CROLLO FOSSANO: UN PIANO STRAORDINARIO DI CONTROLLO E MANUTENZIONE SULLE STRUTTURE A RISCHIO, MONITORANDO GLI OLTRE 11.000 CAVALCAVIA, PER EVITARE ALTRE TRAGEDIE ANNUNCIATE

in Comunicati stampa

CROLLO FOSSANO:  UN PIANO STRAORDINARIO DI CONTROLLO E MANUTENZIONE SULLE STRUTTURE A RISCHIO, MONITORANDO GLI OLTRE 11.000 CAVALCAVIA, PER EVITARE TRAGEDIE ANNUNCIATE

   Il crollo del ponte di Fossano, costruito nel 1990, con la tragedia sfiorata di 2 carabinieri miracolosamente illesi, è solo l’ultimo di una serie di cavalcavia caduti negli ultimi anni in Italia, dal ponte di Carasco sul torrente  Sturla in Liguria (22 ottobre 2013), con due morti; al crollo del ponte sulla strada provinciale Oliena-Dorgali in Sardegna (18 novembre 2013), vittima un agente di polizia, con tre colleghi feriti; al crollo del viadotto Petrulla (7.7.2014), sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata (Agrigento), con quattro persone ferite, tra le quali una donna incinta; al cedimento del viadotto Scorciavacche sulla Palermo Agrigento nel giorno di natale del 2014, inaugurato il 23 dicembre; allo schianto del pilone, il 10 aprile 2015, del viadotto Himera sull'Autostrada A19 Palermo-Catania (10 aprile 2015).

  Il 28 ottobre del 2016 ad Annone (Lecco) sulla corsia Nord della superstrada 36, al passaggio di un Tir da 108 tonnellate il cavalcavia piomba sulla strada sottostante stritolando l'Audi, di Claudio Bertini, 68 anni, morto sul colpo; il 9 marzo 2017, il cedimento di un ponte sull'Autostrada 14 nei pressi di Ancona, durante lavori di manutenzione, uccide una coppia di coniugi di Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno, Emidio Diomedi di 60 anni, piccolo imprenditore e Antonella Viviani, 54 anni, che percorrevano con la loro auto la carreggiata Nord dell'autostrada, rimasti schiacciati dal ponte.

  Occorre un piano straordinario di monitoraggio e messa in sicurezza degli oltre 11 mila i cavalcavia edificati su 25 mila chilometri della rete stradale dell' Anas, delle migliaia di viadotti e strade di pertinenza di regioni, province e Città Metropolitane (130 mila chilometri), le cui opere risalgono agli anni sessanta a corto di manutenzione e controllo per la carenza di fondi, invece di progettare nuove opere pubbliche inutili e dispendiose.

   La magistratura, con i tempi biblici della giustizia, accerterà le responsabilità sia sulla manutenzione che sulla qualità dei materiali utilizzati per la costruzione delle infrastrutture- hanno dichiarato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori-, ma è governo, ministero delle Infrastrutture ed Anas (la cui annunciata fusione con le Ferrovie costituisce l’ennesimo monopolio perfetto), a dover garantire la sicurezza con una mappa delle strutture a rischio, i cui interventi urgenti e straordinari potrebbero trovare occasioni di lavoro e nuova occupazione in settori in crisi.

 

Roma, 19.4.2017

 

 

 

19/04/2017

Documento n.10515

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