BANCHE: RIFORME POPOLARI E BCC, IMPOSTE DA UE-BCE, FUNZIONALI A DEPREDARE RISPARMIO DEI TERRITORI, FINANZIARIZZARE L'ECONOMIA, RENDERLE PREDE DELLA FINANZA SPECULATIVA. CROLLO DI BORSA E DEI TITOLI BANCARI, IL CAPOLAVORO PIU' RIUSCITO DI DRAGHI,BCE E DEI CLEPTOCRATI UE

in Comunicati stampa

 

BANCHE:  RIFORME POPOLARI E BCC, IMPOSTE DA UE-BCE, FUNZIONALI A DEPREDARE RISPARMIO DEI TERRITORI, FINANZIARIZZARE L’ECONOMIA, RENDERLE PREDE DELLA FINANZA SPECULATIVA.

CROLLO BORSA E TITOLI BANCARI, IL CAPOLAVORO PIU’ RIUSCITO DI DRAGHI E CLEPTOCRATI UE

 

   La gravissima crisi del sistema bancario italiano, sotto attacco speculativo dei mercati per svilirne il valore e rendere le banche più appetibili, facili prede della finanza speculativa, ha la sua sciagurata origine nel delirio di onnipotenza e di dominio di Bce-Ue, che oltre ad aver preteso fusioni e concentrazioni creditizie, con l’ingannevole promessa di rendere più stabili le banche ed i servizi bancari più efficienti, in aperta violazione dell’art.47 della Costituzione,  ha imposto  l’esproprio criminale del risparmio col bail-in; il decreto sulla riforma delle banche popolari per quotarle e renderle scalabili dalle Black Rock di turno; l’imminente riforma del credito cooperativo.

   Nell'Eurozona, non manca l’accordo sul terzo pilastro dell'Unione bancaria, quella umoristica garanzia sui depositi messi a rischio dal bail-in, come vorrebbe far credere nella sua propagandistica narrazione il presidente Bce Mario Draghi, ma uno schema di separazione tra banche di affari e banche commerciali, il conseguente principio della responsabilità contro l’azzardo morale dei banchieri allargato alle autorità vigilanti, che devono pagare a loro volta errori e collusioni, non essere esonerate, come già accaduto nella recente crisi delle 4 banche in risoluzione, con Bankitalia che si auto assolve, facendosi le domande e dandosi le risposte.

   Adusbef e Federconsumatori, che hanno a cuore la tutela di diritti, legalità e valori irrinunciabili di principi solidaristici anche nella gestione del credito e del risparmio, anche con ricorsi ai Tribunali per tentare di difendere principi costituzionali, messi sotto i piedi dagli esecutori materiali della volontà di dominio di Troika-Bce, al Tar del Lazio il prossimo mercoledì 10 febbraio sullo sciagurato decreto di riforma delle banche popolari, mettono in guardia ancora una volta il Governo sulla riforma delle Bcc.

  L’ennesima riforma – secondo quanto finora pubblicato- improntata su un contratto, che dovrà disciplinare il rapporto tra la capogruppo e le singole Bcc e da cui derivano diritti ed obblighi, basato sul patto di coesione (o di dominio), per la creazione di più gruppi, rientranti forse nella categoria di  holding unica, con le solite promesse (finora ingannevoli di Bankitalia) di:“maggiore capitalizzazione, più elevati livelli di efficienza e miglioramento del governo societario, che  potrebbero essere conseguiti anche da un contenuto numero di gruppi”.

   La strada di una holding unica obbligatoria per tutti, eccetto le cooperative bancarie bolzanine, con una loro specifica holding (con rischi di costituzionalità), sotto forma di SPA,  omologata alle altre banche operanti in Italia, in un sistema in cui le Bcc più solide, potrebbero essere costrette a coprire i buchi delle più rischiose, oltre ad indebolire il principio delle Bcc, creando  difficoltà al sistema del Credito Cooperativo riunito in un’unica holding, se consente alle autorità vigilanti più agevoli controlli, espone al rischio di scalata come occasioni ghiotte per la finanza speculativa.

 

02/04/2016

Documento n.10240

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