BANKITALIA: FAVORI CONTINUI A BANCHE, DOPO RIVALUTAZIONE QUOTE DA 156.000 A 7,5 MLD EURO. DOPO IL PAGAMENTO DELLE CEDOLE PER 1,060 MILIARDI, SE ENTRO IL 31.12. 2016, LE BANCHE SOCIE NON AVRANNO VENDUTO QUOTE ECCEDENTI IL 3%, BANKITALIA STACCHERA' ASSEGNO DI 3 MLD DI EURO.

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

 

BANKITALIA: FAVORI CONTINUI A BANCHE, DOPO RIVALUTAZIONE QUOTE DA 156.000 A 7,5 MLD EURO. DOPO IL PAGAMENTO DELLE CEDOLE PER  1,060  MILIARDI, SE ENTRO IL 31.12. 2016, LE BANCHE SOCIE NON AVRANNO VENDUTO QUOTE ECCEDENTI IL 3%, BANKITALIA STACCHERA’ ASSEGNO DI 3 MLD DI EURO.

 

   Bankitalia si accinge a preparare un bel regalo alle banche socie, infiocchettando una vera e propria strenna natalizia, se entro fine anno i maggiori azionisti di Palazzo Koch quali Intesa San Paolo, con il 24,1% di quote, Unicredit col 17,7%, Cassa di Risparmio di Bologna, proprietaria del 6,2%, Generali Italia (5,2%) e Banca Carige (4%), non riuscissero a piazzare le quote eccedenti il 3% del capitale azionario della banca centrale, come previsto dalla legge 5/2014, il famoso decreto Imu- Bankitalia, con il Governo che confezionò un favoloso regalo ai banchieri, con la rivalutazione delle quote da 156.000 euro a 7,5 mld di euro, contestato dalle opposizioni (specie dal M5S) ed oggetto di diffuse denunce alla magistratura.

   Quel decreto di rivalutazione delle 300mila azioni da mille lire a 25 mila euro, oltre a stabilire un rendimento favoloso sull`attesa di dividendi pari a 450 milioni di euro l`anno, ed interessi del 6%, con 1,060 miliardi di cedole pagate, come risulta dalle relazioni annuali  di Bankitalia, ossia 380 milioni di euro nel 2013;  340 milioni nel 2014; 340 milioni di euro nel 2015, imponevano che ogni singolo partecipante (si pensi che Intesa ed Unicredit avevano il 60% delle quote), non potesse detenere più del 3% del capitale sociale della banca centrale,  con le quote in eccesso da dismettere entro il 31 dicembre 2016, e qualora non ci fossero altri acquirenti, imponeva l’obbligo di riacquisto alla stessa Banca d’Italia.

     La gran parte delle cessioni ha visto protagonisti il gruppo Intesa Sanpaolo, sceso al 35,2% dal 42,4% e il gruppo Unicredit passato al 18% dal precedente 22,1%, mentre tra gli acquirenti spiccano le casse previdenziali che detengono complessivamente l'11,6%, come Cassa Forense, Enpam e Inarcassa, ognuno dei quali ha acquistato il 3% massimo consentito. Seguono Enpaia, Cassa Ragionieri e Banca del Piemonte Come si può leggere nel comunicato pubblicato sul sito di Bankitalia: “il periodo transitorio per il compimento del processo di redistribuzione delle quote eccedenti il 3% termina alla fine di quest'anno.  Intanto, quindi la banca ha firmato una serie di contratti preliminari con diversi enti di previdenza e istituti di credito per la cessione delle quote in questione al valore nominale (25.000 euro ciascuna).

Prima di Intesa Sanpaolo a muoversi era stata Allianz che, sebbene detenesse soltanto una quota dell’1,3%, inferiore quindi al 3%, ha venduto lo scorso settembre alla Banca di Credito Cooperativo di Roma, a Banca Sella Holding, Banca Sistema ed Eurovita Assicurazioni. Come si legge dal seguente link della Banca d’Italia:

http://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/partecipanti-capitale/

“Alla fine del primo quadrimestre del 2016 risultano realizzate vendite di quote di capitale, possedute dai partecipanti in eccesso rispetto al limite del 3 per cento, per un valore nominale di circa un miliardo di euro; rimangono da collocare quote per un valore nominale di circa 4 miliardi”.

    Poiché Adusbef e Federconsumatori, non credono che possa essere fatto in meno di 2 mesi, ciò che non è stato fatto in 34 mesi, con le quote vendute dalle banche di circa 1 miliardo di euro, forse proprio confidando nel paracadute del riacquisto di Bankitalia, denunciano l’ennesimo favore alle ‘socie’ che costringerà ad  intervenire Palazzo Koch per ricomprare  le quote stesse, staccando un bell’assegno, una vera strenna natalizia di 3 mld di euro, per lenire le gravi ‘sofferenze’ dei banchieri di Intesa San Paolo, che al momento detiene il 24,1% di quote, Unicredit col 17,7%,Cassa di Risparmio di Bologna, proprietaria del 6,2%, Generali Italia (5,2%) e Banca Carige (4%).

   L’elenco dei partecipanti al capitale di Bankitalia aggiornato al 1.11. 2016,era di 99 soci, tra le prime 5 Intesa Sanpaolo con 72.528 quote;  UniCredit 52.948; Cassa di Risparmio in Bologna 18.602;  Generali 15.692;  Banca Carige,  12.093, che saranno beneficate da 3 mld di euro di strenna; mentre le ultime 5 sono le Cassa Raiffeisen; Cassa di Risparmio di Saluzzo;  Banca del Monte di Lucca, con quote da 2 a 12.

    Dall’ultimo bilancio tratto dalla relazione all’assemblea dei partecipanti del maggio 2016, la Banca d’Italia aveva un vero e proprio esercito di dipendenti al 31.12.2015,ben 7.032, le cui retribuzioni erano aumentate a 616 milioni nel 2015 (610 nel 2014); con una spesa totale per il personale, che sommata alle retribuzioni, oneri accessori e altre spese, superava  800 milioni di euro. Costi importanti, che sommati agli altri centri di costo  pari a 443 milioni per le spese amministrative,  supera 1,2 mld di euro, spesa che dovrebbe servire anche a tutelare risparmiatori ed utenti bancari da crac e dissesti, come quelli registrati nell’ultimo anno con le banche venete e le 4 in risoluzione (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara), con un vero e proprio esproprio criminale del sudato risparmio.

http://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/partecipanti-capitale/Partecipanti.pdf

                                                                                Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma, 5.11.2016

11/05/2016

Documento n.2982

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK