Rapporto Censis. Casa: Record: casa in proprietà per l’87% degli italiani

in Articoli e studi
3 aprile 2006 Record: casa in proprietà per l’87% degli italiani M. Do. Il settore immobiliare si conferma centrale in questa fase dell’economia italiana. Una ricerca Censis stima – a partire dal 2001, un anno di svolta per il ciclo economico mondiale - un aumento degli investimenti in costruzioni pari al 7,8%, con un significativo apporto dell’edilizia residenziale, che incide per circa il 60% sul totale, mentre il prodotto nazionale lordo è cresciuto in termini reali solo dell’1,4 per cento. La quota di famiglie proprietarie ha raggiunto a fine 2005 il valore record dell’87,1%, portando al minimo storico l’area dell’affitto e del sub-affitto, quasi dimezzata dal 24,7% del 2001 al 12,9 per cento. L’incremento in valori assoluti è rilevante: dal 2001 i nuovi proprietari sono stati 3.029.000 e hanno alimentato un volume di compravendite mai raggiunto in precedenza, ormai ufficialmente quantificato in una media di 750.000 alloggi nell’ultimo quadriennio. La spesa media per alloggio è cresciuta, rileva Casamonitor 2006, dai 131mila euro del 2001 ai 196mila del 2005. In termini reali, rileva il Censis, la somma media spesa per l’acquisto è cresciuta del 37,6% in rapporto alla rivalutazione dei prezzi del patrimonio offerto. «Siamo in fase di atterraggio morbido e alla ricerca di un equilibrio stabile adeguato alle dimensioni e al benessere presente nel Paese», ha spiegato Giuseppe Roma, direttore generale dell’istituto di ricerca, commentando i risultati del Rapporto. Lo studio restituisce un bilancio del 2005 e una mappa delle tendenze rilevate per l’anno in corso. Sulle 103 città capoluogo, 25 hanno visto un ampliamento, significativo o moderato, del mercato contro 17 che hanno registrato una diminuzione. Decisamente orientato alla crescita si è rilevato l’andamento dei prezzi, con 70 città su 103 caratterizzate da un aumento dei valori immobiliari, 32 stabili e solo una dove si sono segnalati valori medi in diminuzione. La maggior parte degli operatori locali intervistati (54,8%) smentiscono rischi di una fase critica per il mercato, mentre il restante 45,2% giudica invece possibile l’eventualità di una bolla speculativa sui prezzi. Il 16,7% degli operatori rileva una tendenza alla crescita delle compravendite con valori superiori alla media nazionale in alcune regioni meridionali come Campania, Puglia e Calabria, e al nord in Piemonte e Lombardia; più ampia, pari al 24,4%, è la quota di chi valuta i prezzi in crescita nel 2006 soprattutto nelle regioni meridionali, ma anche in Liguria, Piemonte e Toscana.

12/04/2006

Documento n.5895

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