FLOP RENZIECONOMICS COSTATO AGLI ITALIANI 207,1 MLD DI EURO

in Comunicati stampa

POLITICHE ECONOMICHE: FLOP RENZIECONOMICS COSTATO AGLI ITALIANI 207,1 MLD DI EURO

 

Provvedimenti ed annunci del Premier Matteo Renzi

Effetti stimati sull’economia

Costo in euro

Risultato reale

BONUS 80 euro

“Abbiate fiducia spendete gli 80 euro”. “Il bonus darà i suoi effetti. Il ceto medio ha bisogno di respirare”

Aumento di 3,1 miliardi di spesa delle famiglie

10 mld

Consumi delle famiglie in calo dell’1,2% nel primo semestre 2016, rispetto al primo semestre 2015

EXPO 2015

“Finalmente l’economia italiana sta ripartendo”; “Grazie Expo, viva Milano. Ha vinto l’Italia”

Pil in crescita fino all’1,5%

191mila nuovi occupati l’anno dal 2012 al 2020

1,3 mld

Crescita Pil 0,8% nel 2015

E 0,7% nel 2016.

Record storico di disoccupazione in Lombardia nel 2014, all’8%.

Nel 2015, occupati in Lombardia + 19mila

JOBS ACT

“Le riforme danno frutti, l’Italia riparte. Avanti tutta, adesso”

“Il Jobs Act sta creando lavoro stabile avanti tutta”;“Ora nessuno resta più solo quando perde il lavoro o viene licenziato”

750mila posti di lavoro in più a tempo indeterminato

18 mld

135mila posti fissi in più nel 2015, per la maggior parte trasformazioni di contratti a termine. Nei primi tre mesi del 2016 (taglio del 40% degli incentivi). I contratti fissi scesi del 33%. Record poveri. Con + 500mila nel 2015

BONUS FISCALE

Investimenti imprese

“La musica sta cambiando, malgrado i gufi, e la politica deve liberare tutte le energie del paese”

n.d.

2,3 mld

A giugno 2016 calo della produzione industriale dell’1% rispetto al 2015.

E’ la caduta tendenziale maggiore da gennaio 2015

ESENZIONE IMU e TASI PRIMA CASA

“Dobbiamo liberare risorse ed energie ecco perché abbiamo deciso la cancellazione di IMU e TASI. Per far ripartire il settore delle costruzioni”

n.d.

4,6 mld

L’ANCE (Associazione Costruttori) stima per gli investimenti in nuova edilizia residenziale un’ulteriore diminuzione nel 2016 del 3,4% rispetto al 2015

PRESSIONE FISCALE

Lunedì 16 maggio 2016 nella sua newsletter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dichiarato  che il suo governo ha operato il “taglio delle tasse più sostanziale della storia”

n.d

29,3 mld

Ultimo DEF attesta che la pressione fiscale aumenta dal  43,7% nel 2015, a 44,2% nel 2016, per passare a 44,3 nel

2017). Pagina 30 del DEF: “L’incidenza delle entrate finali sul PIL è attesa passare a legislazione vigente dal 48,2% del 2015 al 48,7 nel 2017 per poi ritornare

progressivamente al 48,2% nel 2019”.

DEBITO PUBBLICO

 

Renzi e Padoan, erano impegnati a  ridurre il debito. “Nel 2018

l’incubo di questa montagna di debito che può attivare terribili regole di taglio della ghigliottina andrà finalmente via e credo che per la prospettiva dell’Italia questo sarà un risultato importante” Pier Carlo Padoan a margine del DEF 2016-2018. L”incubo” di  Padoan la zavorra del debito cresciuta al ritmo di 116.000 euro al minuto,

5.060 euro al mese

n.d.

141,6 mld

 

 

 

 

 

 

 

---------------- TOTALE

207,1 mld

 

 

2.248,8 miliardi il debito pubblico a giugno 2016, con un aumento  di 77,2 miliardi solo da gennaio a giugno 2016.  Da 2.107,150 di euro a febbraio 2014 data di insediamento del governo Renzi, il debito è cresciuto in 28 mesi di 141,650 mld al ritmo di 5,060  mld di euro al mese; 1.943 euro al secondo, 116.000 euro al minuto, 7 milioni di euro l’ora, 168 milioni di euro al giorno

 

 

 

Le errate politiche economiche del governo Renzi (insediato a Palazzo Chigi nel febbraio 2014 senza passare per le elezioni), sono costate all’Italia uno spaventoso aumento del debito pubblico,

 

pari a 141,8 mld di euro a fine giugno 2016 al ritmo di 5 miliardi di euro al mese nei 28 mesi; un aggravio fiscale di circa 29 mld di euro; 5,7 mld di euro di bonus, che invece di riattivare i consumi ed il ciclo economico positivo li ha depressi; incentivi a perdere sul jobs act per circa 18 mld di euro, che invece di produrre l’auspicato aumento stabile dell’occupazione, produce licenziamenti a fine incentivi con effetti addirittura deteriori sui giovani, senza lavoro al 39,2%, insomma un vero e proprio disastro economico-sociale, valutato in 202 miliardi di euro sulle 7 voci analizzate.

BONUS 80 EURO.  Promessa: “Abbiate fiducia spendete gli 80 euro”. “Il bonus darà i suoi effetti. Il ceto medio ha bisogno di respirare”. Risultati: Aumento di 3,1 miliardi di spesa delle famiglie   al costo di 5,7 mld. Consumi delle famiglie in calo dell’1,2% nel primo semestre 2016, rispetto al primo semestre 2015.

EXPO 2015. Promessa: “Finalmente l’economia italiana sta ripartendo”; “Grazie Expo, viva Milano. Ha vinto l’Italia”. Pil in crescita fino all’1,5%. 191mila nuovi occupati l’anno dal 2012 al 2020. 1,3 mld, Risultati: Crescita Pil 0,8% nel 2015. E 0,6% nel 2016. Record storico di disoccupazione in Lombardia nel 2014, all’8%. Nel 2015, occupati in Lombardia + 19mila

JOBS ACT. Promessa: “Le riforme danno frutti, l’Italia riparte. Avanti tutta, adesso”. “Il Jobsact sta creando lavoro stabile avanti tutta”; “Ora nessuno resta più solo quando perde il lavoro o viene licenziato”. Risultati: 750mila posti di lavoro in più a tempo indeterminato, al costo di 18 mld. 135mila posti fissi in più nel 2015, per la maggior parte trasformazioni di contratti a termine. Nei primi tre mesi del 2016 (taglio del 40% degli incentivi). I contratti fissi scesi del 33%. Record poveri. Con + 500mila in nel 2015.

BONUS FISCALE. Promessa: Investimenti imprese. “La musica sta cambiando, malgrado i gufi, e la politica deve liberare tutte le energie del paese”. Costo di 2,3 mld. Risultati: A giugno 2016 calo della produzione industriale 1% rispetto al 2015. La caduta tendenziale maggiore da gennaio 2015. ESENZIONE IMU e TASI PRIMA CASA. Promessa: “Dobbiamo liberare risorse ed energie ecco perché abbiamo deciso la cancellazione di IMU e TASI. Per far ripartire il settore delle costruzioni”. Costo 4,6 mld di euro. Risultati: L’ANCE (Associazione Costruttori) stima per gli investimenti in nuova edilizia residenziale un’ulteriore diminuzione nel 2016 del 3,4% rispetto al 2015.

PRESSIONE FISCALE. Promessa: Lunedì 16 maggio 2016 nella sua newsletter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dichiarato che il suo governo ha operato il “taglio delle tasse più sostanziale della storia”. Risultati. L’ultimo DEF (2016-2018) attesta che la pressione fiscale aumenta dal 43,7% nel 2015, a 44,2% nel 2016, per passare a 44,3 nel 2017). A Pagina 30 del DEF: “L’incidenza delle entrate finali sul PIL è attesa passare a legislazione vigente dal 48,2%   del 2015 al 48,7 nel 2017 per poi ritornare progressivamente al 48,2% nel 2019. Risultati 29,4 mld di euro in più di tasse secondo dati convergenti di istituti di ricerca.

DEBITO PUBBLICO. Promessa: Renzi e Padoan, erano impegnati con l’Ue a ridurre il debito. “Nel 2018 l’incubo di questa montagna di debito che può attivare terribili regole di taglio della ghigliottina andrà finalmente via e credo che per la prospettiva dell’Italia questo sarà un risultato importante”. Così Pier Carlo Padoan a margine del DEF 2016-2018. Risultato: a giugno 2016 il debito pubblico arriva alla cifra record di 2.248,8 miliardi con un aumento di 77,2 miliardi solo da gennaio a giugno 2016. Da 2.107,150 di euro a febbraio 2014 data di insediamento del governo Renzi, il debito è cresciuto in 28 mesi di 141,650 mld al ritmo di 5,060 mld di euro al mese; 1.943 euro al secondo, 116.000 euro al minuto, 7 milioni di euro l’ora, 168 milioni di euro al giorno.

Per far ripartire l’economia, tagliare sprechi e sperperi pubblici; mettere in campo un piano straordinario per il lavoro, specie giovanile, su infrastrutture, ricerca, innovazione, anche rompendo il tabù della vendita di oro e riserve, che non sono di Bankitalia, ma degli italiani.

 

 

 

Roma, 10.9.2016

 

Elio Lannutti (Adusbef)

 

 

09/10/2016

Documento n.10386

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