DERIVATI TOSSICI: DOPO CONTESTAZIONE CORTE CONTI, CANCELLARE MORGAN STANLEY ELENCO BANCHE CHE GESTISCONO COL TESORO IL DEBITO PUBBLICO, LICENZIARE PER GIUSTA CAUSA, CANNATA E LA VIA.

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

 

DERIVATI TOSSICI: DOPO CONTESTAZIONE CORTE CONTI, CANCELLARE MORGAN STANLEY ELENCO BANCHE CHE GESTISCONO COL TESORO IL DEBITO PUBBLICO, LICENZIARE PER GIUSTA CAUSA,  CANNATA E LA VIA.

 

   Le molteplici denunce di Adusbef alle Procure della Repubblica ed alla Corte dei Conti (successivamente affiancata da 100 parlamentari del M5S di Camera e Senato), sui derivati truffa stipulati dal Tesoro con le banche di affari, in particolare quelle a partire dal 2012 dopo la sconcertante vicenda che tra il 2011 e il 2012 ha portato lo Stato italiano a versare nelle casse della banca d'affari, Morgan Stanley, 3,1 miliardi di euro di soldi pubblici per chiudere quattro contratti derivati e rinegoziare due coperture sulle valute, comincia a dare i suoi frutti, con la Corte dei Conti che ha contestato un danno erariale di 4,1 miliardi alla banca e dirigenti del Mef specialisti in ‘porte girevoli’, successivamente assoldati dalle banche di affari.

   Secondo la Corte dei Conti, la banca sarebbe responsabile del 70% dei danni causati, mentre il restante 30% se lo suddividono Cannata, con un ruolo preponderante (un miliardo di euro), il suo predecessore Vincenzo La Via e gli ex direttori del Tesoro, poi ministri dell’Economia, Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli.

MORGAN STANLEY

     4.112.998.409,00

  2.879.098.886

MARIA CANNATA

        629.443.515,54

        94.416.527

 

        641.494.010,00

      179.618.323

 

1.666.088.450

      449.843.882

 

        277.810.927,37

        41.671.639

 

        403.231.150,00

      120.969.345

 

        158.060.475,37

        23.709.071

 

        336.859.881,22

        97.689.366

 

 

  1.007.918.153

VINCENZO LA VIA

        629.443.515,54

        62.944.352

 

        158.060.475,37

        22.128.467

 

        277.810.927,37

        27.781.093

 

 

      112.853.911

DOMENICO SINISCALCO

        629.443.515,54

        31.472.176

 

1.666.088.450

        49.982.654

 

        277.810.927,37

          8.334.328

 

 

        89.789.157

VITTORIO GRILLI

        641.494.010,00

        12.829.880

 

        277.810.927,37

          5.556.219

 

        336.859.881,22

          3.368.599

 

        158.060.475,37

          1.580.605

 

 

        23.335.302

 

 

 

TOTALE

 

  4.112.995.409

 

   Scriveva Adusbef – tra l’altro- nelle corpose denunce del 16.9.2015:” Ne consegue che la condotta della Direzione Generale del debito pubblico in persona del dirigente dott. Maria Cannata si rivela indebitamente reticente ed omertoso….Gli esponenti ritengono che questa condotta integri in capo ai dirigenti del Tesoro gravissime fattispecie rilevanti sub specie di delitti previsti dal capo primo del libro 2° del Codice penale ….Che, in ogni caso, le ecc.me autorità inquirenti in indirizzo, ognuno per quanto di propria competenza, vogliano svolgere tutti gli accertamenti investigativi necessari ad appurare se nello svolgimento dei fatti qui esposti, nonché in  quelli che emergeranno in fase istruttoria, dovessero essere stati commessi reati in danno dallo Stato, o dovesse essere stato determinato un danno erariale, perseguendo i responsabili ai sensi di legge”…..Per fare piena luce sui metodi opachi, analoghi a quelli praticati dalla consorterie da parte del ministero dell’Economia, nell’occultare al Parlamento i contratti sui derivati, facendo piena luce sui tecnocrati che hanno prosperato attorno al Ministero del Tesoro, quali Mario Draghi, Vittorio Grilli, Domenico Siniscalco, Vincenzo La Via, ed altri furbetti fomentati dalle banche d'affari, che poi hanno ripagato i 'civil servant' con lavori o consulenze lautamente pagate, calpestando in tal modo il senso delle istituzioni, e l’interesse primario dello Stato e del bene comune.  In una fase di crisi drammatica per milioni di famiglie italiane e di giovani senza futuro, è doveroso che siano individuati i responsabili del disastro derivati ed i relativi danni che hanno causato sui conti pubblici, stante tutte le clausole peggiorative, che hanno portato esclusivi vantaggi alle controparti bancarie, chiarendo tutti gli aspetti e le eventuali responsabilità dei protagonisti, in un sistema opaco con le banche di affari beneficiarie, quali Goldman Sachs, che ha poi assunto Mario Draghi negli anni novanta; Morgan Stanley, che ha cooptato l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco; JP Morgan, che ha arruolato l’ex direttore e poi ministro Vittorio Grilli, in un sistema di porte girevoli con il Mef…”.

     Nonostante lo scandalo ‘sconcertante’, che ha portato il Tesoro a corrispondere 24 miliardi di euro di interessi alle banche di affari, tra il 2013 al 2016, ben 4 miliardi di euro l’anno, con contestuale aggravio del debito pubblico, arrivato a 2.270 mld di euro, Morgan Stanley continua a far parte dell'elenco degli specialisti che insieme con il Tesoro gestiscono il debito pubblico, nonostante l’elenco fosse stato rivisto nel 2016 con l’uscita di Credit Suisse e Commerzbank, con la signora Maria Cannata, nella veste di direttore del debito pubblico, continui senza soluzione di continuità dal 2000, a trattare emissioni e derivati con le principali banche del mondo. Anche dopo aver fatto sottoscrivere al Tesoro contratti che la Corte dei conti ha definito speculativi, perché lasciavano non allo Stato, ma alle banche, la scelta di attivarli. E li attivavano solo se favorevoli a loro: per una commissione di 47 milioni nel 2004, Morgan Stanley nel 2012 ha incassato un miliardo su un solo derivato.

   I dirigenti del Tesoro, hanno tra le altre colpe, quella della "negligenza". "Personalmente - dichiara a verbale Cannata - non avevo conoscenza di tale clausola sino al momento in cui non abbiamo dovuto assorbire il pacchetto dei contratti ex Ispa (2006)". Eppure la dirigente aveva firmato tutti i contratti e, in conflitto di interesse, anche i relativi decreti di approvazione, continuando a firmarli anche dopo, aumentando così il rischio per i contribuenti. Il Tesoro non predispone nemmeno le garanzie collaterali (soldi o titoli) che per contratto avrebbero potuto neutralizzare la chiusura dei derivati. Di fronte a un pegno vincolato, una sorta di garanzia che i soldi c'erano, Morgan Stanley non poteva agire. Dall'inchiesta è poi emerso che il Tesoro non solo non era capace di predisporre i collaterali, ma aveva perfino "carenza di risorse strumentali e di personale adeguato", tanto da non essere in grado di ponderare il rischio dei contratti che andava sottoscrivendo.

  Poiché la gravissima situazione di deferenza del Tesoro, non solo nella stipula, ma anche nella chiusura dei contratti derivati è così evidente, accettando di dividere in due l'operazione, con un aggravio di oltre 500 milioni di euro di costi, Adusbef torna a chiedere l’immediata cancellazione di Morgan Stanley dalle banche di riferimento del Tesoro e contestuale licenziamento, per giusta causa, di Maria Cannata e Vincenzo La Via.

 

                                                                                                                              

07/06/2017

Documento n.10555

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