Parmalat. Da la Repubblica.it (8 gennaio 2004). 40 istituti di credito nell?occhio del ciclone.

in Articoli e studi
Parmalat. Da la Repubblica.it (8 gennaio 2004). 40 istituti di credito nell?occhio del ciclone. Corsa alle vendite in Borsa: bruciati in una seduta 2,1 miliardi L?Abi reagisce: siamo vittime, non imputati. Capitalia e Intesa le più esposte tra le italiane Gli affari sospetti di BoA, Deutsche e Citigroup di LUCA PAGNI MILANO - Il ciclone Parmalat si abbatte sulle banche coinvolte nel crac. Almeno una quarantina, tra italiane ed estere. E non solo per i crediti (più di 2 miliardi accertati soltanto nel nostro paese) che rischiano di non rientrare più. Con gli ultimi sviluppi dell?inchiesta giudiziaria e le rivelazioni dell?ex direttore finanziario Fausto Tonna, i vertici degli istituti di credito verranno ora chiamati a spiegare il loro livello di coinvolgimento nel crac di Collecchio. Tutto ciò, unito ai timori per la consistente esposizione nei confronti dell?ex impero dei Tanzi, senza escludere qualche manovra speculativa, ha provocato una giornata di passione in Borsa per i titoli delle banche. Una situazione difficile che ha portato l?Abi, l?associazione dei banchieri, a contrattaccare: "In questa vicenda siamo parte lesa e non imputati". Il coinvolgimento giudiziario ha avuto come effetto immediato la pioggia di vendita che si è abbattuta ieri, fin dal primo mattino, sui titoli coinvolti nel caso Parmalat. Con perdite in qualche caso molto pesanti. Il tonfo più clamoroso è di Capitalia che ha perso il 7,5%, seguita da Banca Intesa (-6,8%). Gli istituti guidati da Cesare Geronzi e da Corrado Passera sono, tra gli italiani, i più esposti con le società della famiglia Tanzi. Non è andata meglio alle altre società che vantano pendenze con Collecchio: Monte dei Paschi -4,8%, San Paolo Imi -3,9%, Unicredit -2,9% e Bnl -2,2%. La bufera ha coinvolto anche le azioni di Deutsche Bank, i cui manager ieri sono stati interrogati a lungo dai giudici: la banca tedesca ha lasciato sul terreno a Francoforte il 2,76%. Il mercoledì nero dei bancari - che ha trascinato l?indice Mibtel alla peggiore performance tra le borse europee - ha lasciato tracce pesanti su tutto il comparto. L?effetto Parmalat ha bruciato 2,1 miliardi di euro di capitalizzazione dei nove titoli di istituti di credito compresi nel Mib30. Complessivamente del 3,4 miliardi di azioni trattate ieri in Borsa, un terzo appartentono a titoli bancari. Ma non sono state solo le ripercussioni dell?inchiesta delle procure di Milano e di Parma ad aver provocato la caduta rovinosa dei titoli. Gli operatori hanno approfittato dell?occasione per far scattare prese di beneficio. Le azioni delle banche hanno corso molto durante tutto il 2003. Capitalia è arrivata a guadagnare il 94% in dodici mesi, Bnl l?82%, Intesa il 56,9%. Molti investitori hanno così deciso di realizzare guadagni anche sostanziosi prima che la situazione peggiori. Ma è anche vero che la vicenda non potrà non avere ripercussioni sui bilanci societari. Entro gennaio gli istituti dovranno riclassificare le pendenze con i debitori. Fino ad ora, la maggior parte delle banche coinvolte ha appostato le somme prestate a Parmalat come incagli. Ovvero come debiti di cui la banca chiede il rientro solitamente per un ritardo nel pagamento di una o più rate. Una posizione divenuta insostenibile, mano a mano che sono emersi i particolari del buco Parmalat e soprattutto dopo la dichiarazione di insolvenza. Inevitabilmente le somme prestate si sposteranno sotto la casella delle sofferenze, ovvero dei casi in cui il debitore ha manifestato l?incapacità di far fronte ai propri obblighi. In questo senso, la Banca d?Italia sarebbe intervenuta informalmente presso i vertici degli istituti facendo intendere di preferire la soluzione più drastica. Preoccupati per le possibili ripercussioni a livello di immagine e di perdita di fiducia da parte dei risparmiatori - già incrinata dal caso dei bond Cirio e Argentina - ieri è intervenuta l?Abi. "E? imbarazzante essere qui come imputati di fronte a un?azienda dove mancano diversi miliardi di euro", ha detto il vicepresidente Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredito. "Anche per noi è stata una sorpresa - ha aggiunto - trovarci in una situazione dove, a fronte di 3 miliardi di crediti a Parmalat, ci troviamo senza garanzie".

08/01/2004

Documento n.3688

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK