DERIVATI: UN AFFARE PER LE BANCHE,UN DISASTRO PER L'ITALIA SUCCUBE DEI BANCHIERI. MINISTRO ECONOMIA SPIEGHI PERCHE' L'ITALIA HA PAGATO 15,3 MLD EURO

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COMUNICATO STAMPA

DERIVATI: UN AFFARE PER LE BANCHE,UN DISASTRO PER L’ITALIA SUCCUBE DEI BANCHIERI.  MINISTRO ECONOMIA SPIEGHI PERCHE’ L’ITALIA HA PAGATO 15,3 MLD EURO DI PERDITE NEL 2011-2014, MENTRE LA FRANCIA HA GUADAGNATO 2,71 MLD DI EURO NELLO STESSO PERIODO. INCHIESTA REPORT RETICENTE

  Nel periodo 2011-2014, le perdite e le passività nette relative a swap e derivati detenuti dall’ Italia, hanno pesato sul  suo debito pubblico per un totale di 15,3  miliardi di euro, trasferiti a 17 banche di affari estere e  due italiane, Unicredit ed Intesa San Paolo, a differenza di altri paesi dell’area euro, che avendo sottoscritto

derivati per gestire le loro esigenze di finanziamento come copertura contro gli sbalzi dei prezzi e l'eccessiva volatilità dei tassi di cambio, senza utilizzare le banche di affari come porte girevoli per appagare l’avidità di ministri ed alti dirigenti del Tesoro, hanno perso pochissimo, come la Germania (950 milioni di euro), o guadagnato come Belgio, Irlanda e la Francia, che ha conseguito 2,71 miliardi di euro di guadagni.

  Mentre il costo del finanziamento del debito pubblico è diminuito in Italia nel 2014- secondo i dati Eurostat-  per 2,76 miliardi  di euro, perdite e passività relative ai derivati sul debito sono stati pari a 5,46 miliardi di euro,  su 160 miliardi di euro di derivati sul debito pubblico, il cui market-to-market negativo, (perdite potenziali) era stato calcolato al 31.12.2014 per 42 miliardi di euro, destinati ancora ad aumentare.

    Il 79% dei 42 miliardi di euro di negativo mark-to-market sui contratti esistenti, viene denominato dal  Tesoro  "Duration Interest Rate Swap", una vera e propria scommessa, un azzardo morale per assecondare decisioni avventurose di ministri dell’Economia e direttori generali che invece di garantire l’Erario si sono garantiti il futuro nelle banche di affari, con l’unica finalità di favorire le banche, vanificando il risparmio sul debito garantito dalla moneta unica.

    L’inchiesta Report di Milena Gabanelli firmata da Stefania Rimini, che ha cercato di spiegare come il Tesoro e la signora Maria Cannata, inamovibile responsabile del debito pubblico, abbiano bruciato con i derivati una somma di 3,3 nel 2014, circa 2 miliardi di euro nel 2013,  2,5 miliardi nel 2012, circa 2 miliardi nel 2011, a causa di opache rinegoziazioni dei contratti derivati, per un ammontare di 15,3 miliardi di euro nel quadriennio, ha sorvolato sulle indagini giudiziarie dalle quali sono partite le inchieste che hanno affrontato il mistero di ricorrere ai derivati, non per garantire lo Stato ma le banche di affari, essendo delittuoso stipulare contratti di copertura dopo il 2002 scommettendo sull’aumento dei tassi, quando l’ingresso dell’Italia nell’euro attestava una loro vertiginosa discesa.

   L’inchiesta di Report, ha perfino violato la deontologia professionale quando, nel citare un passaggio di un documento, trasmesso in video: “Io non mi posso permettere di perdere nemmeno l’ultimo degli specialisti, anche il più fiacco degli specialisti ci serve”- dichiara la Cannata, ha omesso di riportare la fonte, trafugata dall’interrogatorio della stessa Maria Cannata dal Pm  di Trani Michele Ruggiero, nell’inchiesta    giudiziaria sulle Agenzie di Rating, con il ministero dell’Economia che non si è costituito parte civile.

   Adusbef e Federconsumatori, che da tempo immemorabili sono le uniche associazioni che hanno denunciato il saccheggio degli strumenti derivati e che hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione del Pm di Roma Nello Rossi sulla signora Cannata, richiamano  all’attenzione dell’Autorità giudiziaria, per le doverose valutazioni, le dichiarazioni rese alla commissione Finanze, quando il capo della direzione del debito pubblico, affermò testualmente:” Poi riguardo al fatto che se ci chiedete tutti i contratti dal ‘90 ad oggi noi ci paralizziamo perché dobbiamo andare a scavar nelle cantine, a ripescar chissà che cosa, questo pure è un dato di fatto, mi spiace, ma è così”.

   Report ha mandato in onda immagini, con i faldoni dei derivati, dietro le scrivanie dei funzionari: “La responsabile del nostro debito ci dice che i contratti che ci stanno strangolando deve andare a scavare nelle cantine per ripescarli. Ecco qua dove li tengono i contratti dei derivati, in inglese “ swap”: dietro le loro scrivanie, insieme ai faldoni dei buoni pasto. E poi ci dicono, “mi spiace, ma per darvi i documenti ci dobbiamo paralizzare”. O la Cannata ha detto il falso e deve essere incriminata, oppure quelle immagini mandate in onda da Report, sono state acquisite in maniera illecita. Per questo Federconsumatori ed Adusbef, chiedono ancora una volta di aprire gli occhi sui derivati della Cannata e su una trasmissione alquanto reticente, le cui finalità sono ancora tutte da verificare.

 

                                                                                Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma, 27.4.2015  

27/04/2015

Documento n.10064

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