WHY NOT: L'ULTIMO FLOP DI DE MAGISTRIS ! CADONO ANCHE LE INFAMANTI ACCUSE A PRODI ! SARA' MAI CHIAMATO A RISARCIRE VITTIME SUOI STRAMBALATI TEOREMI ?

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L'ultimo flop di De Magistris: cadono anche le accuse a Prodi Why not, niente prove. Archiviazione per Prodi ( Corriere della Sera del 22/11/2009 ) 22/11/2009 -Catanzaro Scagionati anche Bisignani e il deputato pd Gozi «Why not, niente prove» Archiviazione per Prodi Il gip sulle indagini di De Magistris: accuse vaghe CATANZARO «Accuse vaghe e generiche». Queste le conclusioni del gip di Catanzaro Tiziana Macrì che ha archiviato la posizione dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, finito nell'inchiesta Why not aperta dall'allora pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris, oggi parlamentare europeo di Idv. Le accuse con le quali l'ex pm aveva iscritto Prodi nel registro degli indagati erano «inutilizzabili » perché «notizie de relato» scrive il gip. Nel provvedimento d'archiviazione il giudice Macrì sostiene che «si deve escludere che l'onorevole Prodi abbia mai fatto parte di quel gruppo di persone indicate quale comitato di San Marino: dette persone erano solo di area politica riconducibile all'onorevole Prodi». De Magistris aveva ipotizzato la partecipazione di Romano Prodi a una loggia massonica segreta con sede a San Marino. Proprio in quella Repubblica secondo l'ex pubblico ministero si sarebbero sviluppati affari e connivenze per avviare una fitta rete di complicità che aveva come scopo la frode sui finanziamenti europei. «Una teoria affascinante, non supportata da uno straccio di prova», l'ha liquidata il gip nel suo provvedimento. L'ex presidente del Consiglio era stato indagato, nel-- l'estate del 2007, assieme all'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, la cui posizione è stata archiviata già nel marzo dell'anno successivo. Prodi, così come Mastella, era stato accusato di avere mantenuto rapporti di amicizia con Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere del Sud Italia e principale imputato nell'inchiesta Why not. Durante una perquisizione in casa dell'imprenditore, in un'agenda, furono trovati dei numeri di telefono intestati alla società Delta Spa e riconducibili, secondo De Magistris, proprio a Romano Prodi. Gli accertamenti successivi condotti dal pool di magistrati della procura generale che intanto aveva avocato l'inchiesta dopo le vicende giudiziarie che si sono concluse con il trasferimento di De Magistris a Napoli , hanno stabilito che «tra il 2004 e il 2007 Saladino ha utilizzato quei numeri per intrattenere rapporti con 'uomini di fiducia di Prodi' e non con l'ex premier. Quelle sim card passarono poi, nel 2005, in uso a 'L'Ulivo i democratici'». Il giudice Macrì ha accolto quindi la richiesta di archiviazione nei confronti di Romano Prodi, depositata lo scorso dicembre dalla procura generale che, contestualmente, dopo due anni di indagini, aveva chiuso l'inchiesta chiedendo 106 rinvii a giudizio. Al processo, iniziato da qualche mese, sono finiti in novantotto. Alcuni hanno chiesto il rito abbreviato, altri si sono affidati al dibattimento. Nei giorni scorsi il giudice delle udienze preliminari Abigail Mellace, ha rigettato la richiesta di costituzione di parte civile di Caterina Merante, la principale teste d'accusa dell'inchiesta, anche lei comunque indagata in Why not. Assieme a quella dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, è stata archiviata la posizione di Sandro Gozi, deputato del Partito democratico ed ex assistente politico di Prodi quando era presidente della Commissione europea, quella di Piero Scarpellini, deputato del Pd e, in passato, consulente di Prodi, del consulente aziendale Luigi Bisignani e del consigliere regionale calabrese Antonio Acri. La loggia segreta La partecipazione del «professore» a una loggia massonica segreta di San Marino liquidata come «teoria affascinante, ma non supportata da uno straccio di prova» Ex pm Luigi De Magistris ora fa politica con l'Italia dei Valori ( Corriere della Sera del 22/11/2009 ) L'ultimo flop di De Magistris: cadono anche le accuse a Prodi Il Giornale.it del 22/11/2009 ) articolo di domenica 22 novembre 2009 L'ultimo flop del magistrato: cadono anche le accuse a Prodi di Stefano Filippi Il gip del tribunale di Catanzaro ha archiviato la posizione dell?ex premier Romano Prodi indagato nell?ambito dell?inchiesta «Why not». La notizia non giunge inattesa, perché la stessa procura generale della città calabrese aveva chiesto l?archiviazione un anno fa: le accuse contro Prodi erano ritenute «generiche, vaghe e inidonee a fornire dati concreti su presunti favori a Saladino», cioè l?imprenditore che sarebbe il grande burattinaio della vicenda. Prodi non c?entrava con «Why not», così come Silvio Berlusconi era estraneo alle contestazioni rivoltegli dalla procura di Milano nel 1994 che lo costrinsero alle dimissioni. Caso chiuso anche per altre otto persone. «Why not» è l?inchiesta che ha portato alla caduta del governo Prodi. La istruì l? ex pubblico ministero Luigi De Magistris, ora eurodeputato dell?Italia dei valori e grande moralizzatore dell?italico suolo. Il pm indagò Prodi, il guardasigilli Mastella inviò gli ispettori, il fascicolo fu avocato, il magistrato trasferito, il ministro indagato al pari del vicepresidente del Csm, le procure messe una contro l?altra e subissate di avvisi e ricorsi, la poltrona del premier minata finché non saltò per aria. Ma quel botto fu contemporaneamente il trampolino di lancio per De Magistris. Lui che diceva di rifuggire la giustizia spettacolo subì una metamorfosi. Divenne un fenomeno mediatico, beniamino di Santoro & friends, ultimo (allora) epigono di quella giustizia-spettacolo inaugurata quando il pool di Milano affossò il decreto Conso sulla depenalizzazione del finanziamento pubblico ai partiti. De Magistris si trasformò nell?idolo di Grillo e Di Pietro, ennesima vittima del nuovo complotto di poteri occulti-massonerie-servizi deviati e chissà cos?altro. L?eroe fu trascinato a furor di popolo a Bruxelles, beatificato nel consesso dove siede anche Mastella e dal quale ora pontifica come un padreterno. Strada facendo, l?inchiesta «Why not» perde pezzi. Non è l? unico castello di carte giudiziarie eretto da De Magistris poi crollato. Inquisì la madre di una sua collega di tribunale, che fu prosciolta. Indagò il marito di un?altra collega: anche lui uscì immacolato. Il Consiglio giudiziario di Catanzaro bocciò la sua nomina a magistrato di Corte d?appello in quanto le sue «inconcludenti fonti di prova» erano in realtà «rapporti personali tra indagati». A Salerno è stato prosciolto da una cognata di Michele Santoro dalle accuse di abuso d?ufficio (indagò oltre i termini concessi) e concorso in diffusione di notizie coperte da segreto (nonostante incontrasse i giornalisti perfino a Eurodisney). Si è occupato di reati contro la pubblica amministrazione dal 1996, appena insediato a Catanzaro, ma nessuno dei suoi indagati è mai stato condannato per reati amministrativi. Ha fatto spendere montagne di soldi pubblici per consulenze che non hanno portato a nulla. Perfino Massimo Di Noia, avvocato di Tonino Di Pietro, chiese provvedimenti giudiziari contro il pm, soprannominato dagli addetti ai lavori (e ai livori) del tribunale calabro «Gigineddu flop». «I procedimenti da lui istruiti, di grande impatto sociale perché istruiti contro i cosiddetti colletti bianchi, erano quasi tutti abortiti con provvedimenti di archiviazione, con sentenze di non doversi procedere e con sentenze ampiamente assolutorie»: parole messe nero su bianco dal magistrato Bruno Arcuri del Consiglio giudiziario di Catanzaro, il quale ne propose di bocciare la promozione di De Magistris elencando «una serie numerosissima di insuccessi», di «procedimenti infausti e immotivati», di «errori evitabili ed evidenziati dall?organo giudicante», di «violazioni manifeste di legge, addirittura diritti costituzionali», di «tecniche di indagine discutibili». Una «patologia forse unica nel panorama delle iniziative di un pm». Nel 2003 De Magistris pose sotto sequestro due villaggi turistici a Botricello. Diciotto indagati. Un blocco di quattro anni con perdita dei finanziamenti europei già stanziati (nove miliardi di lire). Nel 2007 il gip Tiziana Macrì, la stessa che ha archiviato Prodi, prosciolse tutti lodandone «la condotta corretta e trasparente». Nel 2004 sequestrò un cantiere a Davoli Marina, subito dissequestrato dal tribunale della libertà. Nel 2007 mise i sigilli al centro turistico ecologico Marinagri: un investimento finanziato da Stato e regione, con opere per 100 milioni di euro, 47 imprese appaltatrici, 1.800 lavoratori. Tutto fermo perché il pm paventava inondazioni. Centinaia di famiglie della zona di Policoro rovinate dal sequestro hanno fondato l? associazione Vittime di De Magistris, con tanto di statuto, sito internet, rassegna stampa e recapiti telefonici. Magari domani si iscrive pure Prodi.

23/11/2009

Documento n.8295

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