TELECOM: LA RESA DEI CONTI DI BEBE' BERNABE'

in Articoli e studi
LE COLPE DI Bernabè SECONDO GERONZI - essere andato da Gianni Letta, invece che in Mediobanca, nella primavera scorsa per cercare di risolvere il problema Telefonica - aver lasciato Beppe Grillo urlare dagli schermi de La7 le sue invettive contro Tronchetti e lo stesso Geronzi - non aver accettato l´ipotesi di uno sbarco a La7 di Mimun....tratto da www.dagospia.it Giovanni Pons per "la Repubblica" La grande partita d´inverno dei poteri italiani è più ampia che mai, parte da Madrid e potrebbe terminare a Trieste passando per Milano e Torino. La prima scadenza riguarda Telecom Italia ed è fissata al 28 ottobre, quando gli azionisti raggruppati in Telco dovranno decidere se rinnovare il patto di sindacato con Telefonica e se, con una mossa inconsueta, discutere un cambio di management. Su questi due temi le alleanze si sprecano e si intersecano pericolosamente con le scadenze successive, quelle dei nuovi assetti di vertice di Generali e Intesa Sanpaolo i cui appuntamenti sono per l´aprile 2010. Con gli stessi protagonisti. Sul mantenimento dell´alleanza con Telefonica si stanno spendendo favorevolmente i manager di Mediobanca e di Generali, che fin dal 2007 hanno caldeggiato un´aggregazione col principale operatore delle tlc europeo come la soluzione migliore per l´azienda italiana. Molto più fredda a riguardo Intesa Sanpaolo, che non ha visto in due anni un contributo significativo al business da parte spagnola, né in termini di idee e proposte in cda. L´impressione, per alcuni, è che Cesar Alierta si sia seduto al tavolo aspettando che la società italiana gli cada in mano per un effetto di logoramento, visto che ogni iniziativa di crescita in Sudamerica ed Europa è da lui stroncata sul nascere. Dello stesso parere di Intesa, strano a dirsi, il ministro Tremonti, mentre la posizione di Berlusconi è più sibillina, avendo Mediaset in corso (vedi articolo sopra) una partita in Spagna per accrescere la presenza televisiva nel paese. Ma l´operazione di conquista di Cuatro e Digital Plus potrebbe richiedere il sostegno di Telefonica, dunque il premier si troverebbe invischiato nel classico conflitto di interessi. Ma la vicenda è complicata dal fatto che Cesare Geronzi, potente presidente di Mediobanca, sta cercando di innestare attorno al passaggio su Telco un redde rationem sull´ad di Telecom, Franco Bernabè. Le sue colpe sarebbero diverse, ma per la verità di ben poco spessore. Lo si accusa di essere andato da Gianni Letta, invece che in Mediobanca, nella primavera scorsa per cercare di risolvere il problema Telefonica. Di aver lasciato Beppe Grillo urlare dagli schermi de La7 le sue invettive contro Tronchetti Provera e lo stesso Geronzi. Di non aver seguito i consigli di Mediobanca nella vendita, per ora accantonata, di Telecom Italia Sparkle. E di non aver accettato l´ipotesi di uno sbarco a La7 di Clemente Mimun. Tutto ciò avrebbe convinto Geronzi della necessità di un cambio di guardia in Telecom con un manager più accondiscendente, come Stefano Parisi, ad Fastweb fortemente caldeggiato da Fedele Confalonieri. Ma su questa strada lo può seguire solo Generali poiché i Benetton hanno grande stima di Bernabè, mentre Corrado Passera e Giovanni Bazoli non hanno intenzione di porre il tema sul tavolo. Alierta difende il presidente Gabriele Galateri, conosciuto ai tempi della Columbia University. All´interno di Mediobanca, poi, va verificata la posizione degli azionisti francesi, cioè di coloro che fin dall´inizio hanno fortemente voluto Bernabè mentre Dieter Rampl, in rappresentanza di Unicredit, s´era polemicamente astenuto al momento della nomina. Inoltre Bernabè sta cercando di assicurarsi il beneplacito di Berlusconi ubbidendo al diktat arrivato da Mediaset di non far cadere in mani nemiche le infrastrutture digitali de La7. Ieri ha dichiarato che Telecom non venderà i 4 multiplex a sua disposizione, strategici per il futuro sviluppo dell´internet tv. Lo scenario si complica ulteriormente se si considera che Geronzi potrebbe candidarsi in extremis alla presidenza Generali, anche perché non è escluso che dal processo Ciappazzi in corso possa venirgli una condanna, sebbene di primo grado. Fatto che potrebbe compromettergli la permanenza al vertice di una banca, ma non di un´assicurazione. Al contempo Bazoli non può permettersi, oggi, una rottura con Geronzi sul caso Bernabè, in quanto la conferma sua e di Passera ai vertici di Intesa Sanpaolo tra sei mesi necessita del supporto di Generali, tra i maggiori azionisti con il 5%. Anche per contrastare eventuali iniziative della Compagnia San Paolo, che della banca ha il 10% ed è intenzionata a riequilibrare i pesi a favore di Torino in Ca´ de Sass.

15/10/2009

Documento n.8238

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