PASSERA: IL BANCHIERE DI SISTEMA INNAMORATO DI AIR ONE,CHE HA ADDOSSATO SALVATAGGIO ALITALIA SU SPALLE CONTRIBUENTI, VUOLE FARE IL MINISTRO ?

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ATTENTI A QUEI DUE! – MA QUANTO INCIUCIANO MONTEZEMOLO E PASSERA – IL SODALIZIO TRA I DUE MANAGER CHE S’AGGIRANO SEMPRE PIÙ SPESSO PER ROMA COMINCIA NEI SALOTTI PER FINIRE SULLE POLTRONE MINISTERIALI (MAGARI DI SCAJOLA E TREMONTI)… - Da "Il Foglio" LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO - copyright PizziA Roma, nei palazzi della politica, la chiamano la "strana coppia". Qualcuno la definisce così in maniera elogiativa, altri in maniera denigratoria. A seconda di chi la vede una risorsa per il paese oppure la giudica un potenziale, o imminente, concorrente ministeriale. Qual è la strana coppia? Luca Cordero di Montezemolo e Corrado Passera. In verità negli scorsi giorni è stato più il presidente della Fiat e di Ferrari a solcare la politica, a partire da una visita a Palazzo Chigi. Il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che non sono in vista rimpasti o innesti nella compagine ministeriale. Eppure le voci di spostamenti si sono rincorse e non danno soltanto LCdM come possibile candidato ma anche il consigliere delegato di Banca Intesa che negli ultimi tempi trova una corrispondenza di vedute e di intenti con l'ex presidente di Confindustria. Nella capitale ha colpito l'iniziativa - partita da LCdM ma accolta con entusiasmo da Passera - di un pensatoio che proponga idee e mobilitazioni politiche su singoli temi. Il think tank si chiama Italia Futura, doveva essere presentato con squilli di tromba ma l'avvio si limiterà il primo luglio a un comunicato stampa in cui si annuncerà il lancio del sito, che peraltro è già in rete. Evidentemente - è l'interpretazione prevalente - LCdM e Passera hanno preferito tenere bassa una "iniziativa politica" in un momento in cui il tramestio politico ipotizzava un possibile coinvolgimento ministeriale. I dicasteri interessati - in cui LCdM o soprattutto Passera avrebbero avuto un ruolo - erano quelli dello Sviluppo economico e dell'Economia. Nel primo, Claudio Scajola intravvedeva con favore lo sbocco verso la guida del Pdl. Nel secondo, Giulio Tremonti non avrebbe affatto gradito questi rumors. Comunque tutto ciò si scontrava con la ferma determinazione di Berlusconi a non accettare l'offerta indiretta. Anche nei circoli finanziari ci si interroga sull'azione comune di Montezemolo e Passera. In effetti vengono da mondi diversi. E non soltanto per questioni geografiche. Bolognese di nascita ma torinese d'adozione il primo, com'asco il secondo. LCdM si è formato alla scuola degli Agnelli e della Fiat. Passera alla McKinsey e poi nel gruppo di Carlo De Benedetti (direttore alla Cir, alla Mondadori, amministratore delegato della Olivetti). Il primo ha avuto come riferimento Gianni Agnelli. Il secondo ha trovato in Giovanni Bazoli un alleato e ammiratore. A Piazza Affari si dice: laddove Bazoli regna, Passera governa. Se il primo ha guidato sempre aziende private, il secondo con l'esperienza alle Poste Italiane, dove fu voluto dall'ex premier Romano Prodi e dall'allora ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, ha aggiunto un tocco di pubblico a una carriera tutta privata, ma spesso giocata di sponda con la politica, seguendo l'ispirazione di Intesa come banca di sistema, come nel caso di Alitalia-Cai. Ma il vero punto di incontro tra i due - dicono i bene informati - è stato il convertendo con cui otto banche, a partire da quella guidata dall'amministratore delegato Corrado Passera, avevano messo a disposizione del gruppo presieduto da Montezemolo e capitanato da Sergio Marchionne un prestito obbligazionario che è stato poi giudicato unanimemente dagli esperti di Fiat come la svolta decisiva per le finanze del Lingotto. In tempi più recenti le distanze tra i due mondi si sono ridotte anche per quella che nei circoli finanziari milanesi si definisce, con una certa malizia mista a bonaria invidia, una sorta di "mondanizzazione" dell'amministratore delegato di Ca' de Sass. In verità la "mondanizzazione" per gli ambienti di potere romani si traduce semplicemente in una più assidua frequentazione di circoli e salotti capitolini. Un eventuale ingresso di esponenti della finanza nella compagine ministeriale si inserisce in quella che in ambienti bancari è definita "la potenziale osmosi" che vedrebbe ex ministri e alti dirigenti statali e ministeriali con ambizioni o velleità di incarichi di vertice in compagnie assicurative e banche.

29/06/2009

Documento n.8008

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