Market abuse: da Il Sole-24 Ore (12-10-04) Market abuse, Italia fuori tempo massimo

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Da Il Sole-24 Ore (12-10-04) Market abuse, Italia fuori tempo massimo Scaduto il termine fissato per l’accoglimento della direttiva Ue. All’appuntamento il testo di legge sulla tutela del risparmio si presenta ancora incompleto. I lavori del convegno del Sole 24 Ore-Banksiel su etica e sviluppo del mercato. di G.Pl. Da oggi l’Italia è inadempiente sul delicatissimo terreno del "market abuse". Scadeva infatti il 12 ottobre il termine ultimo stabilito dall’Unione europea per il recepimento delle direttive in materia. La sgradita circostanza è stata ricordata da Marco Onado durante i lavori del convegno dedicato a "Sistema banca: innovazione, sfide e opportunità", organizzato dal «Sole 24 Ore» in partnership con Banksiel. In realtà non è la prima volta che l’Italia sfora i termini previsti per adeguamenti al quadro normativo europeo. In questo caso, però, il mancato recepimento dell’invito della Ue costituisce un evidente elemento di debolezza, perchè riguarda il delicatisimo terreno del funzionamento del mercato, della sua trasparenza e del clima di fiducia, in un periodo nel quale il ricordo dei recenti grandi default pesa ancora come un macigno. «Di tutela del risparmio - ha detto ancora Onado - si discute ormai da dieci mesi. Il testo in elaborazione ha un impianto molto ampio, che comprende l’assetto delle Authority, le regole di funzionamento delle imprese, la responsabilità degli intermediari e le sanzioni penali per i reati societari. Qualcuno ha criticato proprio la vastità delle materie incluse, ma la stessa Bce ha espresso un parere positivo sull’impianto della legge». I nodi più intricati. Questioni teoriche a parte, la cronaca parlamentare italiana racconta una storia che va al di là del dibattito di natura "tecnica". Il tema più scottante affrontato all’interno del progetto di tutela del risparmio riguarda il mandato del governatore della Banca d’Italia. Attualmente si tratta di un incarico a tempo indeterminato, per il quale non è previsto il pensionamento. La soluzione ipotizzata nel testo attualmente in discussione prevede invece una una durata, non rinnovabile, di 8 anni. E’ facile capire che il problema più complesso, il nodo più intricato da sciogliere è attorcigliato intorno alla poltrona dell’attuale governatore in carica: come regolarsi per la figura indubbiamente prestigiosa di Antonio Fazio? «La risposta - ha precisato Onado, professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università Bocconi - è arrivata direttamente dalla Banca centrale europea: la riforma in discussione non può toccare il governatore in carica. Farlo equivarrebbe a cambiare le regole della partita quando tutti i giocatori si sono seduti al tavolo e le carte sono già state distribuite. Serve dunque un regime transitorio». Il caso americano. Visto che il vento degli scandali finanziari ha soffiato impetuoso facendo danni al di qua e al di là dell’oceano e che sul terreno della tutela degli investitori sono intervenuti praticamente tutti i principali Paesi, è utile fare riferimento alle esperienze estere. A cominciare da quella statunitense da più parti ritenuta di particolare efficacia. In questo caso l’espressione chiave, quella che basta pronunciare per far correre brividi sulla schiena di ogni amministratore e revisore di azienda quotata, è "Sarbanes-Oxley". I due estensori hanno definito un testo di legge sintetico ma affilato, che è intervenuto in modo deciso su pochi punti. «Tra questi - precisa Onado - ricordo che ha rafforzato il ruolo degli amministratori indipendenti e ha reso obbligatori i comitati di controllo. Inoltre il Sarbanes-Oxley act ha rafforzato la responsabilità degli amministratori e del direttore finanziario in merito al bilancio e al sistema di governance e ha rivisitato le sanzioni previste per i reati societari». A questo punto si può comprendere meglio la ragione dei brividi che corrono sulla schiena degli amministratori americani se si pensa che i legislatori non hanno voluto lasciare spazi a malintesi: le pene previste per reati come il falso in bilancio possono arrivare fino a 25 anni di prigione. Da trascorrere nelle carceri americane, che come è noto non sono proprio confortevoli come gli hotel della Florida. La legge Usa non ha comunque tolto spazio ai codici e alle iniziative di autodisciplina, né dissipato del tutto i dubbi circa l’efficacia della sola iniziativa legislativa. «Gli scandali finanziari - ha infatti concluso Onado nel suo intervento - hanno due elementi in comune in tutto il mondo: nelle società coinvolte non esisteva un sistema di controlli e di equilibri tra i poteri dei vari organismi. E formalmente tutte le disposizioni di legge erano state rispettate». L’etica come fattore competitivo. Nella giornata di lavoro organizzata dal Sole 24 Ore e da Banksiel hanno trovato ampio spazio temi come miglioramento del rapporto con la clientela, regole di responsabilità sociale, ricostruzione di un clima di fiducia. Come sottolineato in tutte le relazioni (che saranno disponibili dal 18 ottobre al 19 novembre all’indirizzo: www.24oreformazione.com/sistemabanca), non si tratta affatto di formule generiche o di maldestri tentativi di fare pubblicità mascherata. Al contrario, l’etica e la responsabilità sociale rappresentano veri e propri fattori competitivi, che si riverberano direttamente (e possono dunque essere misurati) sui risultati aziendali. «I valori intangibili - ha infatti chiarito Giuseppe Cerbone, amministratore delegato del Sole 24 Ore - hanno riflessi importanti soprattutto sul lungo periodo e dimostrano che esiste un collegamento diretto tra sviluppo, competitività, responsabilità sociale e capacità di comunicare». Un esempio? Da cinque anni la performance dell’indice Dj che raccoglie i titoli "sostenibili" batte quella del benchmark generale. Si vede che, almeno in questo caso, il "buonismo" rende. 12 ottobre 2004

21/10/2004

Documento n.4199

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