MUTUI ALLE STELLE: ATTENTI AD ALLUNGARE LA DURATA !

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Mutui salasso, la banca rilancia ( ItaliaOggi Sette del 17/12/2007 ) Stampa - Guida ItaliaOggi Sette - Risparmio Numero 298, pag. 5 del 17/12/2007 Autore: Pagine a cura di Luigi Dell'Olio Il Censis: 530 mila famiglie a rischio insolvenza. Istituti di credito pronti a rinegoziare Mutui salasso, la banca rilancia E le sostituzioni crescono di due volte e mezza in sei mesi Le famiglie che due anni fa hanno sottoscritto un mutuo variabile da 800 euro al mese, a dicembre hanno visto salire il conto a 1.000 euro e oltre. Che la situazione sia a forte rischio lo ha certificato nei giorni scorsi il Censis: secondo il rapporto annuale, in Italia ci sono 530 mila famiglie a rischio insolvenza. Rispetto al dicembre 2005, la rata media del mutuo a tasso variabile si è impennata del 25% e in alcuni casi anche di più. "Colpa" dei rialzi dei tassi ufficiali decisi dalla Bce, oltre che della difficile situazione sui mercati internazionali, che spinge le banche a essere più prudenti nel prestare denaro. L'Euribor, il tasso di riferimento per i mutui variabili si attesta ormai intorno al 5%. Su questo indice le banche innestano lo spread (che rappresenta il loro guadagno) e che solitamente si aggira tra lo 0,8 e l'1,2%. Con il risultato che spesso il tasso d'interesse annuale supera il 6%. L'Adusbef punta l'indice contro le "manovre speculative" delle banche sull'Euribor che hanno fatto balzare le rate dei mutui a tasso variabile accesi: rispetto a settembre, l'aumento mensile arriva a 84 euro. L'associazione dei consumatori critica l'atteggiamento di "governi, banche centrali e antitrust, che lasciano il cartello bancario composto da 44 istituti europei padrone dell'Euribor, manovrandolo sulla pelle dei mercati e dei cittadini". Accusa respinta dall'Abi, che attribuisce i rialzi alle condizioni dei mercati. Le banche provano a rinegoziare. Che cosa fare allora: rivolgersi alla propria banca chiedendo di rinegoziare il mutuo o provare a cambiare? è la domanda intorno alla quale si arrovellano le famiglie italiane. Gli istituti di credito stanno provando a convincere le famiglie che la prima strada è percorribile e può dare buoni frutti. Mostrando la mano tesa come mai in passato, numerose banche hanno fatto il primo passo proponendo ai sottoscrittori di mutui variabili una consulenza gratuita per valutare la convenienza a rinegoziare il contratto in essere per, eventualmente, passare al tasso fisso. L'ultima in ordine di tempo è stata Carige: la settimana 12 dicembre il quartier generale dell'istituto di credito genovese ha annunciato di data disposizione alle filiali di rinegoziare con i mutuatari che hanno mostrato correttezza e puntualità di pagamenti l'allungamento del periodo di ammortamento, per arrivare a ridurre l'onere mensile della rata. Nel comunicato si annuncia, inoltre, che "è stata abolita la penale per l'estinzione anticipata del mutuo": quindi, chi ha liquidità a sufficienza, può pagare la somma restante e sottrarsi così al caro-tassi. Nella stessa direzione si sono mossi i principali istituti nazionali: da Unicredit fanno sapere di avere inviato lettere ai 15 mila clienti in difficoltà con il pagamento delle rate, invitandoli a recarsi allo sportello per valutare la convenienza a un allungamento del piano di ammortamento. Mps si è impegnata a rispondere entro 15 giorni alle richieste di rinegoziazione, annullando le spese per questa pratica, cosa che Intesa SanPaolo comunica di fare da mesi. Stesso discorso anche per Unipol Banca e Banco Posta. In questa direzione si era mossa già a metà settembre Banca Etica, che propone una riduzione dei tassi fissi e un taglio allo spread dei variabili. Contro il caro-rata si stanno muovendo anche le banche on-line. Come IWBank (gruppo Ubi Banca), che propone "Offset", un'opzione che consente di ridurre la quota interessi, sottraendo dal debito residuo la giacenza media sul conto corrente. Allungare la durata conviene. Con questa maggiore apertura, gli istituti di credito vogliono evitare che la situazione precipiti: meglio limare i guadagni che far fronte a una pioggia di insoluti. L'allungamento della durata porta inoltre vantaggi agli istituti di credito. Per avere un'idea più chiara abbiamo provato a utilizzare il simulatore presente sul portale dei servizi delle banche di credito cooperativo (www.buonconsiglio.com). Supponiamo di aver acceso un mutuo ventennale da 100 mila euro, al tasso del 6%: così facendo, ci impegniamo a pagare nel complessivo piano di ammortamento 171.943 euro, con una rata mensile di 716,43 euro (si veda tabella a lato). Se decidiamo di allungare il piano di rimborso di cinque anni, otterremo sì una rata mensile più contenuta 644,30 euro, ma a patto di accettare un sborso complessivo di 193.290 euro. Quindi oltre 20 mila euro in più. E la situazione peggiora se si scelgono scadenze più lunghe: tenendo fermi tasso e importo finanziato, e allungando solo la durata del rimborso a 30 anni, ci troveremo costretti a pagare 215.830 euro, a fronte di una rata mensile di 599,35 euro. A 40 anni, la rata scenderà di 50 euro (550,21 al mese), ma si impennerà il debito totale, fino a toccare quota 264.102 euro. I clienti preferiscono cambiare. Le famiglie sembrano comunque più orientate a cambiare per cercare soluzioni migliori. Una conferma arriva dagli ultimi dati dell'Osservatorio di Mutuionline. Nel corso del secondo semestre del 2007 i mutui di sostituzione hanno rappresentato il 18% del totale, contro il 7% del primo semestre. Ancora più evidente il boom anno su anno: nel secondo semestre del 2006 le sostituzioni avevano riguardato solo il 4,7% del mercato e un anno prima appena il 2,2%. "Senza dubbio si tratta del fenomeno nuovo nel comparto dei mutui", commenta Roberto Anedda, responsabile marketing di Mutuionline. Le difficoltà delle famiglie sono confermate da altri dati della ricerca: il mercato delle ristrutturazioni è passato nell'ultimo anno dal 7,2 al 4,6% sul totale dei mutui contratti, mentre gli acquisti della seconda casa sono scesi dal 6,5 al 5,0%. Secondo l'Osservatorio, la fascia più ampia dei clienti è quella compresa tra i 26 e i 35 anni (41,1% del totale), anche negli ultimi semestri è stata avvicinata da quella dei 36 e i 45 anni (40,2% del totale). ItaliaOggi Sette ItaliaOggi Sette - Risparmio Numero 298, pag. 5 del 17/12/2007 Autore: Pagine a cura di Luigi Dell'Olio Visualizza la pagina in PDF Il Censis: 530 mila famiglie a rischio insolvenza. Istituti di credito pronti a rinegoziare Mutui salasso, la banca rilancia E le sostituzioni crescono di due volte e mezza in sei mesi Le famiglie che due anni fa hanno sottoscritto un mutuo variabile da 800 euro al mese, a dicembre hanno visto salire il conto a 1.000 euro e oltre. Che la situazione sia a forte rischio lo ha certificato nei giorni scorsi il Censis: secondo il rapporto annuale, in Italia ci sono 530 mila famiglie a rischio insolvenza. Rispetto al dicembre 2005, la rata media del mutuo a tasso variabile si è impennata del 25% e in alcuni casi anche di più. "Colpa" dei rialzi dei tassi ufficiali decisi dalla Bce, oltre che della difficile situazione sui mercati internazionali, che spinge le banche a essere più prudenti nel prestare denaro. L'Euribor, il tasso di riferimento per i mutui variabili si attesta ormai intorno al 5%. Su questo indice le banche innestano lo spread (che rappresenta il loro guadagno) e che solitamente si aggira tra lo 0,8 e l'1,2%. Con il risultato che spesso il tasso d'interesse annuale supera il 6%. L'Adusbef punta l'indice contro le "manovre speculative" delle banche sull'Euribor che hanno fatto balzare le rate dei mutui a tasso variabile accesi: rispetto a settembre, l'aumento mensile arriva a 84 euro. L'associazione dei consumatori critica l'atteggiamento di "governi, banche centrali e antitrust, che lasciano il cartello bancario composto da 44 istituti europei padrone dell'Euribor, manovrandolo sulla pelle dei mercati e dei cittadini". Accusa respinta dall'Abi, che attribuisce i rialzi alle condizioni dei mercati. Le banche provano a rinegoziare. Che cosa fare allora: rivolgersi alla propria banca chiedendo di rinegoziare il mutuo o provare a cambiare? è la domanda intorno alla quale si arrovellano le famiglie italiane. Gli istituti di credito stanno provando a convincere le famiglie che la prima strada è percorribile e può dare buoni frutti. Mostrando la mano tesa come mai in passato, numerose banche hanno fatto il primo passo proponendo ai sottoscrittori di mutui variabili una consulenza gratuita per valutare la convenienza a rinegoziare il contratto in essere per, eventualmente, passare al tasso fisso. L'ultima in ordine di tempo è stata Carige: la settimana 12 dicembre il quartier generale dell'istituto di credito genovese ha annunciato di data disposizione alle filiali di rinegoziare con i mutuatari che hanno mostrato correttezza e puntualità di pagamenti l'allungamento del periodo di ammortamento, per arrivare a ridurre l'onere mensile della rata. Nel comunicato si annuncia, inoltre, che "è stata abolita la penale per l'estinzione anticipata del mutuo": quindi, chi ha liquidità a sufficienza, può pagare la somma restante e sottrarsi così al caro-tassi. Nella stessa direzione si sono mossi i principali istituti nazionali: da Unicredit fanno sapere di avere inviato lettere ai 15 mila clienti in difficoltà con il pagamento delle rate, invitandoli a recarsi allo sportello per valutare la convenienza a un allungamento del piano di ammortamento. Mps si è impegnata a rispondere entro 15 giorni alle richieste di rinegoziazione, annullando le spese per questa pratica, cosa che Intesa SanPaolo comunica di fare da mesi. Stesso discorso anche per Unipol Banca e Banco Posta. In questa direzione si era mossa già a metà settembre Banca Etica, che propone una riduzione dei tassi fissi e un taglio allo spread dei variabili. Contro il caro-rata si stanno muovendo anche le banche on-line. Come IWBank (gruppo Ubi Banca), che propone "Offset", un'opzione che consente di ridurre la quota interessi, sottraendo dal debito residuo la giacenza media sul conto corrente. Allungare la durata conviene. Con questa maggiore apertura, gli istituti di credito vogliono evitare che la situazione precipiti: meglio limare i guadagni che far fronte a una pioggia di insoluti. L'allungamento della durata porta inoltre vantaggi agli istituti di credito. Per avere un'idea più chiara abbiamo provato a utilizzare il simulatore presente sul portale dei servizi delle banche di credito cooperativo (www.buonconsiglio.com). Supponiamo di aver acceso un mutuo ventennale da 100 mila euro, al tasso del 6%: così facendo, ci impegniamo a pagare nel complessivo piano di ammortamento 171.943 euro, con una rata mensile di 716,43 euro (si veda tabella a lato). Se decidiamo di allungare il piano di rimborso di cinque anni, otterremo sì una rata mensile più contenuta 644,30 euro, ma a patto di accettare un sborso complessivo di 193.290 euro. Quindi oltre 20 mila euro in più. E la situazione peggiora se si scelgono scadenze più lunghe: tenendo fermi tasso e importo finanziato, e allungando solo la durata del rimborso a 30 anni, ci troveremo costretti a pagare 215.830 euro, a fronte di una rata mensile di 599,35 euro. A 40 anni, la rata scenderà di 50 euro (550,21 al mese), ma si impennerà il debito totale, fino a toccare quota 264.102 euro. I clienti preferiscono cambiare. Le famiglie sembrano comunque più orientate a cambiare per cercare soluzioni migliori. Una conferma arriva dagli ultimi dati dell'Osservatorio di Mutuionline. Nel corso del secondo semestre del 2007 i mutui di sostituzione hanno rappresentato il 18% del totale, contro il 7% del primo semestre. Ancora più evidente il boom anno su anno: nel secondo semestre del 2006 le sostituzioni avevano riguardato solo il 4,7% del mercato e un anno prima appena il 2,2%. "Senza dubbio si tratta del fenomeno nuovo nel comparto dei mutui", commenta Roberto Anedda, responsabile marketing di Mutuionline. Le difficoltà delle famiglie sono confermate da altri dati della ricerca: il mercato delle ristrutturazioni è passato nell'ultimo anno dal 7,2 al 4,6% sul totale dei mutui contratti, mentre gli acquisti della seconda casa sono scesi dal 6,5 al 5,0%. Secondo l'Osservatorio, la fascia più ampia dei clienti è quella compresa tra i 26 e i 35 anni (41,1% del totale), anche negli ultimi semestri è stata avvicinata da quella dei 36 e i 45 anni (40,2% del totale). ( ItaliaOggi Sette del 17/12/2007 )

17/12/2007

Documento n.7001

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