Repubblica 22-2-2010. F. Rampini. Carte di credito, rivoluzione Usa "Basta spolpare le famiglie"

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La Repubblica 22-2-2010 Trasparenza e tassi bassi: la norma punta a salvaguardare i più deboli Sui consumatori le banche potevano estorcere interessi da usura Carte di credito, rivoluzione Usa "Basta spolpare le famiglie" dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI NEW YORK - È un lunedì nero per Visa, Master Card, e con loro tutte le banche emittenti di carte di credito che si spartiscono il lucroso business delle commissioni e interessi di scoperto. Da oggi entra in vigore negli Stati Uniti il Credit Card Accountability, Responsibility and Disclosure Act. È una riforma a tutela del consumatore, in gestazione da un anno: un pezzo fondamentale delle nuove regole introdotte per effetto della grande crisi finanziaria. La carta di credito, un tempo il simbolo del consumismo made in Usa, divenne poi una delle più micidiali armi di distruzione di massa per gli equilibri finanziari del paese. Un incubo per milioni di famiglie, alle prese con la spirale degli interessi da ripagare, dei ratei che aumentano da soli, nella trappola diabolica dei tassi sempre più elevati. Non importava che il costo del denaro "ufficiale" fosse crollato a quota zero, sui consumatori più deboli e indifesi le banche potevano estorcere interessi da usura (fino al 30%), al riparo da sanzioni. Ora non è più così. La nuova carta dei diritti dei consumatori, e degli obblighi delle società finanziarie che emettono carte di credito, mette fuori legge una serie di comportamenti "predatori". È proibita la pratica del cosiddetto "default universale", applicato in passato sui clienti che avevano molteplici carte di credito (cioè la maggioranza). Quando il ritardo nel pagamento di un rimborso mensile faceva scattare un tasso più elevato, automaticamente quell'inasprimento veniva trasferito a tutte le altre carte di credito: per un'insolvenza limitata, una punizione generalizzata. Ora non sarà più così. Un secondo cambiamento regola le offerte promozionali, quegli specchietti per allodole con cui le banche rifilano carte di credito dai tassi molto ridotti, ma li rincarano subito dopo. Adesso gli sconti promozionali devono restare in vigore per almeno sei mesi. In quanto al consumatore che supera il massimale d'indebitamento consentito, in passato la banca non faceva nulla per scoraggiare comportamenti irresponsabili (e autolesionisti); preferiva lucrarci sopra. Anche questo da oggi è vietato. A chi sfora il tetto di scoperto non si può più applicare una sovrattassa automatica; invece la banca deve negargli quel debito aggiuntivo. I pagamenti che un cliente fa al di sopra del minimo mensile dovranno andare obbligatoriamente a ripianare il debito più costoso, fra le varie carte emesse dalla stessa banca. E ancora: basta abbindolare i minorenni. Sotto i 21 anni di età, d'ora in avanti occorre il consenso di un genitore per farsi dare una carta di credito dalla banca; oppure il giovane deve dimostrare di essere autosufficiente. Infine, a coronamento del nuovo regime, c'è l'operazione trasparenza applicata agli estratti conto. Il modo di scrivere quei documenti mensili cambia radicalmente. Tutti i tranelli devono figurare in bella luce: penalità, commissioni, le varie voci che contribuiscono ad arricchire le banche, vanno spiegate in modo esplicito e comprensibile fin dall'inizio. Il senso della nuova legge è duplice. Da una parte si mettono al bando quelle pratiche molto diffuse che hanno portato sul lastrico milioni di famiglie. D'altra parte lo sforzo di informazione punta a responsabilizzare il consumatore stesso. Non c'è legge anti-usura che valga, se le famiglie americane non cambiano la propria cultura della spesa, se non sale la soglia di consapevolezza sulla rischiosità dell'indebitamento. In questo senso la legge entrata in vigore oggi accompagna un'evoluzione dei costumi già in atto. Se alla vigilia della grande crisi la propensione al risparmio media era crollata allo 0,2% del reddito tra le famiglie americane (inizio 2007), tre anni dopo l'indice della parsimonia è già risalito al 5% del reddito. Ora le banche cercheranno di escogitare nuove scappatoie, ma l'era del debito facile ha lasciato traumi che non si dimenticano presto.

22/02/2010

Documento n.8487

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