: Un ristorno ai risparmiatori del 50 per cento delle commissioni percepite nel 2001 e 2002: è indecente far pagare commissioni su fondi che hanno conseguito risultati più negativi del?fai-da-te?, bot, btp, obbligazioni; L?abolizione delle commissioni d?ingresso e/o di uscita, pedaggi feudali che gravano sui risparmiatori a prescindere dai risultati, che non spingono i gestori a migliorare i rendimenti, ma a farli adagiare sugli allori; Nessuna commissione di gestione in presenza di risultati negativi ed una scalettatura crescente di commissioni, in caso di guadagno, dallo 0,50 per cento per guadagni minimi, fino ad un massimo del 3 per cento, con rendimenti superiori al 10 per cento; Un intervento dell?Antitrust per far cessare l?abuso di posizione dominante di banche ed altri intermediari: i primi 6 gruppi bancari, controllano infatti il 70 per cento del mercato,con buona pace della concorrenza e dei diritti dei risparmiatori.

06/03/2003

Documento n.2955

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