BANKITALIA: LA ROVINA DI BANCHE E RISPARMIATORI. ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI PRESENTANO ENNESIMO ESPOSTO PROCURE, TRA LE QUALI ROMA AREZZO, PER CREDITI ETRURIA REGALATI AGLI 'AMICI'

in Comunicati stampa

La valutazione dei crediti di Banca Etruria garantiti anche dagli immobili ed iscritti a bilancio ad un valore minimo del 34%, svalutati dai commissari Riccardo Sora ed Antonio Pironti, con il consenso implicito di Bankitalia ad un prezzo vile del 14,7%, per accontentare gli amici della holding di controllo di FonSpa capeggiati da Lorenzo Bini Smaghi, finisce ancora una volta alle Procure della Repubblica.

    Adusbef e Federconsumatori, che attendono ancora i risarcimenti per le 130.000 famiglie truffate da Bankitalia e dallo Stato, previste dalla legge di stabilità in scadenza oggi, dopo aver letto l’articolo odierno di Franco Bechis in prima pagina sul Quotidiano Libero dal titolo: “Così la Banca d'Italia ha rovinato le banche”, hanno redatto l’ennesimo esposto denuncia inviato ad alcune procure (tra le quali Roma ed Arezzo), chiedendo di scoperchiare tutti gli affari che si nascondono dietro il regalo alla banca dei vip.

   Già il settimanale L'Espresso aveva pubblicato un reportage titolato significativamente «Popolare Etruria, il crac è un affare per la banca dei vip», notando come dietro la holding di controllo del Fonspa ci fosse «un club esclusivo» che riuniva a vario titolo l' ex presidente dell' Enel e poi commissario straordinario dell' Ilva, Piero Gnudi, l' ex membro del comitato esecutivo della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, l' ex manager di Citigroup Panfilo Tarantelli, la famiglia De Agostini, Alessandro Benetton, l' ex manager Fiat Umberto Quadrino e il presidente dello Ior, Jean Baptiste de Franssu. Una sorta di boutique finanziaria con ottimi nomi alle spalle. Era curioso che fossero riusciti a strappare quei crediti in sofferenza solo quattro giorni prima che Banca Etruria andasse in risoluzione, ad un prezzo vile del 14,7%.

    A fare da benchmark, da punto di riferimento per la decisione, è in realtà una operazione conclusasi sul mercato solo pochi giorni prima (il 17 novembre) da parte di Banca Etruria, che in quel momento era amministrata dai commissari scelti dalla Banca d' Italia, ossia il dottor Antonio Pironti e il ragionier Riccardo Sora – ex dg di Ubi Banca ed ex commissario di Tercas, Carichieti e Cassa Rimini, per la quale è stato indagato e poi prosciolto grazie a una lettera di manleva di Visco – nominati l’ 11 febbraio 2015, in un decreto lampo solo quattro giorni prima che il governatore avesse proposto il commissariamento al ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan.

  Quella cessione di crediti in sofferenza per 284 milioni di euro ceduti a Fonspa, che si è realizzata a un valore netto contabile del 14,7%, a meno di 42 milioni di euro netti, interpretato dalla Commissione come un punto di riferimento essenziale per valutare a che valore trasferire i crediti in sofferenza alla bad bank italiana, con un prezzo che si sarebbe rivelato capestro sia per i risparmiatori che per le successive operazioni bancarie in Italia, un hara-kiri per l’Italia e il suo sistema bancario che ha visto come protagonista, la Banca d'Italia ed i suoi commissari, deve essere scoperchiato da indagini penali che non possono più essere rinviate.

    La Banca d’Italia, che ha commissariato con atti d’imperio banche sane, come la Bene Banca Vacienna, per favorire la Banca Popolare di Vicenza dello spiccia faccende Zonin, per il quale neppure è stata votata l’azione di responsabilità da una attenta regia dopo aver frodato con l’intero cda 117.000 azionisti e distrutto valore per oltre 9 miliardi di euro, non può continuare a rovinare i risparmiatori.

 

                                                                          Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma, 30 aprile 2016

30/03/2016

Documento n.10280

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