LE BANCHE DEL MUTUO SOCCORSO AI POLITICI, PRATICANO TASSI "DA STROZZO" PER I COMUNI CITTADINI

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tratto da "DAGOSPIA" LE BANCHE DEL MUTUO SOCCORSO (AI POLITICI) – CALDEROLI, PER ACQUISTARE IL SUO VILLINO NEL BERGAMSCO, SI È RIVOLTO ALL’UNICREDIT DI PROFUMO: IL TASSO È BASSISSIMO – ANCHE L’INEFFABILE MELE HA AVUTO DA INTESA UN BEL MUTUO PER UN CASA A OSTUNI… Stefano Sansonetti per “Italia Oggi” Lo scenario, per un bergamasco doc come il leghista Roberto Calderoli, era troppo allettante. Perché tra i colli verdeggianti di Mozzo, comune di 7 mila abitanti in provincia di Bergamo, perfino il compositore Gaetano Donizetti amava ritirarsi per ritrovare lo spirito creativo. Un bel po' di ispirazione, in effetti, doveva proprio servire a Calderoli quando, nel 2004, diventò ministro per le riforme in sostituzione di Umberto Bossi. E così, seguendo le orme di Donizetti, quello stesso anno decise di prender casa a Mozzo. Si tratta di un bel villino accompagnato da doppio garage, per il quale l'ex ministro del carroccio chiese un mutuo alla UniCredit di Alessandro Profumo. Prestito prontamente concesso per un totale di 400 mila euro, da restituire in 25 anni a un tasso veramente molto contenuto, soprattutto se paragonato a quello accordato ai suoi colleghi politici nel 2004 e dintorni: il 2,600% annuo. Con questo ritmo, in sostanza, Calderoli riuscirà a saldare il suo debito con UniCredit quando avrà la bellezza di 73 anni di età. Un caso a parte merita il ministro per l'attuazione del programma, Giulio Santagata. È lui, all'interno del governo Prodi bis, ad aver impugnato l'arma dell'abbattimento dei costi della politica predisponendo un disegno di legge che non si sa bene che fortuna potrà avere. Scarsa, a stare dalla grandinata di proteste che nei mesi scorsi è piovuta addosso al progetto da province, comuni e comunità montane. Il ministro, se non altro, ci ha messo la faccia. In tema di mutui, c'è da dire, Santagata potrebbe anche impallidire di fronte al prestito milionario concesso al rifondarolo Pietro Folena. Perché al ministro prodiano, sempre nel 2004, venne erogato un mutuo di «appena» 50 mila euro. Certo, l'obiettivo non era una di quelle lussuose dimore che si affacciano sul Colosseo o che si ergono al centro di Milano, che pure sono finite nelle mani di suoi diversi colleghi politici. In questo caso, infatti, il soccorso economico del Sanpaolo Banco di Napoli venne chiesto per aggiudicarsi, in comproprietà con la moglie, Laura Ghinosi, un miniappartamento da 38 metri quadri a Bologna. La durata del mutuo è stata fissata in 10 anni, con un tasso annuo del 4,95%. Chissà, forse era quella la base utilizzata da Santagata all'epoca in cui era il responsabile della Fabbrica del programma dell'Unione, in vista delle elezioni del 2006 che poi il centro-sinistra avrebbe vinto per il rotto della cuffia. Mutuo a suo modo contenuto anche per il sottosegretario alla difesa Mario Verzaschi, un passato in Forza Italia, un presente nell'Udeur del ministro della giustizia, Clemente Mastella. Verzaschi ha puntato a un appartamento molto grande (8 vani) con cantina a Roma, al centro dell'Eur, il quartiere ideato da Benito Mussolini per farvi svolgere l'esposizione universale di Roma del 1942. In pratica nel 2002 il sottosegretario di Arturo Parisi si è rivolto alla Banca popolare di Novara ottenendo un prestito di 77.469 euro, da restituire in 20 anni a un tasso annuo del 4,920%. Particolare di assoluto rilievo, soprattutto dopo lo scoppio delle polemiche su Svendopoli: Verzaschi, sempre nel 2002, ha acquistato l'immobile da una Scip, una società cartolarizzazione immobili pubblici che venne utilizzata nella scorsa legislatura per mettere sul mercato case pubbliche e ottenerne risorse da destinare alla riduzione del debito. Con la conseguenza, però, di aver deprezzato gli immobili a tal punto da profilare un'autentica svendita. Correva sempre l'anno 2002 quando Cosimo Mele stipulò il suo mutuo. All'epoca il costruttore e deputato Udc non poteva minimamente prevedere che sarebbe stato consegnato alla storia per la partecipazione a un festino a luci rosse in un hotel di via Veneto a Roma (fatto accaduto a luglio scorso). E non poteva immaginare che quella performance avrebbe lanciato nell'empireo dello spettacolo una delle due concubine con cui trascorse la notte di 5 anni dopo. Sta di fatto che a quei tempi il desiderio di Mele aveva le fattezze non di una squillo di lusso, ma di una casa di 6 vani ubicata in quel di Ostuni, in provincia di Brindisi, non lontano dal feudo elettorale di Carovigno. Per quell'appartamento, accompagnato da garage, il parlamentare delle notti romane ha contratto un mutuo con Intesa del valore di 180 mila euro, da saldare in 7 anni a un tasso annuo del 4,900%. Chi ha potuto disporre di coordinate infallibili, per avere un prestito di denaro, è stato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino. Il quale, durante la precedente legislatura di centro-sinistra, era anche stato presidente del senato. Ed evidentemente si era troppo affezionato a palazzo Madama per rinunciare ad andarsene da quella zona di Roma senza colpo ferire. Insomma, a dicembre del 2001 Mancino decide di acquistare un a casa da sogno a due passi dal senato e a un tiro di schioppo da piazza Navona. La rileva con la figlia Chiara, a cui ha riconosciuto la nuda proprietà, dall'Auriga immobiliare, società che gravitava nell'orbita della Pirelli di Marco Tronchetti Provera. La somma era di 600 milioni di vecchie lire e venne messa a disposizione dalla Bnl, istituto che ha un'agenzia in senato per i suoi dipendenti. La durata del contratto è di 10 anni e l'ex presidente di palazzo Madama si è impegnato a restituire il gruzzolo a un tasso annuo del 5,250%. Curioso, tra le altre cose, notare quali erano in quel periodo i vicini di casa di Mancino nel lussuoso stabile romano. Tra essi, tanto per fare qualche esempio, figurava il presidente del Formez, Carlo Flamment, e l'ex ministro dell'università, Ortensio Zecchino. Senza contare che diversi altri appartamenti dello stabile erano di proprietà sempre dell'Auriga, e quindi facevano capo a Tronchetti Provera. Un altro appartamento, poi, era occupato all'epoca dalla fondazione istituto di studi politici san Pio V. Organismo, quest'ultimo, da sempre nel cuore dei politici italiani, soltanto se si pensa a quante sovvenzioni pubbliche riesce a incamerare ogni anno. Dagospia 07 Settembre 2007

07/09/2007

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