DECRETO FISCALE: CONDONO MASCHERATO PER SALVARE BANCHIERI ED EVASORI.

in Comunicati stampa

                                          COMUNICATO STAMPA

DECRETO FISCALE: CONDONO MASCHERATO PER SALVARE BANCHIERI ED EVASORI.

Le disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente - decreto del 24 dicembre 2014- che prevede l'introduzione, nel decreto 74/2000 sui reati tributari, di un art. 19-bis che esclude la punibilità "quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o l'importo dell'imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell'imposta sul valore aggiunto dichiarata, che si applica non solo per casi di dichiarazioni infedeli, ma anche di frode fiscale, oltre a Berlusconi interessa i grandi processi per frode fiscale. Spacciato per disporre la certezza del diritto nei rapporti tra contribuenti e fisco- il decreto per ora congelato dal Governo- avrebbe sanato tutti i reati con effetto retroattivo, con l’articolo 19-bis, che esonerava da qualsivoglia punibilità qualora l'IVA o le imposte sui redditi evase “non sono superiori al 3% rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato: più è alto il reddito più si può evadere, pagando solo sanzioni.  Chi fattura un milione di euro, poteva evadere fino a 30 mila euro, chi fattura 1 miliardo poteva evadere – per effetto del 3% – 30 milioni di euro, uno schiaffo ai contribuenti onesti spina dorsale della fiscalità generale.  La norma del 3%,probabilmente scritta sotto diretta dettatura degli studi legali degli indagati eccellenti, rischiava di far saltare molti processi: dai presunti fondi neri e tangenti in relazione agli appalti per il Sistri dell' inchiesta Finmeccanica a quella per presunta frode fiscale nella cosiddetta "operazione Brontos", che vede indagato anche l' ex ad di Unicredit  Alessandro Profumo - di cui la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio nel giugno scorso - si parla di 245 milioni di euro sottratti al fisco tra il 2007 e il 2009 mascherando gli utili e facendoli figurare come dividendi. Nel solo 2007,  Unicredit ha fatto registrare un utile netto di 7,28 miliardi, e nei due anni successivi ha superato ampiamente il miliardo: la cifra contestata è inferiore al 3% dell' imponibile sotto cui non scatta il reato penale. Alcune modifiche poi, soprattutto quelle al "Titolo II", riducono molto l' efficacia repressiva delle norme che colpisce la frode fiscale, di fatto depotenziandola. Con la norma del 3% potrebbero essere coinvolti anche big come Prada  (ha sborsato 470 milioni, ma la procura di Milano come "atto dovuto" ha ancora aperto un fascicolo per "omessa o infedele dichiarazione dei redditi", che vede indagati Miuccia Prada, Patrizio Bertelli, e il loro commercialista), Armani (270 milioni) eccetera.Adusbef e Federconsumatori, sconcertate dall'utilizzo spregiudicato di norme ad hoc, scritte sotto diretta dettatura di studi legali strapagati che difendono banchieri e frodatori recidivi e sistematici,  ricordano che offrire ulteriori premi agli evasori fiscali che hanno aggirato le leggi, o benefici a grandi imprese che hanno approfittato delle frodi, sottraendo circa 120 miliardi di euro l'anno dall'imponibile, addossando in tal modo  il peso di una pressione fiscale pari al 44,3% su una platea di contribuenti onesti, spesso famiglie a reddito fisso, sembra essere più delittuoso degli scudi fiscali criminali.Nel settembre 2010, alcune banche, come Unicredit, Monte dei Paschi, Intesa e Banca Popolare di Milano,  e  gruppi stranieri come la britannica Barclays e le tedesche Deutsche Bank e Dresdner Bank (ora Commerzbank), vennero accusate di aver organizzato architetture finanziarie fraudolente, per un valore di oltre 3 miliardi di euro con il sistema 'Brontos'.Per quelle accuse e' stato rinviato a giudizio, insieme ad altre diciannove persone, l'ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo (presidente Mps), imputato di una maxi-frode fiscale da 245 milioni di euro, realizzata attraverso un'operazione di finanza strutturata denominata Brontos, sotto processo alla Procura di Roma.Adusbef e Federconsumatori, ricordano i processi per frode fiscale della famiglia Riva, accusati di aver violato l'articolo 3 della legge 74/2000, che punisce (da 18 mesi a 6 anni) chi, al fine di evadere le imposte sui redditi, sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie e avvalendosi di mezzi fraudolenti idonei a ostacolarne l'accertamento, indica elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi fittizi "ponevano in essere una complessa operazione di finanza strutturata, all'unico scopo di consentire alla consolidata Ilva spa l'abbattimento del reddito mediante l'utilizzazione di elementi passivi fittizi per 158.979.433 euro e conseguentemente per la consolidante Riva Fire spa , una pari riduzione della base imponibile e un'evasione di imposta Ires pari a 52.463.213 euro", come riportato nel capo di imputazione.O quelli della famiglia Aleotti, proprietaria della Menarini Farmaceutici, che aveva ha ridotto all'1% la sua partecipazione in Mps, la cui originaria operazione finanziaria  del marzo 2012,  per acquisire il 4% delle azioni, e' sotto il vaglio della procura di Firenze, con l'ipotesi  che i 178 milioni spesi per acquistare il 4% di Banca Mps, provengano da 1,2 miliardi di euro  accumulati con la contestata  truffa sui principi attivi dei farmaci, con la corruzione di pubblici ufficiali e con numerosi reati di frode fiscale.Infine l'accusa del fisco tedesco nei confronti di alcune banche e fondi di investimento, tra i quali spicca HypoVereinsbank (HVB), la controllata tedesca di Unicredit, che "insieme ai suoi" avrebbe sottratto "circa 200 milioni di euro allo Stato". Per evitare di essere la protesi di frodatori,banchieri, affaristi e studi legali, il governo può varare disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente - inserendo un tetto che potrebbe depenalizzare i reati fiscali non superiori a 5.000 euro. 

   

                                                          Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

 

Roma, 6 gennaio 2015

01/06/2015

Documento n.9941

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK