RadiocorLibri, Razza padrona e razza mattona

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RadiocorLibri 8 dicembre 2005 Razza padrona e razza mattona di Stefano Natoli «Stamo a fa’ i furbetti del quartierino»: la frase in dialetto romanesco pronunciata dall’immobiliarista romano Stefano Ricucci - e intercettata dalla Guardia di Finanza nel quadro delle indagini della Procura di Milano sulla scalata alla banca padovana Antonveneta - ha ispirato il titolo del libro-inchiesta scritto a quattro mani dal giornalista e saggista Michele Gambino e dal fondatore e presidente dell’Adusbef Elio Lannutti. Un’espressione, quella dei “furbetti” coniata ad agosto dallo stesso Lannutti durante un’intervista a Radio Radicale e usata poi da Mf - “impropriamente” secondo il paladino dei consumatori nelle cause contro il mondo bancario - per dare il titolo a un suo inserto. Un libro-inchiesta, quello di Gambino e Lannutti, che si prefigge lo scopo di fare chiarezza, anche perché sono sempre i risparmiatori che pagano il prezzo più salato dalle operazioni dei raider. «È stato calcolato - ha sottolineato il presidente dell’Adusbef a Il Sole 24 ore Radiocor - che le ultime scalate sono costate ai consumatori qualcosa come un miliardo di euro». Ombre politiche sulla cordata Gnutti-Fiorani-Ricucci-Fazio. Dal volume di Gambino e Lannutti emerge una ricostruzione analitica dei tentativi di scalata ad Antonveneta e Bnl che mette al centro dell’attenzione i legami dei Fiorani, dei Ricucci, degli Gnutti e dei Consorte - i “furbetti”, appunto - con il mondo della finanza e della politica e - in particolare - il loro rapporto con il governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Il governatore - l’arbitro che secondo gli autori «fischiava falli a ripetizione contro gli olandesi (di Abn Amro, ndr) per far vincere la partita padovana ai brocchi del suo amico Fiorani» - ha sempre ribadito, a dire il vero, la correttezza del suo operato e dei provvedimenti adottati, anche se la valanga di intercettazioni telefoniche, riassunte nelle 93 pagine dell’ordinanza applicativa di misura interdittiva firmata il primo agosto 2005 dal Gip Clementina Forleo, sembrano dimostrare il contrario. Ovvero, sottolineano gli autori, l’esistenza di una «cordata Gnutti-Fiorani-Ricucci-Fazio». Una cronaca attenta e documentata, quella di Gambino e Lannutti, che inizia appunto dal tentativo (fallito) di scalata ad Antonveneta da parte della Banca popolare di Lodi di Giampiero Fiorani, incrocia l’Opa da 5 miliardi di euro su Bnl da parte dell’Unipol di Consorte - entrambi iscritti nel registro degli indagati della Procura di Milano - e plana sulla stagione dei crack finanziari – da Bipop-Carire, la madre di tutti i crack (ottobre 2001) a La Veggia Finance (luglio 2004) – che coinvolge un milione di risparmiatori e brucia ben 50 miliardi di euro. Una partita – quella che riguarda le banche padovana e romana - che rientra nel “grande gioco” della finanza italiana che vede coinvolte vere e proprie ‘istituzioni finanziarie’ nazionali come Mediobanca e Generali e colossi editoriali come Rcs. E che sembra contare – come ipotizzano gli autori – su un pesante coinvolgimento del mondo politico. Dietro gli interessi dell’immobiliarista Ricucci, ad esempio, gli autori ipotizzano la presenza del premier Silvio Berlusconi - a riprova di ciò citano l’appoggio agli immobiliaristi manifestato da Ubaldo Livolsi, l’uomo che salvò la Fininvest negli anni ’90 e che ancora oggi “gravita in orbita berlusconiana” - così come dietro Giovanni Consorte, il capofila della cosiddetta “finanza rossa”, non è difficile scorgere l’ombra di Fassino e D’Alema. Michele Gambino - Elio Lannutti I furbetti del quartierino Editori Riuniti Pagg 166, euro 12.00

12/12/2005

Documento n.5381

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