ZUNINO È IL FRUTTO TUTTO ITALIANO DI PRATICHE COMPLICI ,RISCHIOSE E DEGLI ALLEGRI AFFIDAMENTI DEI BANCHIERI AD "AMICI E SODALI"

in Articoli e studi
tratto da www.dagospia.it 7 - ZUNINO È IL FRUTTO TUTTO ITALIANO DI PRATICHE COMPLICI E RISCHIOSE... Da "La Stampa" - In Italia, l'estate non è estate se non c'è uno scandalo societario. Quest'anno, gli italiani si possono intrattenere sul rovinoso scivolone del gruppo degli immobili Risanamento e del suo numero uno, Luigi Zunino. Nel momento in cui si è trovata in difficoltà nel rifinanziare 2,8 miliardi di euro di debito, la società ha rischiato di finire in cima alla lista delle più importanti vittime italiane della crisi economica e finanziaria. Il grande progetto di Zunino consisteva nella costruzione di nuove città alla periferia di Milano. Non solo. A quanto pare la società, aveva anche comprato un appartamento del valore di 100 milioni di dollari al New York's Plaza. Poi, le vendite di immobili italiani sono crollate del 20% e il mercato degli Stati Uniti è caduto. Zunino non è riuscito a questo punto a finanziare i suoi debiti e le nuove città sono rimaste incompiute. La crisi globale ha contribuito a distruggere le ambizioni di Zunino. Quella specie di debole che gli italiani hanno per i rapporti di amicizia tra banche e imprenditori ben introdotti sembrava consentire a Zunino di assumersi molti rischi. L'agente immobiliare è stato l'ultimo uomo a cadere in un gruppo di imprenditori - per lo più romani e napoletani - che avevano creato partecipazioni nelle principali istituzioni italiane in un altro scandalo estivo nel 2005. A Zunino sembra che siano rimaste ancora connessioni sufficienti per raccogliere i soldi necessari per uscire dalla crisi. I maggiori creditori del gruppo (a Intesa Sanpaolo, a Unicredit e a Banco Popolare deve quasi 1 miliardo di euro) hanno approvato un aumento di capitale di 150 milioni di euro e un prestito convertibile di 350 milioni di euro. Questo dovrebbe essere sufficiente a persuadere il tribunale di Milano a non dichiarare fallito Zunino. Ma se il rifinanziamento funziona, i proprietari di piccole aziende italiane che falliscono ogni giorno per, come affermano, mancanza di supporto dalle banche potrebbero protestare energicamente. Non è che loro possano ottenere molte indagini conoscitive. Ma gli azionisti delle banche possono - e dovrebbero - protestare maggiormente per tali pratiche complici e costose. 8 - NOMURA HA BENEFICIATO DELLA CADUTA DI LEHMAN E PROSEGUE NELLA CRESCITA... Da "La Stampa" - Nomura sente l'effetto Lehman Brothers, ma è un effetto benefico. La più grande banca d'investimenti del Giappone ha dichiarato ieri il primo utile trimestrale dal 2007. Il buon risultato è stato raggiunto anche grazie all'acquisizione di una quota della malandata Lehman. Il ritorno in territorio positivo, con 120 milioni di dollari di utili è solamente un primo passo. La strategia di Nomura è di diventare una banca d'investimento globale che si inserisca nel club delle top-five. Per ora però è ancora una società giapponese di brokeraggio che offre anche qualche altro servizio. L'attenzione ora è rivolta alla fusione delle attività di trading di Lehman e di Nomura e delle relative potenzialità. L'attività di global markets di Nomura è passata a un utile prima delle imposte di 655 milioni di dollari dalla perdita di 1,4 miliardi di dollari nel precedente trimestre. La performance positiva dei mercati azionari ha contribuito al risultato ma, per la prima volta, la quota delle commissioni sul trading in Giappone sono state la parte più contenuta. Ora, aumentare le entrate ottenute con l'investment banking dai clienti corporate sarà un compito molto più difficile. Soltanto una forte ripresa delle emissioni azionarie giapponesi (circa 13,8 miliardi di dollari nel trimestre) ha impedito che la piccola perdita in questa divisione fosse molto più grande. Nomura ha bisogno di un franchising di investment banking, fiducioso e con forti potenzialità, se vuole trattenere il meglio degli 8.000 laureati di Lehman, che ha acquisito. L'ultima parte dei generosi incentivi di fidelizzazione è stata pagata a ottobre, e le dimissioni di questa settimana di Jasjit Bhattal, presidente di Nomura ex Lehman Asia, sono state uno sgradito anticipo di quello che potrebbe accadere in futuro. I concorrenti, come Barclays e Citigroup, stanno ancora assumendo e sono disposti a pagare per banchieri di talento. Ma se si riuscisse a convincere i dipendenti di Lehman a far parte della squadra vincente, nel caso ideale la società potrebbe ottenere alcuni importanti mandati per negoziare accordi al di fuori del Giappone. 9 - LA SIGNORA TEMASEK PAGA UN CONTO SALATO... S.Fi. per "Il Sole 24 Ore" - La settimana scorsa la doccia fredda, ieri quella gelata. A sorpresa Temasek, il mega fondo sovrano di Hong Kong, appena sette giorni fa aveva detto addio a Charles "Chip" Goodyear. Il manager ex Bhp era stato scelto a febbraio per raccogliere, a ottobre, il testimone da Ho Ching, attuale numero uno del fondo, ma su quella poltrona Goodyear non andrà mai. Alla guida della investment company rimane quindi Ho Ching che, oltre a essere l'unica donna a capo di un fondo sovrano, è soprattutto la moglie del premier di Hong Kong che di fatto è l'azionista ultimo e unico del fondo stesso. In barba al conflitto di interesse, la signora gestisce una dote da favola (100 miliardi) con partecipazioni in molte banche occidentali. Ma per colpa della crisi (e la vendita di molti di quei pacchetti, tra cui quello in Barclays), la coniuge ha presentato un conto da capogiro all'azionista di maggioranza (nonchè marito): 40 miliardi di dollari di perdite di valore di portafoglio in dodici mesi (da marzo 2008 a marzo 2009). Vuoi vedere che è questo il vero motivo dell'addio del ceo in pectore? 10 - LE LAUTE COMMISSIONI DI UNA VITTIMA DI MADOFF... G.Ve. per "Il Sole 24 Ore" - Non tutte le vittime di Madoff passano l'estate a piangere sullatte versato.C'è anche chi come il finanziere colombiano Andres Piedrahita pensa a consolarsi su un nuovo mega-yacht. Le ragioni di uno stile di vita così opulento si devono tutte al particolare status di «vittima» di cui Piedrahita gode. L'uomo d'affari è infatti l'anello di congiunzione fra i risparmiatori spagnoli e la truffa finanziaria del secolo, visto che si trovava a gestire alcuni fondi responsabili di convogliare i soldi degli investitori iberici nel gigantesco «schema Ponzi ». Piedrahita ha dichiarato che mentre pompava soldi nella Investment Securities di Madoff non aveva avvertito nulla di strano. Un vittima quindi, almeno dal suo punto di vista. Peccato che se gli investitori spagnoli si sono trovati, una volta scoppiato lo scandalo, con un buco da 65 milioni di euro, il finanziere colombiano è uscito dalla vicenda con in tasca laute commissioni per circa 32 milioni. Forse è per questo che Piedrahita, per le sue lussuose vacanze, ha preferito alle calde coste spagnole i più tranquilli lidi dell'Adriatico.

30/07/2009

Documento n.8098

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