TLC: GRILLO (BEPPE) ZOMPA SU TELECOM. ANCHE NOI DI ADUSBEF ABBIAMO ATTACCATO UNA GESTIONE DELINQUENZIALE,CHE FALCIDIA POSTI DI LAVORO

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Grillo ZOMPA SU TELECOM! - "Questa società è nata ed è stata dinintegrata dalla politica e, visto che nessuno fa nomi, io li faccio: Draghi, Ciampi, D’Alema che regalò la società a capitalisti con le pezze al culo, Colaninno, Gnutti.." - lavoratrice iscritta alla Cgil: "È moralmente accettabile remunerare i soci col dividendo in una situazione di crisi? E’ accettabile remunerare i manager con i bonus e licenziare i lavoratori?"... VIDEO DELL'INTERVENTO DI GRILLO ALL'ASSEMBLEA TELECOM DEL 29/04/2010: http://www.youtube.com/watch?v=PtkFWzPyQyE Armando Zeni per "la Stampa" Fuori dai cancelli la protesta dei dipendenti, bandiere rosse e striscioni, canti e slogan contro i tagli annunciati e il passaggio a una società esterna (la Ssc) del settore informatica, anticamera, temono, di altre cessioni, altri licenziamenti. Dentro, davanti ai soci, lo show di Beppe Grillo alla sua terza assemblea Telecom («La prima volta si chiamava ancora Sip, era dello Stato, rubavano anche allora con piccole cose come il 144, le bollette finte, gli scatti alla risposta...») dove trovano spazio le richieste di Asati e Adusbef, piccoli azionisti e associazione consumatori, di un'azione di responsabilità contro i titolari delle gestioni 2003-2006. Poi le domande riassunte con un pizzico d'emozione da Franca Ferrari, lavoratrice iscritta alla Cgil: «È moralmente accettabile remunerare i soci col dividendo in una situazione di crisi? E' accettabile remunerare i manager con i bonus e licenziare i lavoratori?». Nel mezzo, l'orgoglio di Franco Bernabè, l'ad che conferma la strategia dei suoi due anni al vertice Telecom - ridurre il debito, tagliare i costi, rendere competitiva l'azienda, remunerare i soci - e si dice pronto, ai blocchi di partenza, «per combattere e allungare il passo». Ovviamente a patto che nessuno tocchi la rete senza la quale, ripete, «Telecom si ritroverebbe senza futuro e senza ragione d'essere». La mobilitazione dei sindacati contro gli esuberi del nuovo piano industriale c'è stata con tanto di finto funerale inscenato dai mille in corteo con finta bara seguita da finte vedove per celebrare la morte di un'azienda, spiegano, che distribuisce dividendi e incentivi mentre annuncia nuovi tagli di personale. Non era atteso nè annunciato l'arrivo di Grillo, vestito grigio e cravatta scura annodata al braccio in segno di lutto: «Qui si celebra il funerale di quella che era la più grande azienda tecnologica del paese - esplode - Telecom è morta ma forse si possono espiantare degli organi, va venduta al più presto a Telefonica prima che la spolpino». Anche se meno esplosivo delle altre volte, Grillo attacca: «Questa società è nata ed è stata dinintegrata dalla politica e, visto che nessuno fa nomi, io li faccio: Draghi, Ciampi, D'Alema che regalò la società a capitalisti con le pezze al culo, Colaninno, Gnutti...». Che fine hanno fatto, chiede, i soldi? «Sono finiti in stock option milionarie, in dividendi per il salotto buono», risponde invitando chi di dovere a indagare sul management Telecom degli ultimi dieci anni: «Guardate il loro stato patrimoniale prima del loro ingresso e quando ne sono usciti e vedete quanto hanno spolpato l'azienda». L'ironia nera («Telecom è morta») di Grillo, l'amarezza di Franca Ferrari che chiede «una classe dirigente capace di motivare i lavoratori, con cui lavorare gomito a gomito, che non ci consideri solo un peso da tagliare». E se il presidente Gabriele Galateri concorda con Bernabè nel respingere l'immagine lugubre di azienda moribonda e in crisi («Qui non si celebra nessun funerale, Telecom è sana, viva, ha tutte le pitenzialità per tornare a essere protagonista»), Bernabè difende la riduzione dei costi che passa anche attraverso nuovi tagli, «un processo alla fine del quale - dice - saremo più leggeri e aggressivi». Sei ore di domande e risposte finite con l'approvazione di tutti gli ordini del giorno, bilancio 2009, piano di azionariato diffuso, piano di incentivi per i dirigenti. Con l'unica sorpresa dell'assenza in assemblea della Findim dei Fossati, azionista di peso col suo 4,99%. E col capitolo azione di responsabilità che, in attesa della chiusura delle indagini su Sparkle, resta aperto e rinviato a un futuro cda con la promessa del consigliere indipendente Luigi Zingales (pronto, nel caso, a dimettersi) di non abbassare la guardia anche se, dice sul caso Sparkle, «essere arrivati a questo punto, per il consiglio è già un fallimento».

30/04/2010

Documento n.8583

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