POLITICA: "IL GIORNALE" DELL’AMORE DIRETTO DA VITTORIO FELTRI,IL MANGANELLATORE (MEDIATICO)

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"IL GIORNALE" DELL’AMORE DI VITTORIO FELTRI,IL MANGANELLATORE (MEDIATICO) tratto da www.wikipedia.org. Vittorio Feltri (Bergamo, 25 giugno 1943) è un giornalista italiano. Dall'agosto 2009 è direttore de Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi. L'inizio della sua carriera giornalistica inizia a L'Eco di Bergamo nel 1962, con l'incarico di recensire le prime visioni cinematografiche. Successivamente viene assunto come redattore dal quotidiano La Notte. Nel 1974 Gino Palumbo lo chiama al Corriere d'informazione: dopo tre anni Feltri arriva al Corriere della Sera, allora diretto da Piero Ottone. Dal 1983 è direttore di BergamoOggi, ma l'anno successivo ritorna al Corriere della Sera come inviato speciale. Nel 1989 assume la direzione del settimanale l'Europeo, portandolo da 78.000 a 140.000 copie - così afferma lo stesso Feltri. Direttore di Libero (2000-2009) Il 18 luglio 2000 fonda Libero, giornale quotidiano indipendente di orientamento liberale-conservatore. Feltri ne è anche direttore ed editore per 9 anni, fino alle dimissioni del 30 luglio 2009. Sulla sua creatura ha dichiarato: « Quando siamo partiti, il 18 luglio del 2000, dominava la noia [presso il pubblico dei lettori]. Qualcuno, confidando nel mio passato, si è deciso ad acquistarci proprio per superare la noia, forse sperando che inventassi chissà cosa. Abbiamo drizzato le antenne. Ora il nostro Paese è attraversato dal desiderio di identità e di sicurezza. Cerchiamo di dar voce a questo e di chiamare i politici a rispondere su questi temi assai più che sulle loro beghe di giustizia» Libero, uscito per la prima volta in edicola il 18 luglio 2000, è molto vicino alle opinioni politiche del centro-destra. Lo stile del giornale è sarcastico, pungente e «politicamente scorretto»: si utilizzano talvolta termini gergali per raccontare i fatti della politica e per descrivere i politici. Il giornale in pochi anni passa da una tiratura di 70.000 copie a 220.000. LA RADIAZIONE DALL'ALBO DEI GIORNALISTI Il 21 novembre 2000 Feltri viene radiato dall'albo dei giornalisti. La delibera del Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia viene presa (all'unanimità) per aver pubblicato la lista dei nomi dei cittadini italiani sotto procedimento giudiziario per accuse di pedofilia. Nel febbraio del 2003 l'Ordine Nazionale dei giornalisti di Roma annulla il provvedimento di radiazione che era stato preso a Milano e lo converte in censura. I FINANZIAMENTI PUBBLICI Nel 2003 il quotidiano Libero ha ricevuto dallo Stato 5.371.000 euro come finanziamento agli organi di partito. Libero era registrato all'epoca come organo del Movimento Monarchico Italiano, poi trasformato in cooperativa per ottenere i contributi per l'editoria elargiti alle testate edite da cooperative di giornalisti, a fine dicembre 2006 diventava srl. In seguito è stata creata una fondazione ONLUS per controllare la s.r.l. e , di conseguenza, il quotidiano in modo da continuare a percepire i contributi in quanto edito da fondazione. Nel marzo 2005 Libero ha lanciato una raccolta di firme affinché il Presidente della Repubblica nominasse Oriana Fallaci senatore a vita. Sono state raccolte 75.000 firme. Libero simpatizza per la posizione del movimento dei Riformatori Liberali di Benedetto Della Vedova. Vittorio Feltri è uno dei firmatari del manifesto promosso dalla minoranza radicale che da aprile 2006 è alleata del centro-destra. L'AGENTE BETULLA A LIBRO PAGA DEI SERVIZI (SEGRETI) Nel 2007 il vicedirettore di Libero Renato Farina, con Feltri dalla fondazione del giornale, viene radiato dall'Ordine dei Giornalisti per avere collaborato con i Servizi segreti italiani fornendo informazioni e pubblicando su Libero notizie in cambio di denaro. Feltri cura anche, assieme a Renato Brunetta, la collana di libri "manuali di conversazione politica", periodicamente allegati al quotidiano. Ritorno a Il Giornale (2009) Il 21 agosto 2009 ha assunto nuovamente la carica di direttore responsabile de Il Giornale, subentrando a Mario Giordano. Ha firmato il numero in edicola sabato 22. Negli ultimi giorni di agosto ha intrapreso un duro attacco a Dino Boffo, direttore del quotidiano Avvenire, facendo leva su accuse di molestie, provocando però reazioni sdegnate della CEI, fino a provocare le dimissioni dello stesso Boffo. In settembre ha attaccato direttamente il presidente della Camera Gianfranco Fini per le sue aperture su voto amministrativo agli immigrati e testamento biologico, invitandolo a "rientrare nei ranghi", e provocando la seconda dissociazione da parte di Berlusconi. Dopo un ulteriore attacco il presidente Fini ha dato mandato al proprio avvocato Giulia Bongiorno di presentare querela contro lo stesso Feltri . LE CONDANNE GIUDIZIARIE Nel giugno 1997 Feltri è stato condannato in primo grado dal tribunale di Monza con Gianluigi Nuzzi, per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Antonio di Pietro, per un articolo comparso sul Il Giornale il 30 gennaio 1996, in cui si sosteneva che negli anni di Mani Pulite "i verbali finivano direttamente in edicola e soprattutto all'Espresso".[ Nel gennaio 2003 è stato condannato dal tribunale di Roma, insieme a Paolo Giordano, su richiesta di Francesco De Gregori, per avere travisato il pensiero del cantautore su Togliatti e sul PCI in un'intervista del 1997 pubblicata sul Il Giornale, di cui Feltri era direttore. Il 14 febbraio 2006 è condannato dal giudice monocratico di Bologna, Letizio Magliaro, ad un anno e sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del senatore Ds Gerardo Chiaromonte (scomparso nel 1993). La condanna si riferisce ad un articolo comparso sul Quotidiano Nazionale alla fine degli anni '90, secondo il quale il nome del senatore compariva nel dossier Mitrokhin.Il 2 luglio 2007 è assolto dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione dall'accusa di diffamazione nei confronti dell'ex PM Gherardo Colombo per un editoriale pubblicato su Il Giorno nel 1999, nel quale, in contraddizione con quanto affermato dallo stesso Feltri ne Il Giornale del 25 novembre 1994 (non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile?), si accusava il pool di Mani Pulite di aver svolto indagini esclusivamente su Silvio Berlusconi e non più sugli ex comunisti. La sentenza di assoluzione si riferisce al diritto di critica garantito dall'articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana. Il 7 agosto 2007 è condannato assieme a Francobaldo Chiocci e alla società Europea di Edizioni spa dalla Corte di Cassazione a versare un risarcimento di 45 mila euro in favore di Rosario Bentivegna, uno degli autori dell'attacco di via Rasella, per il reato di diffamazione. Il quotidiano Il Giornale aveva pubblicato alcuni articoli, tra i quali un editoriale di Feltri, nei quali Bentivegna era stato paragonato a Erich Priebke. POLEMICHE SULLA CREDIBILITA' La credibilità dell'attività giornalistica di Feltri è stata messa in dubbio da un articolo del settimanale L'Espresso del 2 settembre 2009, in cui si sostiene che sui giornali diretti da Feltri sono apparse negli anni diverse notizie non corrispondenti a verità o completamente inventate. Tra queste uno "scoop" sul caso Moro risultato falso,la notizia sulla diffusione della lebbra in Sicilia,un'intervista al cantante Francesco De Gregori per cui fu anche condannato[,una presunta sparatoria della scorta di Oscar Luigi Scalfaro contro un elicottero dei vigili del fuoco. L'USO TERRORISTICO DELL'INFORMAZIONE Anche nel caso degli articoli del 2009 pubblicati dal Giornale su Boffo lo stesso Feltri ha ammesso, mesi dopo le dimissioni di Boffo, che la nota da lui pubblicata in cui si riferiva che Boffo era un "omosessuale attenzionato", non corrispondeva in realtà al contenuto degli atti processuali a suo carico Dopo il "caso Boffo" e l'attacco a Fini Giorgio Bocca ha accusato apertamente Feltri di fare con Il Giornale un "uso terroristico dell'informazione" al servizio della politica di Silvio Berlusconi.

28/12/2009

Documento n.8374

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