LUCA LUCA (MONTEZEMOLO) PRENDE LE SOCIETA' E LE PORTA IN LUSSEMBURGO. PARACULISSIMO TENTATIVO DI NON REGALARE TUTTO AL FISCO ITALIANO

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L'ITALIA FUTURA" SECONDO LUCA: PRENDI LE SOCIETA' E PORTALE IN LUSSEMBURGO! - COME MOLTI ALTRI GRANDI INDUSTRIALI ITALIANI HA PORTATO ALL’ESTERO LA SUA CHARME - NEL PARACULISSIMO TENTATIVO DI NON REGALARE PROPRIO TUTTO AL FISCO ITALIANO - NEL GRANDUCATO PERDITE COPIOSE PER CDB E PER LO SCARPARO E LA SUA DORINT tratto da www.dagospia.it Franco Bechis per "Libero" Anche Luca Cordero di Montezemolo scivola in Lussemburgo. Non una pattinata sul ghiaccio come quella di Carlo De Benedetti e le sue holding, ma pure sempre una perdita di 8,4 milioni di euro che l'ex presidente degli industriali italiani non si può certo appuntare sulla giacca come medaglia. Anche Montezemolo come molti altri grandi industriali italiani ha portato all'estero la capogruppo del suo piccolo regno industriale. In Lussemburgo per precisione, in Rue de l'Eau 18 dove ha sede la Charme Investments società accomandita per azioni retta dall'ex numero uno di Confindustria e dal figlio Matteo, rapidissimo nel suo cursus imprenditoriale. In Lussemburgo come molti altri industriali Montezemolo era riparato nel tentativo di non regalare proprio tutto al fisco italiano (salvo poi naturalmente tuonare in convegni e assisi industriali contro il governo pro tempore che non pensava al bene d'Italia ad esempio realizzando infrastrutture che non si potevano realizzare per assenza di fondi fuggiti in Svizzera, Lussemburgo, Isole Vergini, Olanda, Cayman e giù di lì). Grandi vantaggi fiscali non ce ne sono più dopo la riforma delle holding qualche anno fa e qualche lussemburghese se ne è tornata a casa trasformandosi in società semplice, struttura societaria dietro cui ci si può ancora riparare (non è tenuta ad approvare bilanci e note integrative, né alla pubblicità degli atti). Montezemolo e la sua Charme Investments sono restati là un po' per abitudine un po' perché con la lussemburghese è più facile stringere accordi e siglare partnership con altri gruppi internazionali che dell'Italia si fidano ancora pochino. Non è ancora accaduto, ma potrebbe arrivare il cavaliere bianco da un momento all'altro. In Charme inv i Montezemolo hanno riunito le partecipazioni principali in Italia e Ungheria: quelle in Ballantyne cashmere, in Poltrona Frau (quotata a Milano e unica a distribuire un po' di dividendi), in United Cashmere, in Grandi navi veloci e nella Pf real estate di Milano. Quest'ultima è stata la principale idrovora dei dividendi raccolti da Charme, avendo bisogno di ricapitalizzazione almeno una volta all'anno. E' una immobiliare che possiede uno stabile in Meda affittato alla Cassina spa e un terreno di circa 250 mila mq a Grumo Appula provincia di Bari, gestito direttamente (vale poco meno di 2 milioni di euro). La Pf immobiliare è stata ricapitalizzata nell'ultimo anno solare due volte sia da Montezemolo che ne ha la maggioranza sia dai soci italiani per le perdite accumulate che avevano eroso il capitale. Nonostante qualche perdita di troppo (anche l'anno precedente i conti erano in rosso), nella pancia della lussemburghese di Montezemolo restano ancora oltre 5 milioni di euro di liquidità. In bilancio c'è perfino la loro divisione per conto corrente, e anche da questo aspetto non si può certo dire che il presidente uscente degli industriali italiani sia un amante del made in Italy: il grosso dei risparmi, più di 4 milioni di euro, è affidato in gestione alla Merrill Lynch. Al secondo posto la Ing (quella del Conto arancio) nella cui filiale in Lussemburgo Montezemolo ha depositato 770 mila euro. Terzo posto per Monte dei Paschi di Siena, con 348 mila euro. Ci sono anche 502,75 euro in contanti in cassa, ma probabilmente mentre scriviamo qualcuno li avrà già spesi. I conti offrono un rendimento inferiore all'uno per cento: i depositi sono stati remunerati con 33.677,21 euro. Di più gli interessi ricevuti da Giulio Tremonti per i Cct zero coupon: 52.409,44 euro. Almeno in questo caso Montezemolo ha sventolato la bandiera del suo paese. Liquidità e interessi serviranno però per pagare i debiti che in realtà non hanno gran peso, e faranno felici soprattutto gli azionisti: la voce principale è quella dei premi al management che ammontano a poco meno di due milioni di euro per il solo secondo semestre del 2008 e che sono un po' in ritardo nella liquidazione. Con qualche ferita, comunque Montezemolo è in buona compagnia: il 2008 e il 2009 sono stati gli anni neri per tutti gli italiani che sono riparati in Lussemburgo. Perdite copiose oltre che per l'ingegnere con le sue Cir e Cofide international, anche per Diego Della Valle e la sua capogruppo Dorint, azionista della Rizzoli- Corriere della Sera. Essendo finanziarie di partecipazione tutte risentono della caduta dei dividendi e spesso del profondo rosso delle principali società controllate. Ma c'è anche chi in Lussemburgo ha lasciato forzieri pieni come mai prima era accaduto. Lo racconteremo nelle prossime puntate dell'inchiesta.

14/10/2009

Documento n.8234

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